Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà come in Cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Preghiera
San Filippo, alla tua presenza io confesso l’ingratitudine con la quale ho corrisposto fin’ora all’amore di Dio, confesso di non essere stato capace di amare quella Bontà Infinita come tu L’hai amata sulla terra, non l’ho amata gratuitamente, né con tutto il cuore. Come ai tuoi figli devoti hai impetrato fiamme d’amore divino, così ottienile per me, perché possa anch’io staccare il mio cuore dalle creature e non curarmi più delle vane attrattive del mondo. Ottienimi un amore puro ed efficace, perché solo Dio sia l’oggetto del mio cuore e il mio unico desiderio, nel tempo e per l’eternità. Amen.
DALL’ARCHIVIO PAPABOYS 3.0 – Un uomo che con la sua gioia e il suo calore umano fece riscoprire al suo tempo che i pastori di anime “dovevano stare con il popolo” per guidarlo e sostenerlo nella fede. È una delle considerazioni con le quali Papa Francesco
ricorda Filippo Neri, nel messaggio inviato alla Confederazione dell’Oratorio intitolata al grande Santo del Seicento, nel suo quinto centenario della nascita. Il servizio di Alessandro De Carolis:La sua fede profonda toccava il cuore di chi incontrava soprattutto attraverso il suo sorriso e la sua bonomia. In lui non c’era spazio per le pose austere che niente hanno a che fare col messaggio di gioia del Vangelo. Sono passati alla storia della Chiesa e di Roma il “calore umano”, la “letizia”, la “mitezza” e la “soavità” di Filippo Neri, che Papa Francesco descrive nel suo messaggio con toni di ammirazione e affetto, definendolo “luminoso modello della missione permanente della Chiesa nel mondo”.
Mai fosco né accigliato
Un sacerdote umile, che amava stare con il popolo, al cui apostolato si deve il fatto che, nella società del Seicento, “l’impegno per la salvezza delle anime tornava ad essere – scrive il Papa – una priorità nell’azione della Chiesa”. Un sacerdote innamorato di Cristo, che gli valse – nota Francesco – l’appellativo di “cesellatore di anime”, in particolare grazie alla “grande passione” con cui amministrava il Sacramento della Confessione. Un sacerdote paterno, il cui agire era “caratterizzato dalla fiducia nelle persone, dal rifuggire dai toni foschi ed accigliati, dallo spirito di festosità e di gioia, dalla convinzione che la grazia non sopprime la natura ma la sana, la irrobustisce e la perfeziona”.
Evangelizzare divertendo
“Si accostava alla spicciolata ora a questo, ora a quello e tutti divenivano presto suoi amici”, racconta il suo biografo e il Papa rammenta ancora che Filippo Neri “amava la spontaneità, rifuggiva dall’artificio, sceglieva i mezzi più divertenti per educare alle virtù cristiane, al tempo stesso proponeva una sana disciplina che implica l’esercizio della volontà per accogliere Cristo nel concreto della propria vita. Sua profonda convinzione era che il cammino della santità si fonda sulla grazia di un incontro – quello con il Signore – accessibile a qualunque persona, di qualunque stato o condizione, che lo accolga con lo stupore dei bambini”.
Figli della gioia di Filippo
Non accontentatevi di una “vita mediocre”, è l’invito che Francesco rivolge alla Confederazione dell’Oratorio di San Filippo Neri. Alla “scuola del vostro Fondatore, siete chiamati ad essere uomini di preghiera e di testimonianza per attirare le persone a Cristo. Ai nostri giorni, soprattutto nel mondo dei giovani, tanto cari a Padre Filippo, c’è un bisogno grande di persone che preghino e sappiano insegnare a pregare”. E soprattutto, conclude Francesco, conservate “questa gioia, caratteristica dello spirito oratoriano”, perché sia “sempre il clima di fondo delle vostre comunità e del vostro apostolato”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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