Obama ha chiarito la posizione della NATO, magari eliminando l’intermezzo strategico della “lead form behind”, aperta tre anni fa. La NATO si trova costretta ad intraprendere manovre poco credibili per quanto concerne il proseguimento in caso di reazione russa. Intanto le dimissioni dell’Ammiraglio Teniukh hanno posto la problematica dell’assunzione di responsabilità del vertice a fronte di un clima di diffusa incertezza. Il popolo tartaro resta in balia delle rivendicazioni russe spinte da forti ragioni etniche che non lasciano presagire nulla di buono. L’Europa, come sempre, non mostra una chiara linea ma d’altronde le banche Europee sono esposte per 156 miliardi di dollari in Russia, mentre Unicredit per il 2% dei suoi asset totali, ossia 24,4 miliardi. Siamo sicuri che, viste le premesse, si voglia porre in discussione ogni rapporto commerciale con la Russia? Mentre si attende, le 193 basi ucraine della regione sono passate con la Russia. La domanda è quanto tempo si ha ancora per decidere? Sono passate già alcune settimane, lo scontro militare è forse rimandato ma la tragedia sociale prosegue! La complicata situazione politica dell’Ucraina e Crimea, non è aiutata dalla continua e martellante campagna mediatica. I mezzi di comunicazione, sono diventati ormai una sorta di “tribunale”, da dove si lanciano sentenze definitive. L’informazione manipolata secondo gli interessi dei potenti non aiuta la Verità. A subire questa orribile “guerra bianca”, è il popolo! Intanto il Patriarcato di Mosca ha condannato duramente la Chiesa greco-cattolica (uniate) in Ucraina per essersi “immischiata” nella politica, durante la crisi in corso nel Paese. Continuano le denunce di “intolleranza religiosa” rivolte dalla Russia a Kiev, che respinge puntualmente le accuse al mittente, ricordando che tutte le confessioni sono state unite contro la violenza e per un percorso europeo.
La questione religiosa è stata, inoltre, al centro di un botta e risposta tra Mosca e Kiev, il cui ministero della Cultura ha rimandato al mittente le accuse di “intolleranza religiosa” legate a presunte minacce e confische di parrocchie ortodosse del patriarcato di Mosca in Ucraina. Il dipartimento per gli affari religiosi del dicastero ha fatto sapere che non vi è stato alcun episodio del genere e ha ricordato che le proteste del Maidan hanno invece visto “tutte le Chiese, compresa quella ortodossa ucraina” prendere le difese della gente. Intanto, prosegue il pressing diplomatico sulla Russia per impedire l’allargamento della crisi ucraina, dopo l’annessione della Crimea: il presidente Usa Barack Obama è a Bruxelles per un vertice con i leader Ue Barroso e Van Rompuy, in cui si discuteranno possibili nuove sanzioni. a cura di Flavio Britti e Francis Marrash