Il Collegio cardinalizio, definito anche Sacro collegio cardinalizio, o più semplicemente Sacro collegio, è l’insieme dei cardinali della Chiesa cattolica.
Assolve a tre compiti principali: 1-. Provvede all’elezione del Papa. In conclave però non entrano tutti i membri del Collegio ma solo quei cardinali che non hanno ancora compiuto l’ottantesimo anno di età il giorno precedente l’inizio della Sede vacante. 2-. Si riunisce collegialmente quando il Papa lo convoca per valutare aspetti generali o specifici del governo della chiesa universale. 3-. Ogni cardinale assiste personalmente il Papa nel suo impegno pastorale attraverso gli uffici e gli incarichi a cui è deputato.Il collegio cardinalizio ha al suo interno un decano, eletto dai sei cardinali vescovi e confermato dal papa. Il limite di età di ottanta anni superato il quale i cardinali perdono il diritto di eleggere il Papa fu introdotto da papa Paolo VI con il motu proprio Ingravescentem Aetatem (II, 2) del 21 novembre 1970, entrato in vigore il 1º gennaio 1971; fu confermato dallo stesso Papa con la costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo (II, I, 33) del 1º ottobre 1975 e da papa Giovanni Paolo II con la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis ( II, I, 33) del 22 febbraio 1996 modificando però la data di riferimento per il compimento degli ottanta anni dal “momento di ingresso in conclave” previsto da Paolo VI all’attuale “prima del giorno della morte del Sommo Pontefice o del giorno in cui la Sede Apostolica resti vacante” con la conseguenza che un cardinale che compia ottanta anni tra il giorno in cui ha inizio la sede vacante e il giorno precedente l’apertura del conclave mantiene il diritto ad eleggere il nuovo Pontefice.
Il 24 marzo 2006, durante il suo primo concistoro, papa Benedetto XVI creò quindici nuovi cardinali (dodici elettori, ossia porporati con meno di 80 anni che hanno il diritto di entrare in conclave, e tre ultraottantenni). Con la creazione dei nuovi dodici cardinali elettori il numero dei cardinali elettori arrivò a centoventi, limite massimo fissato da papa Paolo VI nel 1973. Imponendo la berretta ai nuovi porporati il Papa ricordò loro che questo segno della dignità cardinalizia significa che dovranno “essere pronti a comportarsi con fortezza, fino all’effusione del sangue, per l’incremento della fede cristiana, per la pace e la tranquillità del popolo di Dio e per la libertà e la diffusione della Santa Romana Chiesa”. Continuando l’omelia, chiese ai cardinali un preciso impegno: “Conto su di voi, cari fratelli cardinali, per far sì che il principio della carità possa irradiarsi e riesca a vivificare la Chiesa in ogni grado della sua gerarchia, in ogni Comunità e Istituto religioso, in ogni iniziativa spirituale, apostolica e di animazione sociale. Conto su di voi affinché il comune sforzo di fissare lo sguardo sul Cuore aperto di Cristo renda più sicuro e spedito il cammino verso la piena unità dei cristiani. Conto su di voi perché, grazie all’attenta valorizzazione dei piccoli e dei poveri, la Chiesa offra al mondo in modo incisivo l’annuncio e la sfida della civiltà dell’amore”.
Il 24 novembre 2007 nel concistoro ordinario ristabilì il numero pieno di centoventi cardinali elettori con la creazione dei seguenti cardinali. Oltre a questi diciotto, il Pontefice ha innalzato alla dignità cardinalizia “tre venerati presuli e due benemeriti ecclesiastici, particolarmente meritevoli per il loro impegno al servizio della Chiesa” che non entrano a far parte dei cardinali elettori. Al termine dell’annuncio dei nuovi porporati, Benedetto XVI lascia intendere il desiderio di procedere in futuro a nuove creazioni cardinalizie, dichiarando: “Altre persone vi sarebbero, a me molto care, che per la loro dedizione al servizio della Chiesa ben meriterebbero di essere elevate alla dignità cardinalizia. Spero di avere in futuro l’opportunità di testimoniare, anche in questo modo, ad esse ed ai Paesi a cui appartengono la mia stima ed il mio affetto”. Durante l’omelia tenuta per il concistoro, il Papa emerito durante il Concistoro, commentando il brano del Vangelo, disse: “L’evangelista Marco ci ricorda, cari e venerati Fratelli, che ogni vero discepolo di Cristo può aspirare ad una cosa sola: a condividere la sua passione, senza rivendicare alcuna ricompensa. Il cristiano è chiamato ad assumere la condizione di “servo” seguendo le orme di Gesù, spendendo cioè la sua vita per gli altri in modo gratuito e disinteressato. Non la ricerca del potere e del successo, ma l’umile dono di sé per il bene della Chiesa deve caratterizzare ogni nostro gesto ed ogni nostra parola. La vera grandezza cristiana, infatti, non consiste nel dominare, ma nel servire. Gesù ripete quest’oggi a ciascuno di noi che Egli «non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45). Ecco l’ideale che deve orientare il vostro servizio. Cari Fratelli, entrando a far parte del Collegio dei Cardinali, il Signore vi chiede e vi affida il servizio dell’amore: amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli con una dedizione massima ed incondizionata, usque ad sanguinis effusionem, come recita la formula per l’imposizione della berretta e come mostra il colore rosso degli abiti che indossate. Siate apostoli di Dio che è Amore e testimoni della speranza evangelica: questo attende da voi il popolo cristiano. L’odierna cerimonia sottolinea la grande responsabilità che pesa al riguardo su ciascuno di voi, venerati e cari Fratelli, e che trova conferma nelle parole dell’apostolo Pietro che abbiamo poc’anzi ascoltato: «Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3,15). Una tale responsabilità non esime dai rischi ma, ricorda ancora san Pietro, «è meglio, se così vuole Dio, soffrire operando il bene piuttosto che fare il male» (1 Pt 3,17). Cristo vi domanda di confessare davanti agli uomini la sua verità, di abbracciare e condividere la sua causa; e di compiere tutto questo «con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza» (1 Pt 3,15-16), cioè con quell’umiltà interiore che è frutto della cooperazione con la grazia di Dio”.
Il 20 novembre 2010 Papa Benedetto XVI convoca il suo terzo concistoro per la creazione di ventiquattro nuovi cardinali, di cui venti elettori. Oltre a questi venti, il Pontefice ha innalzato alla dignità cardinalizia “due presuli e due ecclesiastici, che si sono distinti per la loro generosità e dedizione nel servizio alla Chiesa”, e che non entrano a far parte dei cardinali elettori perché già ultraottantenni. Fra i venti nuovi cardinali elettori, ad eccezione dei due vescovi emeriti (Mazombwe e Vela Chiriboga), solo due (Sardi e Damasceno Assis) non sono stati nominati nel proprio ufficio sotto il pontificato di Benedetto XVI. In questo concistoro viene creato il cardinale più anziano di sempre al momento della nomina nella storia della Chiesa cattolica: Domenico Bartolucci (93 anni, 6 mesi e 13 giorni). Nella riflessione sulla Liturgia della Parola, Benedetto XVI, disse: “La parola di Dio appena proclamata ci aiuta a meditare proprio su questo aspetto così fondamentale. Nel brano del Vangelo (Mc 10,32-45) viene posta davanti ai nostri occhi l’icona di Gesù come il Messia – preannunziato da Isaia (cfr Is 53) – che non è venuto per farsi servire, ma per servire: il suo stile di vita diventa la base dei nuovi rapporti all’interno della comunità cristiana e di un modo nuovo di esercitare l’autorità. Gesù è in cammino verso Gerusalemme e preannunzia per la terza volta, indicandola ai discepoli, la via attraverso la quale intende portare a compimento l’opera affidatagli dal Padre: è la via dell’umile dono di sé fino al sacrificio della vita, la via della Passione, la via della Croce. Eppure, anche dopo questo annuncio, come è avvenuto per i precedenti, i discepoli rivelano tutta la loro fatica a comprendere, a operare il necessario “esodo” da una mentalità mondana alla mentalità di Dio. In questo caso sono i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, che chiedono a Gesù di sedere ai primi posti accanto a lui nella “gloria”, manifestando attese e progetti di grandezza, di autorità, di onore secondo il mondo. Gesù, che conosce il cuore dell’uomo, non rimane turbato per questa richiesta, ma ne mette subito in luce la portata profonda: “voi non sapete quello che chiedete”; poi guida i due fratelli a comprendere che cosa comporta mettersi alla sua sequela. Qual è allora la via che deve percorrere chi vuole essere discepolo? E’ la via del Maestro, è la via della totale obbedienza a Dio. Per questo Gesù chiede a Giacomo e a Giovanni: siete disposti a condividere la mia scelta di compiere fino in fondo la volontà del Padre? Siete disposti a percorrere questa strada che passa per l’umiliazione, la sofferenza e la morte per amore? I due discepoli, con la loro risposta sicura, “lo possiamo”, mostrano, ancora una volta, di non aver capito il senso reale di ciò che prospetta loro il Maestro. E di nuovo Gesù, con pazienza, fa compiere loro un passo ulteriore: neppure sperimentare il calice della sofferenza e il battesimo della morte dà diritto ai primi posti, perché ciò è “per coloro per i quali è stato preparato”, è nelle mani del Padre Celeste; l’uomo non deve calcolare, deve semplicemente abbandonarsi a Dio, senza pretese, conformandosi alla sua volontà”.
Il 18 febbraio 2012 Benedetto XVI creò ventidue nuovi cardinali, di cui diciotto elettori. Oltre a questi diciotto, il Pontefice elevò alla dignità cardinalizia “un venerato Presule, che svolge il suo ministero di Pastore e Padre di una Chiesa, e tre benemeriti Ecclesiastici, che si sono distinti per il loro impegno a servizio della Chiesa” e che non entrano a far parte dei cardinali elettori perché già ultraottantenni. Con il concistoro del 18 febbraio 2012 il Sacro Collegio raggiunse il numero di 213 cardinali viventi (compresi i non elettori), provenienti da 70 nazioni, nuovo record storico, mai raggiunto prima nella storia della Chiesa cattolica. Dal 18 febbraio 2012 la maggioranza assoluta dei cardinali elettori è costituita da porporati creati da papa Benedetto XVI. Nella riflessione rivolta ai nuovi porporati, il Papa si soffermò, su alcuni punti fondamentali del servizio alla Chiesa: “Dominio e servizio, egoismo e altruismo, possesso e dono, interesse e gratuità: queste logiche profondamente contrastanti si confrontano in ogni tempo e in ogni luogo. Non c’è alcun dubbio sulla strada scelta da Gesù: Egli non si limita a indicarla con le parole ai discepoli di allora e di oggi, ma la vive nella sua stessa carne. Spiega infatti: «Anche il Figlio dell’uomo non è venuto a farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto di molti» (v. 45). Queste parole illuminano con singolare intensità l’odierno Concistoro pubblico. Esse risuonano nel profondo dell’anima e rappresentano un invito e un richiamo, una consegna e un incoraggiamento specialmente per voi, cari e venerati Fratelli che state per essere annoverati nel Collegio Cardinalizio. Secondo la tradizione biblica, il Figlio dell’uomo è colui che riceve il potere e il dominio da Dio (cfr Dn 7,13s). Gesù interpreta la sua missione sulla terra sovrapponendo alla figura del Figlio dell’uomo quella del Servo sofferente, descritto da Isaia (cfr Is 53,1-12). Egli riceve il potere e la gloria solo in quanto «servo»; ma è servo in quanto accoglie su di sé il destino di dolore e di peccato di tutta l’umanità. Il suo servizio si attua nella fedeltà totale e nella responsabilità piena verso gli uomini. Per questo la libera accettazione della sua morte violenta diventa il prezzo di liberazione per molti, diventa l’inizio e il fondamento della redenzione di ciascun uomo e dell’intero genere umano”.
Come annunciato il 24 ottobre 2012, il 24 novembre dello stesso anno papa Benedetto XVI creò sei nuovi cardinali elettori. Si trattò del primo concistoro dal 24 marzo 1924 in cui non sono creati nuovi cardinali europei: infatti, in quella data papa Pio XI creò due soli cardinali, entrambi statunitensi. Era inoltre dal 1929 che non c’erano più state in uno stesso anno due differenti creazioni cardinalizie. Con Giovanni XXIII ci furono due concistori a soli tre mesi e mezzo di distanza, ma in anni solari diversi: il primo il 14 dicembre 1959 e il successivo il 28 marzo 1960. Durante la Celebrazione della Messa, disse: “A voi, cari e venerati Fratelli Cardinali -penso in particolare a quelli creati ieri – viene affidata questa impegnativa responsabilità: dare testimonianza al regno di Dio, alla verità. Ciò significa far emergere sempre la priorità di Dio e della sua volontà di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze. Fatevi imitatori di Gesù, il quale, davanti a Pilato, nella situazione umiliante descritta dal Vangelo, ha manifestato la sua gloria: quella di amare sino all’estremo, donando la propria vita per le persone amate. D’ora in poi voi sarete ancora più strettamente e intimamente uniti alla Sede di Pietro: i titoli o le diaconie delle chiese dell’Urbe vi ricorderanno il legame che vi stringe, come membri a titolo specialissimo, a questa Chiesa di Roma, che presiede alla carità universale. Specialmente mediante la vostra collaborazione con i Dicasteri della Curia Romana, sarete miei preziosi cooperatori, anzitutto nel ministero apostolico per l’intera cattolicità, quale Pastore dell’intero gregge di Cristo e primo garante della dottrina, della disciplina e della morale”. di Ornella Felici
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