«Una parrocchia “di confine”. Si potrebbe definire così la chiesa di Sant’Anna, che sorge all’ingresso dell’omonima porta di accesso della Città del Vaticano, proprio nel punto in cui il territorio italiano lascia il posto a quello pontificio.
Questa sua particolare posizione ne fa un luogo aperto all’universalità, un punto di riferimento per poveri, bisognosi e pellegrini, una comunità multiforme e, allo stesso tempo, strettamente vincolata alSuccessore di Pietrola chiesa di Sant’Anna, una delle due parrocchie del Vaticano dove il Papa ha annunciato saranno ospitate due famiglie di profughi, anche se per ora è ancora tutto da organizzare. ». Questo è il “biglietto di visita” della
Il parroco di Sant’Anna è padre Bruno Silvestrini, un agostiniano che, con alcuni suoi confratelli, gestisce una realtà che è già a «portata di mano per fedeli e turisti che costeggiano le mura vaticane: la chiesa di Sant’Anna, infatti, è praticamente l’unico luogo pubblico di preghiera all’interno delle mura vaticane, entrando dall’ingresso della porta omonima, dove si può accedere senza bisogno di permessi».
Ed essendo parrocchia pontificia –i suoi confini coincidono con quelli della stessa Città del Vaticano, anche se esiste poi la parrocchia della Basilica Papale di San Pietro, curata da un altro agostianiano, padre Mario Bettero–, la sua vita quotidiana è strettamente legata al Papa e a quanti lavorano all’interno della Curia Romana: ogni giorno le porte della chiesa si aprono alle 5.45 del mattino per le celebrazioni e l’accoglienza dei dipendenti che, prima di andare al lavoro nei vari uffici e servizi della Curia romana, iniziano la giornata con la preghiera; poi durante l’arco di tutta la giornata, la chiesa diventa un luogo di accoglienza per tutti, sia residenti che stranieri.
Tanti, negli anni, anche i senza casa che vivendo nella zona di San Pietro si sono recati a sentire la messa aSant’Anna. Come Willy, il clochard morto a febbraio che tutte le mattine alle 7 seguiva la funzione religiosa, e i cui funerali sono stati celebrati proprio dentro la parrocchia e che poi è stato sepolto in Vaticano. E da oggi, come ha annunciato Papa Francesco durante l’Angelus, anche queste due parrocchie vaticane «accoglieranno in questi giorni due famiglie di profughi».
Redazione Papaboys (Fonte vaticaninsider.lastampa.it)
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