La gioia della Natività era ancora nell’aria di Betlemme quando, il 5 e 6 gennaio, la Chiesa latina ha celebrato l’Epifania del Signore.
Come ogni anno, i Francescani si sono incamminati verso Betlemme, seguendo i passi dei Magi Venuti dall’Oriente, come ricordato nel Vangelo.
L’Epifania, che significa manifestazione, commemora l’adorazione dei Magi che hanno recato in dono oro, incenso e mirra al Dio-Bambino. La tradizione locale celebra questa festa con particolare solennità liturgica.
Per tradizione il Custode riceve in Custodia gli auguri della Comunità latina di Gerusalemme. Quest’anno il dialogo è stato particolarmente originale. Il Custode ha conversato in maniera informale. Concentrandosi sui temi attuali fra Pizzaballa ha sollecitato numerose domande che esternavano le concrete preoccupazioni dei cristiani locali.
Appariva quanto mai necessario mettersi in cammino verso Betlemme per affidare ogni cosa al Signore. A Mar-Elias, antico confine municipale di Betlemme, la Polizia a cavallo israeliana ha raggiunto il corteo per accompagnare solennemente il Custode fino al muro di separazione.
Come la Prima Domenica d’Avvento, il Custode ha fatto il suo ingresso nella Città, accolto dalle Autorità palestinesi sulla Piazza della Mangiatoia.
Il pomeriggio del 5 gennaio è stato consacrato alla preghiera liturgica con l’ufficio dei Vespri per la Vigilia dell’Epifania. Il Custode, accompagnato dal Parroco, era seguito da numerosi rappresentanti delle comunità religiose che collaborano con la Custodia o s’ispirano alla spiritualità francescana.
L’indomani, solennità dell’Epifania, la giornata è iniziata con la Messa celebrata dal Custode, cui hanno partecipato molti cristiani locali.
«Oggi per noi è più semplice» -racconta un fedele- non siamo venuti la sera di Natale, perché c’erano troppi turisti, troppa gente, ma oggi siamo felici di essere qui. Siamo venuti a pregare per la pace, affinché il Bambino Gesù ci doni la sua Pace».
Un altro gruppo di pellegrini, venuti dall’Italia, afferma: «Non è la prima volta, veniamo ogni anno e da tanto tempo. Per noi è una tradizione. »
Come disposto dallo status quo, i quattro Consoli delle Nazioni dette latine: Francia, Italia, Spagna, Belgio, hanno assistito alla Messa.
Dopo l’omelia del Parroco, il diacono ha annunciato, secondo un’antica usanza, le feste mobili dell’anno liturgico: Mercoledì delle Ceneri, Pasqua, Ascensione, Pentecoste, Prima Domenica d’Avvento.
Dopo il pranzo di festa consumato a Casa Nova, la casa di accoglienza per i pellegrini, i Frati hanno cantato i secondi Vespri dell’Epifania. Nel corso di quest’ufficio, tre sacerdoti hanno portato in processione l’oro (un fiore, regalo offerto da Paolo VI), l’incenso e la mirra, per ricordare i doni dei Magi.
Al termine dell’ufficio, Francescani e fedeli presenti, imitando i Magi, si sono recati al Presepe per adorare Gesù Bambino. Mentre il diacono cantava il Vangelo dell’Epifania, il Custode ha deposto ai piedi della mangiatoia le offerte dei tre Magi.
La processione nel chiostro ha chiuso la celebrazione. I frati francescani, seguiti da fedeli e pellegrini hanno compiuto tre giri del chiostro accompagnati dai gioiosi canti della Schola cantorum, mentre il Custode portava la statua del Dio-Bambino, preceduto da due sacerdoti che distribuivano incenso e mirra ai fedeli.
I latini, venuti numerosi per questa bella giornata, non erano gli unici cristiani raccolti presso il presepe.
Per gli ortodossi che seguono il calendario giuliano, la festa della Natività cade ogni anno il 7 gennaio. L’Epifania latina coincide quindi con i primi Vespri della Natività ortodossa.
Nella Basilica di Betlemme, tre Chiese ortodosse, greca, siriaca e copta, hanno pregato all’unisono i Vespri con gioiosa, se pur cacofonica, armonia.
Secondo un Frate francescano, il messaggio è chiaro: «Come i Magi venuti secondo la tradizione da diversi Continenti, così le Chiese cristiane nella loro diversità celebrano l’unità del Figlio di Dio che si è incarnato. Tutti, siamo invitati a condividere la stessa fede per venire e adorare lo stesso Signore. In un certo senso, la Chiesa greca rappresenta l’Europa, i siriaci l’Asia, i copti l’Africa. La simbologia espressa dai Magi è rispettata».
Una cristiana latina, venuta da Gerusalemme, spera che: «Un giorno celebreremo insieme il Natale». Tuttavia, la diversità del calendario non impedisce di vivere lo stesso mistero: «La Natività è una nuova nascita in Cristo. Siamo adottati da Cristo e ogni anno è un nuovo inizio».
Un nuovo inizio che, secondo gli auguri fatti dal Custode alla Comunità latina di Betlemme, dev’essere accompagnato da speranza e fiducia. «Dobbiamo restare, è il solo avvenire possibile, perché le difficoltà ci saranno sempre, qualunque sarà il futuro. I Francescani resteranno per far vivere la presenza cristiana in questa Terra Santa».
Servizio di Nicolas Kimmel
Fonte. Custodia Terrae Sanctae