Da allora il suo impegno per spiritualizzare e rendere interiore l’eredità del Gius (come i ciellini chiamano il fondatore) è stato costante. Il suo compito non è facile ed a proposito della questione omosessuale (ma non solo) lo si vede chiaramente. “C’è bisogno di uno spazio di libertà – dice nell’intervista a proposito di unioni civili e omogenitorialità – che permetta un dialogo che non costruisca muri ma inizi processi”. Sono praticamente le stesse parole di Papa Francesco dell’ 8 maggio 2013 quando parlò di ponti e muri e condannò quei cristiani che agli altri dicono: “Noi abbiamo la verità: questa è! Se voi non l’accettate, andate via“.
Nell’intervista, senza parlarne apertamente, si spiegano ancor meglio i motivi per cui Comunione e Liberazione decise di non aderire alla manifestazione di Piazza San Giovanni del 20 giugno, suscitando le ire della rivista Tempi e di molti parlamentari vicini a CL.
I volumi del dissenso si alzarono a fine agosto, a Rimini, quando i dirigenti del Meeting furono costretti a silenziare Padre Carbone e il suo giro, dopo la dichiarazione per cui “Le coppie omosessuali sono più esposte a malattie cardiovascolari e suicidio“.
Forse chi lo avversa, si dimentica che Carrón è figlio di contadini ed è vissuto in una piantagioni di ciliegi, alberi che per attecchire, vivere e dare poi fiori e frutti meravigliosi, necessitano di tanta cura, pazienza e lavoro. Uno che se ne intende di ciliegi, se parla di libertà, verità, ponti e bellezza, io lo ascolto con attenzione. Se mi dice – come fa nell’intervista – che la verità ha bisogno solo della bellezza perché un ponte si fa contemplando e godendo e i ponti non si costruiscono con i muscoli dei muri “non prevalebunt” né con quelli dei “principi non negoziabili”, io gli do ragione.
La forza della bellezza e della verità sono il cemento che serve. Carrón non ha paura di parlare dei rischi che corre CL, come per esempio l’autoreferenzialità e confondere la fedeltà al carisma con la sua pietrificazione: cita la Arendt, una crisi è occasione di nuove risposte. Cita il Papa, cita Giussani.
Usa le parole degli altri come mattoni. Senza libertà non c’è amore e senza amore i processi di cui parla il papa diventano aule giudiziali con condanne e pene. Ma a noi non servono condanne: servono processi, sì, ma quelli per camminare insieme. E per camminare il ponte è indispensabile, i muri no. Julián dice parole che camminano. Non è una lezione, quest’intervista, ma l’innaffiatura abbondante necessaria per il ciliegio appena piantato. Quella che compatta radici e terra.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da L’Huffintonpost
In occasione della VIII Giornata Mondiale dei Poveri, celebrata nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco ha lanciato un accorato…
Santa Elisabetta d’Ungheria: vita e preghiera Santa Elisabetta, dopo essere rimasta vedova di Ludovico, conte di Turingia, abbracciò la povertà…
Santa Gertrude: ecco la storia della grande mistica Santa Gertrude, monaca e mistica tedesca, è considerata come l'iniziatrice del culto…
Un appuntamento storico: si svolse giovedì 14 novembre 2002, a Palazzo Montecitorio, la visita di Sua Santità Giovanni Paolo II…
Preghiera del mattino a Maria, la 'Regina del Cielo' Invoca la Beata Vergine Maria con la preghiera del mattino... Ecco…
Donna della Festa, prega per noi Santa Maria, donna del piano superiore, splendida icona della Chiesa, tu, la tua personale…