Caro Dio,
come sempre Ti scrivo dal mio solito taccuino, dal mio solito posto, nella solita ora. Sono trascorsi tre anni da quando sono in guerra e tu, quando qui tutto va a rotoli, dipingi il cielo di un rosso intenso per la miliardesima volta, ma non mi stancherò mai di vederti all’opera. La vita qui procede come sempre: i due fronti si sono scontrati nuovamente, soprattutto da quando è arrivato quel Napoleone con le sue nuove armi distruggenti. Non so come fare: ogni giorno c’è distruzione e cadaveri ovunque e le sorti dell’incontro non sono ancora state divulgate; prima o poi toccherà anche a me morire.
Ancora non ho potuto assaporare la bellezza di Mosca a fondo, poiché sono confinato tutto il giorno nel mio accampamento ad allenarmi con spada e fucile (sempre fedele allo Zar e alla patria) per difendermi da quell’ombra oscura che è la morte. Potrei essere il miglior spadaccino e il più preciso con i fucili , potrei essere il più simpatico nel mio gruppo o il miglior generale, tenente o altro, ma la noia di questo posto è angosciante, quasi deprimente se non fosse per te, che ci sei sempre.
Perché fai questo, Signore? Perché lasci che le persone si ammazzino tra di loro? Perché hai scelto che molti dei miei amici morissero sul campo di battaglia? Perché non intervieni Tu e metti tutto in regola? Da piccolo mi dicevano che l’uomo non poteva essere perfetto, che qualche difetto lo doveva avere, e ho continuato a vivere con questa filosofia per molto tempo, ma da quando sono in guerra ho capito che la risposta è un’altra: l’uomo è perfetto, anche se Adamo ed Eva Ti hanno disubbidito mangiando la mela, ma è proprio l’ uomo a non voler esserlo: egli non ha fatto altro, per milioni di anni, a migliorarsi attraverso nuove tecnologie, che partono con la scoperta del fuoco e terminano con l’ ultima innovazione nel campo delle armi. Egli ha scelto di rinunciare alla perfezione dell’anima per essere perfetto nel mondo esteriore, accecato dal potere; ma non si è reso conto che proprio accanto a lui ci sei Tu e che basta credere in te per essere perfetti.
L’uomo è come il sole: periodicamente splende ed è pieno di passioni, a volte però è assente e spento e si lascia sovrastare dal peccato (la notte) e non tiene conto di chi lo ha creato. Ora ti saluto , è calata la notte, il sole si è spento come il mio animo da quando sono in guerra, ma, se Tu lo vuoi, risplenderà di nuovo domani e io mi riaccenderò di passioni.
Questo racconto, scritto da Manfredi Pirajno, è risultato vincitore del premio “originalità” al concorso “iPlay new… you Play old – verso un’autentica vita felice”, svoltosi a Terrasini (PA) e sponsorizzato da Cogitoetvolo.
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