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Le due sorelline schiacciate dalla caduta di un albero in tenda. L’urlo disperato del papà

Jannat e Malak sono morte schiacciate da un albero, nella loro tenda bianca e celeste, tutto fortuito, ed una disperazione del cuore che lascia tutti storditi.




Questione di ore e di centimetri, la mira del destino colpisce a caso e non va ferie, mai, neanche il 30 di agosto se una tromba d’aria decide di entrare nella vita come una lama: sotto il piccolo rifugio di tela, qui in una delle piazzole del camping Verde Mare, c’erano altre cinque persone e quando le radici del pioppo di 4 metri si sono alzate da terra, Jannat e Malak stavano dormendo rannicchiate verso il bordo della tenda. La prima, due anni è mezzo, è morta subito.

La tenda della disgrazia
La tenda della disgrazia

La sorella di 14 è stata trasferita in ambulanza all’ospedale di Massa in condizioni gravissime (l’elicottero Pegaso non era riuscito ad atterrare per colpa delle raffiche di vento) e un‘equipe di dodici persone ha provato a salvarle la vita. Malak era una promettente judoka, la sua fibra l’ha sostenuta per un’ora e poi, come la sorellina più piccola, se n’è andata per le emorragie interne determinate dallo schiacciamento.

La disperazione del papà

La macchina familiare grigia si avvicina piano, l’uomo alla guida ha lo sguardo fisso. Accanto a lui la figura immobile di Hicham Lassiri. Il padre di Jannat e Malak non scende dall’auto e cerca con gli occhi la tenda bianca e celeste, la intravede da lontano sotto l’albero piegato accanto ai materassini, i trolley rovesciati, le ciabatte da mare, i costumi, la borsa piena di viveri, gli altri resti innocenti dello strazio. Sono le 15.45, il respiro del campeggio si ferma di fronte alla scena di questa ricongiunzione a distanza. Otto ore dopo Hicham torna dov’è finita una parte di se stesso, si porta le mani al volto, guarda verso l’alto e il suo grido («Perché? Perché?») diventa la voce di tutto il campeggio. Un carabiniere si avvicina al finestrino, l’auto fa una lenta retromarcia e da un bungalow esce correndo Tari, il figlio di nove anni che era stato accolto dai vicini.

L’abbraccio con il padre rende il silenzio ancora più denso. Storia di due morti in vacanza e di un viaggio fatto in Italia per sfruttare il bonus Covid, maledetta pandemia, altrimenti i Lassiri sarebbero tornati da Torino come sempre in Marocco, una volta all’anno, perché i nonni volevano vedere quanto erano cresciuti i nipoti.

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