Avendo fatta la Santa Comunione stavo facendo i miei soliti ringraziamenti, ed il mio Sommo Bene Gesù si faceva vedere afflitto e taciturno, come se sentisse il bisogno della compagnia; ed io stringendomi a Lui cercavo di consolarlo con l’esibirmi [nello] starmi con Lui sempre unita, per non lasciarlo mai solo, e Gesù [ne] pareva tutto contento e, per sfogare il suo dolore, mi ha detto: “Figlia mia, siimi fedele a non lasciarmi mai solo, perché la pena della solitudine è la più opprimente; perché la compagnia è l’alimento dello sfogo di chi soffre, invece senza compagnia si soffre il dolore e si è costretti a sentire la fame, perché manca chi le dà lo sfogo dell’alimento; manca tutto, e forse manca chi potesse offrire il sollievo, fosse pure una medicina amara. (A scrivere queste parole è Luisa Piccarreta – 8 Gennaio 1933, Vol. 31, di Libro di Cielo, Cap. 24; Apostola della Divina Volontà)
Figlia mia, quante anime Mi ricevono Sacramentato nei loro cuori e Mi mettono in solitudine! Mi sento in esse come dentro d’un deserto, come se non [loro] appartenessi. Mi trattano da estraneo; ma sai perché? Non prendono parte alla mia vita, alle mie virtù, alla mia santità, alle mie gioie ed ai miei dolori. Compagnia significa prendere parte a tutto ciò che fa e soffre la persona che gli sta vicino. Quindi, ricevermi e non prendere parte alla mia vita, è per Me la solitudine più amara; e, restando solo non posso [dir loro] quanto brucio d’amore per loro e perciò resta isolato il mio amore, la mia santità, la mia virtù, la mia vita, insomma tutto è solitudine in Me e fuori di Me.
Oh, quante volte scendo nei cuori e piango, perché Mi veggo solo! E quando scendo, vedendomi solo Mi sento non curato, né apprezzato, né amato, tanto che son costretto dalla loro noncuranza a ridurmi al silenzio ed alla mestizia. E siccome non prendono parte alla mia Vita Sacramentale, Mi sento appartato nei loro cuori e, vedendomi che non ho che fare, con pazienza divina ed invitta, aspetto la consumazione delle Specie Sacramentali – dentro delle quali il mio Fiat Eterno Mi aveva imprigionato -, lasciando appena le tracce della mia discesa; perché nulla ho potuto lasciare della mia vita Sacramentale, forse le sole mie lacrime, perché, non avendo preso parte alla mia vita, mancava il vuoto dove poter lasciare le cose che a Me appartengono e che Io volevo mettere in comune con loro. Perciò si veggono tante anime che Mi ricevono Sacramentato e non danno di Me: sono sterili di virtù, sterili d’amore, di sacrificio. Poverelle, si cibano di Me, ma siccome non Mi fanno compagnia restano digiune! Ahi, a quali strette di dolore e di crudele martirio è messa la mia Vita Sacramentale! Molte volte Mi sento affogato d’amore, vorrei sbarazzarmi e sospiro di scendere nei cuori, ma ahimè, sono costretto ad uscirmene più affogato di prima! Come potevo sfogare se neppure hanno fatto attenzione alle fiamme che Mi bruciavano? Altre volte la piena del dolore Mi inonda, sospiro un cuore per avere un sollievo alle mie pene, macché! Vorrebbero che Io prendessi parte alle loro, non loro alle mie! E [Io] lo faccio: nascondo i miei dolori, le mie lacrime, per consolarli, ed Io resto senza il sollievo sospirato! Ma chi può dirti i tanti dolori della mia Vita Sacramentale, e come sono più quelli che Mi ricevono e Mi mettono in solitudine nei loro cuori – ma solitudine amara! – che quelli che Mi fanno compagnia? E quando trovo un cuore che Mi fa compagnia, metto in comunicazione la mia Vita con essa, lasciandole il deposito delle mie virtù, il frutto dei miei sacrifici, la partecipazione della mia Vita; ed Io la scelgo per mia dimora, per nascondiglio delle mie pene e come luogo di mio rifugio, e Mi sento come contraccambiato del sacrificio della mia Vita Eucaristica, perché trovo chi Mi spezza la mia solitudine, chi Mi asciuga le lacrime, chi Mi dà libertà di farmi sfogare il mio amore ed i miei dolori. Sono esse che Mi servono di specie viventi; non come le Specie Sacramentali che nulla Mi danno, solo che Mi nascondono, il resto faccio tutto da Me solo! Non Mi dicono una parola che spezzi la mia solitudine, sono Specie mute! Invece nelle anime che Mi servono come specie viventi, svolgiamo la vita insieme, palpitiamo d’un solo palpito; e se la veggo disposta, le comunico le mie pene e continuo in essa la mia Passione: posso dire che dalle Specie Sacramentali passo nelle specie viventi per continuare la mia vita sulla terra, non da solo ma insieme con essa!
Tu devi sapere che non sono più in mio potere le pene, e le vado chiedendo, per amore, a queste specie viventi delle anime, ché Mi suppliscano a ciò che a Me manca. Perciò, figlia mia, quando trovo un cuore che Mi ama e Mi fa compagnia dandomi libertà di fare quello che voglio, Io giungo agli eccessi, non ci bado a nulla, do tanto che la povera creatura si sente affogare dal mio amore e dalle mie grazie. Ed allora non resta più sterile la mia Vita Sacramentale quando scendo nei cuori, no, ma [si] riproduce, bilocando e continuando la mia vita in essa. E queste sono le mie conquistatrici, ché somministrano a Questo povero indigente di pene la loro vita; e Mi dicono: ‘Amor mio, Tu avesti il tuo turno di pene e finì; ora è il mio turno, perciò lasciami che Ti supplisca e che io soffra in vece tua’. Ed oh, come ne resto contento! La mia Vita Sacramentale resta al suo posto d’onore perché riproduce altre sue vite nelle creature. Perciò, sempre insieme con Me ti voglio, affinché facciamo vita insieme e tu prendi a petto la mia Vita ed Io prendo la tua”.
ADORANDO GESU’ PRESENTE IN NOI SACRAMENTALMENTE
Gesù, Ti amo, per me e per tutti, con la tua Volontà.
Gesù, Ti adoro, per me e per tutti, con la tua Volontà.
Gesù, Ti ringrazio, per me e per tutti, con la tua Volontà.
Gesù, Ti benedico, per me e per tutti, con la tua Volontà.
Gesù, Ti consolo, per me e per tutti, con la tua Volontà.
Gesù, Ti riparo, per me e per tutti, con la tua Volontà.
Gesù, Ti lodo, per me e per tutti, con la tua Volontà.
Gesù, Ti glorifico, per me e per tutti, con la tua Volontà, con quella stessa gloria che Tu hai da sempre nella tua Eterna, Divina Volontà.
Gesù, mio Bene, ricevendoti nel tuo Volere trovo presenti e come in atto tutti gli atti che Tu facesti nel riceverti Sacramentato, ed io li faccio miei e Te li ripeto, perché Tu possa trovare in me le stesse tue soddisfazioni, preghiere e riparazioni. Nel tuo Volere voglio tenere compagnia con i miei atti – imprimendovi il mio Ti amo, Ti adoro, Ti ringrazio e Ti benedico – ad ogni atto fatto dalla tua Umanità Santissima nella Volontà Divina. Voglio, con Te, percorrere tutte le Comunioni delle creature di tutti i tempi, per dare a Te, ed in Te dare al Celeste Padre, la gloria, l’onore, l’adorazione, la riparazione, i ringraziamenti, le benedizioni e le lodi, in modo divino, per ciascuna Comunione di creatura; e voglio unirmi con le Comunioni Sacramentali della nostra Celeste Mamma che, sempre, corse insieme con Te in ogni cuore che Ti riceveva Sacramentato, in tutti i secoli, per difenderti da ogni offesa e ripetere e darti gli stessi atti tuoi.
Ed io son venuto, o Gesù, a riceverti nella tua Volontà, racchiuso nel Cuore della dolce Mamma, unito con la tua Umanità e la tua Divinità, per rinnovarti tutto il piacere che Tu provasti quando comunicasti Te stesso. E contenendo Tu in Te tutte le creature, stando tutto Tu in me intendo con Te e con la Madre Regina discendere nel cuore di tutte le creature che Ti ricevono per riceverti in esse e riparare con le stesse riparazioni tue e della Madre SS., che faccio mie, a tutte le Comunioni mal fatte, a tutte le profanazioni Eucaristiche, a tutte le offese che ricevi in tutti i tabernacoli del mondo. Voglio riparare al dolore che il tuo adorabile Cuore sente nel trovarsi tra mani indegne e poggiato su lingue impure e mordaci. Con le tue riparazioni Ti riparo, o dolce mio Bene, per tutti coloro che sono ingiusti, che opprimono, che giudicano in modo iniquo; Ti riparo per tutte le offese che ricevi da questa nostra generazione che rifiuta Te, suo unico Signore e Dio; e Ti riparo per i peccati dei tuoi Ministri: immergi la Chiesa, tua Sposa, nel tuo SS. Sangue e rendila senza macchia, perché sia lo specchio della tua SS. Umanità, a gloria del Divin Padre.
Vita mia, Gesù, chiamo tutte le umane generazioni, chiamo tutte le creature della terra dalla prima all’ultima, a ringraziarti qui con me. Intendo darti, o dolce mio Amore, il bacio e l’abbraccio di tutti; ed in Te voglio dare al Padre, la soddisfazione di tutto l’amore che Gli deve ogni uomo, in special modo per quelli che non Lo amano.
Nella tua Volontà io Ti amo e Ti riparo, o mio Gesù, a nome di tutti, supplicandoti di inventare stratagemmi d’amore intorno ai cuori più duri per convertirli.
Gesù, depongo ai tuoi piedi l’adorazione, la sudditanza di tutta l’umana famiglia, depongo sul tuo Cuore il bacio di tutti, nelle tue labbra imprimo il mio bacio per suggellare il bacio di tutte le generazioni, con le mie braccia Ti stringo per stringerti con le braccia di tutti, per portarti la gloria di tutti, le opere di tutte le creature. Ogni passo, ogni respiro, ogni palpito, ogni mio movimento sia fatto nella tua adorabile e Divina Volontà, perché è come se tutti Ti lodassero, Ti chiamassero, Ti benedicessero e Ti ringraziassero; perché Tu vuoi solo il ringraziamento, l’adorazione e la lode per tutto e per tutti. Grazie, Gesù, per me e per tutti!
O mio Gesù, prendo tutti i beni che sono sparsi nella Volontà Divina e li metto intorno a Te come omaggio di amore e di gloria. Metto intorno a Te, come doni miei, tutti gli Atti del Fiat della Creazione, della Redenzione e della Santificazione. Chiedo alla Trinità SS., alla Regina del Cielo, a tutti gli Angeli e Santi ogni Atto loro e Te li offro come omaggi di riconoscente amore. Mio amabile Gesù, Ti do tutti i tuoi stessi doni; Ti do tutti gli atti della tua Umanità, tutta la tua Redenzione, tutti i tuoi meriti, tutta la tua Passione, ogni goccia del tuo Sangue, ogni tua piaga, ogni tua spina. Ti do il tuo Amore per ristorare le Tue amarezze; Ti do il tuo Cuore per ristorarti delle nostre freddezze, incorrispondenze, ingratitudini e poco amore delle creature; Ti do le tue armonie per rinfrancarti l’udito dagli assordamenti che ricevi con le bestemmie; Ti do la tua bellezza per rinfrancarti delle bruttezze delle anime nostre quando ci infanghiamo nella colpa; Ti do la tua purità per rinfrancarti delle mancanze di rettitudine d’intenzione e del fango e del marciume che vedi in tante anime. Ti do la tua immensità per rinfrancarti delle volontarie strettezze in cui si mettono le anime; Ti do il tuo ardore per bruciare tutti i peccati e tutti i cuori, affinché tutti Ti amino e nessuno più Ti offenda; Ti do tutto ciò che sei Tu per darti soddisfazione infinita, amore eterno, immenso ed infinito.
Mio Gesù, credo nel tuo amore verso di me; prendo tutto e tutti nella tua Volontà, perché Ti amo; e voglio amarti, lodarti, glorificarti, ringraziarti, benedirti, ripararti, adorarti, per me e per tutti, nel tuo Divino Volere, per la tua maggiore gloria e per la santificazione universale. Amen.
di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys
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