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Le giovani africane studiano a rischio della vita

Le giovani africane rischiano ogni giorno la vita semplicemente perché vogliono ricevere un’educazione. Lo rivela, pur senza fornire numeri precisi, l’ultimo rapporto diffuso ieri a Ginevra dall’alto commissariato dell’Onu per i Diritti umani, secondo il quale la maggior parte degli attacchi contro le scuole registrati in settanta Paesi del mondo dal 2009 al 2014 hanno preso di mira in particolare le ragazze.

Dunque, il fenomeno non è circoscritto all’Africa, ma proprio in questo continente ha avuto la maggiore intensificazione nel periodo preso in esame dal rapporto.

«Attacchi mirati alle ragazze che accedono all’istruzione, alle loro famiglie e ai loro insegnanti sono usati per inviare un messaggio forte e simbolico del ruolo socioculturale e lo status di ragazze e donne», affermano gli esperti dell’Onu.

Tra i casi riportati c’è quello delle oltre duecento studentesse sequestrate dal gruppo terrorista islamista Boko Haram lo scorso aprile a Chibok, nello Stato nordorientale nigeriano del Bordo e delle quali da allora non si hanno notizie certe. Analoghi episodi, che non hanno avuto la stessa risonanza mediatica internazionale, si sono intensificati, oltre che in Nigeria, in altri Paesi africani, in particolare nel Mali, ma anche nella Repubblica Centroafricana e nella Repubblica Democratica del Congo.

Il rapporto, come detto, fa riferimento anche a numerosi casi fuori dall’Africa, come il sequestro e lo stupro di giovani in una scuola indiana cristiana nel 2013 e l’attacco del 2012 a Malala Yousafzai, l’attivista pakistana alla quale l’anno scorso è stato conferito il premio Nobel per la pace. Esposte a queste violenze sono anche le studentesse di Siria, Iraq, Myanmar, Filippine, Indonesia.

Sotto accusa sono soprattutto i gruppi di matrice fondamentalista religiosa, islamica e non solo. Tuttavia, questo genere di violenze contro le giovani e i loro insegnanti hanno anche matrici diverse. In alcuni Paesi dell’America centrale, come El Salvador e Haiti, le studentesse vengono molestate e aggredite sessualmente da bande criminali. Così come in molti Paesi l’istruzione femminile ha tra i propri principali nemici i trafficanti di esseri umani.
«Gli attacchi all’istruzione delle ragazze hanno un effetto a catena», ricordano gli estensori del rapporto, ammonendo che questo genere di violenze allontana le giovani dalle scuole e aumenta il rischio che possano essere costrette a subire lo sfruttamento.

L’Osservatore Romano, 11 febbraio 2015.

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