Entro a Milano come sacerdote. Lo ha ribadito nelle prime parole in periferia Papa Francesco: vengo a Milano come sacerdote. La Madonnina mi ha aspettato alle porte di Milano! Questa vostra Madonnina è stata restaurata, proprio come la Chiesa che ha sempre bisogno di essere restaurata. Lasciamoci restaurare da Dio, dalla sua misericordia, lasciamoci ripulire nel cuore!
So che a Milano mi aspetta la Madonnina – ha detto Papa Francesco – ma grazie al vostro dono la Madonna mi accoglie già da qui. Migliaia di persone in via Salomone per incontrare e salutare Papa Francesco. I primi sono arrivati dalle prime luci dell’alba, quando le case bianche erano ancora avvolte dalla nebbia. Qui Papa Francesco, dopo essere atterrato a Linate, accompagnato dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha visitato tre famiglie alle Case Bianche al civico 32, 38, 40 di via Salomone.
Ad accoglierlo una folla con tante bandiere di molti paesi, soprattutto del Sud America, la terra di Francesco: Nicaragua, Perù, Equador, Argentina, San Salvador, Bolivia, Messico. Cori: “Francesco, Francesco”. Su un balcone la bandiera albiceleste dell’argentina che una famiglia ha esposto per salutare il Papa assieme a quella del Vaticano.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Vi ringrazio per la vostra accoglienza. Tanto calorosa. Grazie. Grazie tante. Siete voi che mi accogliete all’ingresso in Milano, e questo è un grande dono per me: entrare nella città incontrando dei volti, delle famiglie, una comunità.
E vi ringrazio per i due doni particolari che mi avete offerto.
Il primo è questa stola, un segno tipicamente sacerdotale, che mi tocca in modo speciale perché mi ricorda che io vengo qui in mezzo a voi come sacerdote, entro in Milano come sacerdote. Questa stola non l’avete comprata già fatta, ma è stata creata qui, è stata tessuta da alcuni di voi, in maniera artigianale. Questo la rende molto più preziosa; e ricorda che il sacerdote cristiano è scelto dal popolo e al servizio del popolo; il mio sacerdozio, come quello del vostro parroco e degli altri preti che lavorano qui, è dono di Cristo, ma è “tessuto” da voi, dalla nostra gente, con la sua fede, le sue fatiche, le sue preghiere, le sue lacrime… Questo vedo nel segno della stola. Sacerdozio, dono di Cristo, ma tessuto da voi.
E poi mi avete regalato questa immagine della vostra Madonnina: com’era prima e com’è adesso dopo il restauro. (…) Io so che a Milano mi accoglie la Madonnina, in cima al Duomo; ma grazie al vostro dono la Madonna mi accoglie già da qui, all’ingresso. E questo è importante. Mi ricorda la premura di Maria, che corre a incontrare Elisabetta. È la premura, la sollecitudine della Chiesa, che non rimane nel centro ad aspettare, ma va incontro a tutti, nelle periferie, va incontro anche ai non cristiani, anche ai non credenti…; e porta a tutti Gesù, che è l’amore di Dio fatto carne, che dà senso alla nostra vita e la salva dal male.
Ed è significativo il fatto del restauro: questa vostra Madonnina è stata restaurata, come la Chiesa ha sempre bisogno di essere “restaurata”, perché è fatta da noi, che siamo peccatori. Tutti. Siamo peccatori. Lasciamoci restaurare da Dio, dalla sua misericordia. Lasciamoci ripulire nel cuore, specialmente in questo tempo di Quaresima. La Madonna è senza peccato, lei non ha bisogno di restauri, ma la sua statua sì, e così come Madre ci insegna a lasciarci ripulire dalla misericordia di Dio, per testimoniare la santità di Gesù.
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Grazie di cuore per questi due doni! E soprattutto grazie per essere stati qui, per la vostra accoglienza e la vostra preghiera, che mi accompagna nell’ingresso a Milano. Il Signore vi benedica e la Madonna vi protegga. Per favore non dimenticatevi di pregare per me.
(Ave Maria …)
di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys