Le principali documentazioni storiche che comprovano la “veridicità storica” di “almeno” cinque “traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth, avvenute tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia), ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica.
LA SECONDA TRASLAZIONE MIRACOLOSA IN ANCONA
Nel “Rosarium” di Santa Caterina da Bologna (1413-1463), un testo redatto dalla santa nel 1440 (circa trenta anni prima della narrazione della “Translatio miraculosa” riportata dal Beato Giovanni Spagnoli e da Pier Giorgio di Tolomei, detto il Teramano), viene riportato “per rivelazione soprannaturale del Signore” la vicenda storica della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth.
Santa Caterina da Bologna in quel testo mostra di colloquiare direttamente con Gesù, apparsogli “per grazia”; ella infatti scrive: “In questo giorno (il 25 marzo 1440), tu, o Signore, hai rivelato a me, apparendomi per grazia… ”. Poi, dopo aver riportato “la rivelazione” che fra quelle Sacre Pareti di Loreto la Vergine Maria fu “concepita” Immacolata ed ivi “nacque”, descrive sinteticamente le varie successioni del “trasporto angelico” della Santa Casa di Nazareth, secondo come “rivelatogli” da Gesù durante l’apparizione. Testualmente: “Alla fine questa dimora, consacrata prima dai tuoi apostoli che vi hanno celebrato i divini misteri con miracoli, per l’idolatria di quella gente fu trasportata in Dalmazia da uno stuolo di angeli. Quindi, per le stesse e per altre ragioni, portarono questa degnissima chiesa in vari luoghi. Finalmente, portata dai santi angeli, fu collocata stabilmente a Loreto e posta nella provincia d’Italia e nelle terre della Santa Chiesa” (“Rosarium”, I Mist. Gaud., vv.73 ss.- Da una traduzione del testo latino pubblicata in “Messaggio della Santa Casa”, 2001, n.7, p.211).
Gesù rivelò a Santa Caterina da Bologna, in maniera chiarissima, che gli angeli, dopo aver portato in Dalmazia la Santa Casa, “da quel luogo” (per l’infedeltà anche di quelle popolazioni di Tersatto e “per altre ragioni” non specificate) la portarono anche “in altri luoghi”: e questo avvenne – come si deduce dal testo – prima di portarla a Loreto, perché “la rivelazione di Gesù” afferma che ciò avvenne “dopo” essere stata portata a Tersatto e “prima” di essere stata collocata definitivamente a Loreto. Quindi, vi è da sottolineare ancora che Gesù stesso ha rivelato a Santa Caterina che la Santa Casa fu trasportata anche “in vari luoghi” (non specificati), oltre che a Tersatto ed a Loreto.
Riguardo al trasporto “in vari luoghi” (e quindi, non solo a Tersatto e a Loreto), vi è da ricordare al riguardo l’indubitabile “traslazione miracolosa” ad Ancona, nel 1295.
In Ancona, infatti, secondo la Tradizione locale, la Santa Casa, “portata via” da Tersatto, prima di giungere a Loreto fu trasportata nel 1295 – per “il ministero angelico” – su una collina di questa città, ove vi è rimasta per nove mesi, e poi… è ancora “volata” via!… “Così” è “testimoniato” e “scritto” in un documento di un sacerdote contemporaneo all’epoca dei fatti, di nome “don Matteo”. In quel documento è così scritto: “Io, don Matteo, rettore e plebano di Sant’Onofrio fora della Porta di Campo di Marte della città di Ancona, per mia devozione lascio questa memoria di questo miracolo, ch’è dell’anno 1295. Nella selva in Contrada di Posatore si posò per nove mesi la Santa Casa della Madre di Dio, e perché semo tanto costernati et restati in tanto poco numero di persone, per le gran guerre e pestilenze patite, ho voluto mettere questa scrittura per ricordo sotto la pietra sacra della Chiesa di Santa Caterina, acciò piacendo alla Madonna Santissima al suo tempo si ritrovi. Umilissimo servo di Dio”.
La verità di tale “traslazione miracolosa” in Ancona, nel 1295, è anche attestata da tre chiese costruite in Ancona – di cui due ancora esistenti – “a ricordo” di quell’anno della “sosta” della Santa Casa in Ancona, su una collina prospiciente il porto, chiamata poi – come ancor oggi – “POSATORA”, dal latino “posat et ora” (cioè a ricordo della Santa Casa ivi “posatasi” e ove “ha pregato” per la città ed “è stata pregata” dalla città).
Esiste, inoltre, anche una lapide, ancora esistente nella Chiesa di Posatora. Tale lapide riporta scritto: “In questa Selva/Qui posò la S(anta) Casa/Della madre di Dio/P(er) nove mesi/MCCXCV”. Tale lapide era “la traduzione” e “la copia” di un’altra LAPIDE, antichissima, che riportava scritto – in latino “volgare” antichissimo della fine del XIII secolo – le seguenti parole “QUITA FUTA REPOSATA LA MADONA DE LORETA…” (e altro, forse con la data, attualmente però non documentabile).
Il significato delle parole incise sulla lapide è: “da qui” (= quita: cfr. Zingarelli, 1962, p.1282) è fuggita (= futa: cfr. op. cit., p.601, nel dialetto anconitano “fujta”) dopo essersi posata (= reposata: cfr. op. cit., p.1363) la Madona de Loreta… (così denominata, perché portata successivamente dagli angeli nella selva recanatese di una signora di nome “Loreta”).
In un libro del famoso storico e artista locale Sanzio Blasi (“Terra Marchigiana”), si parla della lapide più recente ancora esistente nella Chiesa di Posatora, e si riporta l’informazione di un’antica nicchia (“parvula cella in qua erat”) ove era stata collocata la lapide antichissima e la statua della Madonna di Loreto ivi venerata (ora nel Museo Diocesano). Nel libro è scritto (pag.75): “Il suo più antico ricordo l’abbiamo dal 1391 in cui si nomina Santa Maria “de pusatorio”, con l’indicazione che l’informazione è tratta dal “Libro de’ Consigli del Comune dell’anno 1391”, tutt’oggi esistente nell’Archivio di Stato di Ancona (in Via Maggini, n.80). Quindi l’epoca di composizione della lapide antichissima e della statua della Madonna di Loreto, collocati nella “parvula cella” esistente prima della costruzione dell’attuale Chiesa di Posatora, è senz’altro almeno della fine del XIV secolo.
La lapide, risalente perciò davvero alla fine del XIII secolo, o comunque agli inizi del XIV secolo, costituisce anche “un reperto importantissimo” per “confermare” “il fatto storico” che la Santa Casa ha “davvero” sostato nella “selva della signora Loreta”, prima di essere collocata sul colle lauretano ove ancor oggi si trova, poiché vi si parla della “Madona de Loreta”, che era il modo consueto all’epoca di indicare il successivo luogo di sosta della Santa Casa, cioè nella selva recanatese della signora di nome “Loreta” (da cui prese il nome in seguito la cittadina dal nome “Loreto”).
Riguardo alle date delle “traslazioni miracolose” bisogna ricordare che nella lapide di Tersatto, ancor oggi esistente, e che riporta la prima traslazione miracolosa ivi avvenuta, è scritto: “Venne la Casa della Beata Vergine Maria da Nazarette a Tersatto l’anno 1291 allì 10 di maggio et si partì allì 10 di dicembre 1294”. Da tale lapide di Tersatto si deduce che la data di arrivo della Santa Casa nella zona di Recanati come oggi si celebra – il 10 dicembre 1294 – è stato un errore di interpretazione fatto da parte di un archivista di Recanati, Girolamo Angelita, che nel XVI secolo fissò erroneamente quella data come quella di arrivo nella zona recanatese, confondendola con quella di partenza da Tersatto. Infatti tale data,il 10 dicembre 1294, riguardava “la partenza” o “scomparsa” delle tre “Sante Pareti” della Santa Casa da Tersatto, da cui poi fu portata dagli angeli del Cielo “in vari luoghi” ,tra cui Ancona, secondo come Gesù stesso rivelò a Santa Caterina da Bologna nella apparizione mistica del 25 marzo 1440.
Nella zona recanatese probabilmente la Santa Casa vi è giunta (secondo altri autori) forse il 2 dicembre 1295. Ciò lo attesterebbe proprio il fatto che l’anno 1295 ad Ancona è indicato come quello della “sosta” in quella città della Santa Casa: evento che fu precedente all’arrivo nella zona recanatese. Infatti ad Ancona – come sopra documentato – è accertato in maniera indiscutibile che la Santa Casa si fermò anche lì, per nove mesi, su una collina prospiciente il porto, nell’anno 1295. E quindi è logico pensare che sia giunta nella zona recanatese alla fine di quell’anno.
Infine, ancor più probative dei documenti scritti sopra riportati, riguardo alla “verità” di tali fatti “miracolosi”, sono le tre chiese fatte costruire all’epoca dai Vescovi di Ancona: quella di Posatora (come scritto sopra), per onorare il luogo della sosta per nove mesi della Santa Casa su quella collina, quella di Barcaglione, tra Falconara ed Ancona, in ricordo del fatto che da quella collina fu “vista” dagli abitanti del luogo arrivare la Santa Casa “in volo” dal mare, proveniente da Tersatto, ed infine la Chiesa di “Santa Maria di Nazareth”, che è importantissima dal punto di vista storico, perché fu forse la prima in assoluto che venne edificata in contemporanea dei fatti miracolosi avvenuti e perché furono proprio i Vescovi di Ancona che, all’inizio del XIV secolo, vollero edificare tale Chiesa proprio accanto alla Cattedrale della loro città, per onorare “tutte le “traslazioni miracolose” avvenute a Tersatto, ad Ancona e nella zona recanatese), e ove si compivano a tale scopo celebrazioni liturgiche pubbliche ed ufficiali in ricordo di tali “miracolose traslazioni”.
Tutto ciò costituisce una evidentissima “prova” delle “approvazioni canoniche” da parte dei Vescovi locali contemporanei riguardo alla verità delle “traslazioni miracolose”.
E’ da ritenersi “sicurissimo” – come attestano sia la Tradizione locale che i documenti e reperti sopra indicati – che la Santa Casa di Nazareth sia stata per nove mesi in Ancona, sulla collina di “Posatora”, nell’anno 1295.
Giorgio Nicolini
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