L’attore, drammaturgo e regista è scomparso nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Una lunghissima carriera, i successi in teatro, al cinema e in tv. La famiglia: “Sarà ricordato come merita nei tempi e modi da definire”
Gigi Proietti aveva un rapporto molto intenso con la spiritualità e la fede.
Due le occasioni nelle quali ha interpretato personaggi che si rifanno ad appassionanti figure del cristianesimo. Nel 2010 è stato San Filippo Neri in Preferisco il paradiso. «Bisogna fare una distinzione: san Filippo Neri era chiamato il “santo della gioia” e la gioia in senso religioso è qualcosa di più profondo, ma era anche allegro, così dicono le cronache del tempo», disse il popolare attore, «a me è piaciuto per questo aspetto.
Anzi, credo che uno dei motivi per cui hanno pensato a me sta proprio nella mia allegria: non che stia sempre a ridere, però provo a trovare il lato divertente delle cose. San Filippo aveva, poi, un doppio aspetto, assolutamente non dicotomico: la vocazione alla preghiera, alla solitudine e il desiderio di esternare, di stare in mezzo alla gente. Fu un Santo gioiosamente vissuto in carità».
Nel 2013 nella fiction L’ultimo papa re, l’attore ha vestito i panni del cardinal Colombo, capo della polizia pontifica nella Roma del 1867, porporato emblematico, fedelissimo a papa Pio IX.
“Mi incuriosisce Sant’Ignazio”
Iniziato al sacro fuoco dell’arte quando da studente di giurisprudenza per pagarsi agli studi universitari, Gigi Proietti lavorava come cantante nei locali e per caso decise di iscriversi a un corso di teatro alla Sapienza di Roma. Il protagonista di di Febbre da cavallo e il Maresciallo Rocca ha confessato di subire molto il fascino dei santi: «Mi intriga conoscere i loro dissidi, le vicissitudini che li hanno portati all’onore degli altari – aveva detto in una intervista ad A Sua Immagine (8 novembre 2014)