Comunicato Stampa dell’Associazione Internazionale Esorcisti
L’Associazione Internazionale Esorcisti (AIE) con il presente comunicato fa seguito alle dichiarazioni rese dal Preposito generale della Compagnia di Gesù padre Arturo Sosa Abascal nel corso di un’intervista apparsa sul periodico online “Tempi.it” (Meeting. «Il diavolo esiste solo come realtà simbolica», 21 agosto 2019).
Una delle domande rivolte nell’intervista al religioso, invitato a Rimini al Meeting di Comunione e Liberazione per tenere un incontro sul tema “Imparare a guardare il mondo con gli occhi di Papa Francesco”, ha avuto per oggetto l’esistenza del diavolo.
Padre Sosa Abascal ha fra l’altro così dichiarato: “Esiste come il male personificato in diverse strutture ma non nelle persone, perché non è una persona, è una maniera di attuare il male. Non è una persona come lo è una persona umana. È una maniera del male di essere presente nella vita umana. Il bene e il male sono in lotta permanente nella coscienza umana, e abbiamo dei modi per indicarli. Riconosciamo Dio come buono, interamente buono. I simboli sono parte della realtà, e il diavolo esiste come realtà simbolica, non come realtà personale”.
Di fronte a queste gravi e disorientanti affermazioni, peraltro già espresse in passato da padre Sosa Abascal al supplemento di ElMundo, è doverosa qualche puntualizzazione dottrinale alla luce del magistero, anche dell’attuale Pontefice.
Se è vero che nei confronti del magistero ordinario bisogna rapportarsi con “ossequio di intelletto e volontà”, bisogna considerare, infatti, che il magistero solenne espresso nel Concilio Lateranense IV su angeli e demoni implica una vincolante adesione di fede. La posizione di Abascal, pertanto, si pone all’infuori del magistero ordinario e straordinario-solenne.
L’esistenza reale del diavolo, quale soggetto personale che pensa e agisce e che ha fatto la scelta di ribellione a Dio, è una verità di fede che fa parte da sempre della dottrina cristiana. Tale verità viene ribadita da un documento della Congregazione della fede, pubblicato da «L’Osservatore Romano» il 26 giugno 1975. Il testo esamina in maniera circostanziata la dichiarazione del concilio Lateranense IV, di cui riconosce l’importanza teologica, in relazione anche al diavolo e ai demoni: «L’enunciato che li concerne si presenta come un’affermazione indiscussa della coscienza cristiana». Esso, infatti, è inserito nel simbolo di fede, che il concilio ha riproposto a tutta la Chiesa, e, pertanto, appartiene alla regola universale della fede. Del resto tale insegnamento corrisponde a tutta la tradizione dei Padri della Chiesa e dei Papi.
In precedenza Paolo VI, il 15 novembre 1972, durante l’udienza generale del mercoledì, affronta il tema in questione. Partendo dal male esistente nel mondo, egli dichiara che esso è «occasione ed effetto di un intervento in noi e nel nostro mondo di un agente oscuro e nemico, il demonio. Il male non è più soltanto una deficienza, ma un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Misteriosa e paurosa». Prosegue affermando decisamente la necessità di credere che il diavolo è un essere creato da Dio (che successivamente con libera scelta, ha radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno) e non come un principio assoluto indipendente o come semplice simbolo del male: «Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscere» la realtà del demonio. A sostegno di questa tesi sono riportate numerose citazioni bibliche, dopo le quali il Papa ribadisce che il diavolo «è il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Sappiamo così che questo essere oscuro e conturbante esiste davvero».
Papa Francesco, dopo la sua elezione al soglio pontificio (2013), in diverse circostanze ha ribadito con insistenza e fortemente la realtà del demonio. Nella sua Esortazione Apostolica Gaudete et exultate (19 marzo 2018) si è soffermato a lungo sulla tematica demoniaca, puntualizzando nel cap. 5 alcune brevi ma incisive delucidazioni. Il pontefice prende l’avvio dal fatto che la vita cristiana, nel suo cammino verso la santità, è un combattimento permanente (n.158), in cui occorre forza e coraggio per resistere alle tentazioni del diavolo. Ciò costituisce il dato concreto che non si può trascurare, anzi forma le condizioni per rafforzare la propria configurazione spirituale (n.159). Il Papa precisa che quando si parla della lotta contro il demonio, non si tratta di un contrasto con la mentalità mondana né con le inclinazioni personali verso il male, ma più puntualmente ci si riferisce a una lotta contro un essere reale, «che è il principe del male». Con questa espressione viene sottolineata la dimensione di soggetto o persona nella sua concretezza, cioè una entità sussistente reale, che si chiama ed è il Maligno. Gesù stesso lo ha sconfitto e se ne rallegra (Lc 10,18).
Il Papa spiega che ai tempi di Gesù si poteva intendere una malattia, quale l’epilessia, come un’azione demoniaca, tuttavia bisogna riconoscere che Gesù ha compiuto molteplici liberazioni di ossessi. L’azione diabolica conferma la reale esistenza del diavolo e la sua costante presenza, fin dall’inizio della creazione, come risulta dalle prime pagine delle Scritture, in riferimento al racconto genesiaco della seduzione del serpente verso la prima coppia umana, Adamo ed Eva. Quindi non si può sostenere che «il demonio non esiste o non agisce». Il pontefice dice che Gesù stesso, quando ha insegnato ai discepoli la preghiera del Padrenostro, ha posto come ultima richiesta di essere liberati dal male: «L’espressione che lì si utilizza non si riferisce al male in astratto», ma propriamente e concretamente si indica il Maligno, che è un essere personale, il tentatore.
Il Papa fa un accenno agli errori che si diffondono attorno alla figura di Satana (n.161): «Non pensiamo dunque che sia un mito, una rappresentazione, un simbolo, una figura o un’idea. Tale inganno ci porta ad abbassare la guardia, a trascurarci e a rimanere più esposti». L’affermazione è chiara e non ammette dubbi o discussioni sull’esistenza reale di Satana. Rientra nella dottrina della Chiesa che va accettata e creduta. Se si nega tale verità, prosegue il papa, si cade facilmente sotto le grinfie del diavolo, che «come leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1 Pt 5,8).
Quindi la Chiesa fondandosi sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione Apostolica ufficialmente insegna che il demonio è una creatura e un essere personale, e mette in guardia da coloro che, come il padre Sosa lo ritengono solo un simbolo.
Come Associazione Internazionale Esorcisti, ci piace terminare riportando quanto affermato dalla Conferenza Episcopale Italiana al n. 5 della Presentazione della versione italiana nuovo Rito degli Esorcismi, promulgato dalla Santa Sede il 22 novembre 1998 (De exorcismis et supplicationibus quibusdam):
«Il discepolo di Cristo, alla luce del Vangelo e dell’insegnamento della Chiesa, crede che il Maligno e i demoni esistono e agiscono nella storia personale e comunitaria degli uomini. Il Vangelo, infatti, descrive l’opera di Gesù come una lotta contro Satana (cf. Mc 1, 23-28; 32-34; 39; 3, 22-30 e passim). Anche la vita dei suoi discepoli comporta una battaglia che “non è contro creature fatte di carne e di sangue, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male (Ef 6, 12)».
Infine, oltre a prendere atto della chiara posizione Papa Francesco espressa nei saluti inviati ai partecipanti ai Convegni Internazionali degli Esorcisti, per approfondire la conoscenza dell’insegnamento della Sacra Scrittura e del Magistero della Chiesa circa la reale esistenza e attività del mondo demoniaco, consigliamo la lettura delle seguenti relazioni riportate nel blog dell’Associazione Internazionale Esorcisti: aiepressofice.com
Relazione del Vescovo Mons. Raffaello Martinello.
Relazione del Vescovo Mons. Giovanni Rinaldi.
Relazione del Cardinale Salvatore De Giorgi.
Studio a cura dell’Associazione Internazionale Esorcista.
Articolo a cura dell’Associazione Internazionale Esorcista.
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