Una famiglia spezzata quella di Laura Taroni, l’infermiera dell’ospedale di Saronno arrestata con l’amante, l’anestesista Leonardo Cazzaniga. Lo spaccato desolante dei rapporti della coppia con i familiari di lei emerge dalle intercettazioni riportate nella richiesta di arresto dei pm di Busto Arsizio.
Una su tutte: quella in cui manifestano l’intenzione di uccidere un cugino acquisito della donna “colpevole – ritengono gli inquirenti – di farsi ancora mantenere dalla ex moglie”. “Se un giorno venisse giù in ospedale da noi…Trac! – dice Laura Taroni in un’intercettazione – Tra il chiaro e lo scuro, gli è venuto un infartaccio”. La donna ride.
E c’è un’altra morte su cui stanno indagando i carabinieri: quella del suocero della Taroni, scomparso anch’egli in circostanze misteriose in ospedale a Saronno. Durante una “normale giornata in famiglia”, inoltre, Cazzaniga e Taroni parlano con il figlio maggiore di lei, undici anni, dei farmaci che gli somministrano “Prima la pastiglia e poi le gocce”, dice la Taroni e il piccolo chiede: “Pure le gocce?”. Cazzaniga risponde: “Eh si. La pastiglia ormai tu sei assuefatto (…)”.
Cazzaniga si dilunga nello spiegare al bambino cosa significhi essere assuefatto da farmaci. Il bimbo, la mattina dopo, chiede alla madre di dargli meno farmaci: “Stamattina non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto, potresti fare meno gocce?”. La madre dell’infermiera, morta in circostanze dubbie a casa sua non approvava infatti la sua relazione con il medico. E anche su questo si sta indagando. Nel giro di qualche mese, secondo la ricostruzione dei carabinieri di Saronno, che hanno fatto tutti gli accertamenti, sono morte tre persone del nucleo familiare della Taroni: suo marito, sua madre e suo suocero.
Sullo sfondo, una volta che la coppia era andata a vivere insieme, un menage familiare torbido, tanto che il bambino “assuefatto” dai farmaci ha paura del nuovo compagno della madre: “Ma Leo è incazzato? (…) ha un comportamento…”. Il piccolo nelle intercettazioni riferisce alla donna di aver sentito dire al medico che avrebbe tirato una martellata in testa al suo fratello minore. Perché “ho lasciato un foglio di carta sul tavolo” spiegava terrorizzato il ragazzino.
Dalle intercettazioni pubblicate su Repubblica escono altri particolari inquietanti:
Si confrontano, Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni. «Dalla cremazione non possono ricostruire niente, giusto? ». «E no eh… — fa lui— Ma poi devono avere delle prove cocenti per riesumare le ceneri, e casomai i cadaveri». Al plurale: i cadaveri. Cinque, finora (morti tra 2013 e 2014). Due cremati. L’ex marito e la madre della Taroni. «Quelle due bestie», li chiama l’infermiera parlando con la cugina Filomena detta “Nené”. Si sfogava, e parlava di tutto, a ruota libera. Anche dopo avere saputo che i carabinieri indagavano sulla coppia delle fiale: lei e l’amante anestesista. E che, dal pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, stavano convocando testimoni a nastro. «A me che cazzo me ne frega se sono morti quei due lì» . Avvisi di garanzia? «Mi vengano a dire qualcosa… Tanto i corpi sono bruciati».
E ancora:
Chi meglio la conosceva, Laura, del Cazzaniga, l’amato anestesista che si credeva un “dio” e si presentava ai colleghi come “l’angelo della morte”. «Hai un’ira dentro che ti sballa completamente — è la diagnosi offerta dal medico all’amante in una delle decine di conversazioni intercettate — Li tortureresti, ne faresti di tutti i colori (ai familiari, ndr). Li accopperesti e poi li appenderesti come facevano un tempo gli unni. Le teste mozzate davanti a casa, sulla picca, su un pezzo di legno. E le metteresti al pubblico ludibrio finché la testa non si scarnifica. Poi torneresti a casa a berti un caffè».
Taroni adesso è in una cella del “Bassone”, il carcere di Como. La cugina Nené era stata involontariamente profetica, suggerendole la linea da tenere, nel caso, con i carabinieri: «Tutto da presentare come dio comanda… Altrimenti per te si aprirebbero le porte del Bassone… » . Sentite come la descrive lui, Cazzaniga: «Lo so amore, sei come un lupo affamato dentro un ovile. Affamato perché non mangia da un mese ma non può toccare le pecore» . Quando lei gli diceva che sentiva la «voglia di uccidere», anzi di uccidere ancora — se si guardano le date, siamo nel 2015 — lui la calmava: «Hai due figli, ricordatelo ». Istinto confessato dalla Taroni anche alla psicologa. «Ma le non lo sa che lo hai fatto», la incalza Cazzaniga.
E l’infermiera riversava la cattiveria soprattutto sulla propria famiglia:
Secondo la procura di Busto, è da attribuire a Cazzaniga e Taroni, in concorso, il decesso del marito di quest’ultima, Massimo Guerra (imbottito di farmaci dopo una falsa diagnosi di diabete). Lei lo odiava, voleva vederlo finito. «Io prego che tu muoia e non succede mai», ringhia. L’infermiera era convinta che il marito avesse una relazione incestuosa con sua madre (di lei. Ne parla in modo esplicito, con dovizia di particolari e insulti, con la cugina Filomena «Quelle due bestie».
Voleva fargliela pagare a Massimo l’agricoltore: a lui e alla madre. E così ha fatto — almeno stando ai riscontri investigativi. «Se non lo avesse ucciso, lo avrei ucciso io…». È lei che si incastra. «Cazzo me ne frega, tanto i corpi sono bruciati». Si raccomanda anche alla solita cugina, convocata dai carabinieri di Cernobbio. «Tu non dire niente ». E Cazzaniga: «Andrà tutto bene amore, tranquilla, sono tutte illazioni».
Redazione Papaboys (Fonte www.huffingtonpost.it)
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