R. – Nella riunione di ieri al Ministero il sottosegretario Toccafondi ci ha assicurato che la legge di stabilità, almeno al momento, accredita duecento milioni per le scuole paritarie, facendo quindi un reintegro parziale rispetto alla somma che era stata tagliata. A questi duecento milioni si devono aggiungere altri 272 milioni, accreditati su un altro capitolo del bilancio dello Stato, per cui abbiamo un totale di 472 milioni. Rispetto allo scorso anno, questi 472 milioni confermano un taglio di 28 milioni, ma rispetto al 2010 abbiamo un taglio di 60 milioni. Per cui si sta definendo un profilo regressivo del finanziamento pubblico della scuola paritaria.
D. – Questo concretamente che cosa comporta? C’è rischio di chiusura di scuole, licenziamenti, un calo anche dell’offerta, della qualità dell’offerta?
R. – Certamente. Questo comporta chiusure, e abbiamo già molte chiusure di scuole paritarie cattoliche in giro per l’Italia; comporta una situazione di crisi generale, per cui dobbiamo ridurre gli investimenti nella formazione del personale, e questo a sua volta ricade anche sulla qualità dell’offerta formativa. Non riusciamo a modernizzare tutte le strumentazioni didattiche, a partire dalle strumentazioni moderne digitali. Quindi ci troviamo in grossa difficoltà, a fronte di un dibattito che ha come tema la buona scuola
, cioè una scuola buona di qualità. Ora, la scuola cattolica, da sempre, persegue la qualità, ma la qualità è possibile se ha le condizioni oggettive perché possa essere realizzata.D. – Ma questo, secondo lei, perché? Vi è ancora un pregiudizio ideologico nei confronti delle scuole paritarie, nonostante ci sia una legge che prevede in sostanza una piena parità?
R. – Ancora perdura questa pregiudiziale nei confronti della scuola paritaria. In Italia non si capisce il valore, la funzione della scuola paritaria, per cui la si guarda quasi con ostilità, la si sopporta, a differenza di quanto avviene in tutta Europa, dove il finanziamento pubblico è scontato, a fronte di una garanzia di un servizio di qualità. Ora, noi non chiediamo privilegi, chiediamo il riconoscimento di un diritto, che è la libertà di scelta educativa delle famiglie.
D. – E’ deluso dall’atteggiamento di questo governo su questo fronte?
R. – Per quanto ci viene detto, il governo, o comunque alcuni rappresentanti del governo, dicono di avere fatto tutto il possibile per aumentare l’accreditamento alla scuola paritaria. Sta di fatto, però, che le somme accreditate poi concretamente sono inferiori rispetto a quelle degli anni precedenti.
Fonte. Radio Vaticana
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