“Perché ancora questa storia? Perché adesso?”: sono le domande di don Mimmo Battaglia, presidente della Fict (Federazione Italiana Comunità Terapeutiche), a proposito del disegno di legge per la depenalizzazione della cannabis presentato dal senatore del Pd, Luigi Manconi. In un intervento dal titolo “Un modo come l’altro per ‘raschiare il fondo’”, don Battaglia anzitutto rileva che “adesso, più che in passato, le neuroscienze hanno ampiamente dimostrato i danni dei cannabinoidi sul sistema nervoso, specie quando assunti prima dei vent’anni, nell’età del maggiore sviluppo cerebrale”. S’interroga quindi se questa proposta non sia forse “un modo in più per fare cassa per un Paese in affanno? O una strategia per ricercare consenso facile da parte di una classe politica dall’immagine a dir poco appannata?”. Si chiede poi se “l’unico modo per risolvere un problema è smettere di chiamarlo problema normalizzandolo, all’idea che solo il fatto che una pratica sia diffusa la renda dapprima normale e poi legale. Se questo vale per il fumo di cannabis perché non dovrebbe valere anche per l’evasione fiscale e la corruzione?”.
Riflettendo sulla legalizzazione della cannabis, don Battaglia afferma poi: “Oggi mi hanno rassicurato sul fatto che se la produzione e la distribuzione della marijuana diventasse legale non si correrebbe nemmeno il solo rischio di cambiare padrone (dalla mafia allo Stato) ma si creerebbero due mercati paralleli come già succede per parecchi prodotti”. Circa la carcerazione legata a spaccio di droga, sottolinea l’importanza della “prevenzione, riscatto e recupero dal carcere” come impegno dei centri della Federazione Fict. Conclude assicurando che “i nostri sforzi, le nostre intelligenze e le nostre competenze hanno bisogno di trovare un alleato importante nello stato e nelle istituzioni così da permettere il diritto alla cura anche per chi, utilizzando marijuana, ne rimanga in qualche modo compromesso. Ma la sfida più importante resta quella educativa!”. (Agenzia Sir)