Lettura e commento al Vangelo di Giovedì 23 Luglio 2020 – Gv 15,1-8: “Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.”
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Parola del Signore
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Una delle patrone d’Europa, insieme alla sua contemporanea medioevale Caterina da Siena, è santa Brigida da Svezia, madre e religiosa, che oggi celebriamo con gioia.
Dopo Santa Maria Maddalena, oggi la Chiesa celebra un’altra donna straordinaria, di quelle donne così poco considerate da una società e una cultura spesso maschiliste e che, pure, nella logica di Dio hanno più volte salvato l’annuncio del Vangelo.
Quando gli uomini di Chiesa, in questo caso intesi proprio come maschi, combinano pasticci e si allontanano da Dio, quando i re e gli imperatori se le danno di santa ragione per mostrare la loro virilità, ecco che lo Spirito Santo invia in mezzo a noi, donne brucianti d’amore e di verità come fu Brigida.
Nata in Svezia, diventata moglie molto giovane, ebbe otto figli che educò alla fede cristiana. Per questioni di parentela abitò anche presso la corte dando consigli prudenti ai reali. Dopo un pellegrinaggio a Compostela fatto con suo marito, i figli ormai sufficientemente grandi, presero entrambi la decisione, possibile allora, di ritirarsi in monastero.
In quel periodo Brigida fu destinataria di molte rivelazioni da parte di Gesù: accesa di passione iniziò a girare l’Europa ammonendo e consigliando. Ne aveva per tutti: re e principi e papi. Giunse fino a Roma e in Terrasanta e la sua passione per Cristo ancora ci illumina.
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Nell’Antico Testamento è Dio che pianta la vigna. Tra Lui e la sua piantagione vi è solo una relazione di giustizia, che è tutta nella verità della vigna. La vigna è vigna vera, se produce buoni frutti. Ma è la vigna che deve produrli. Dio deve solo coglierli a suo tempo. Dio pianta, la vigna produce, il Signore raccoglie. La sua vigna però si è degenerata. Non produce frutti secondo la sua verità, la sua essenza più vera.
Con Gesù tutto cambia. Non vi sarà più tra Lui e la vigna un rapporto estrinseco di sola giustizia. Neanche vi sarà più una vigna. Vi sarà una sola vera vite e tutti dovranno essere tralci di questa vera vite. Come la natura divina è una e Padre, Figlio e Spirito Santo sono tralci di questa unica natura e producono frutti attingendo linfa e donandosi linfa l’uno all’altro, così dicasi di tutti i discepoli di Gesù. Essi sono un solo corpo, sono il corpo di Cristo, e in questo corpo tutti attingono la vita vera da Cristo e questa vita vera attinta si comunicano gli uni gli altri. È questo il grande mistero della comunione.
Dio mai lascerà questa vera vite incolta, abbandonata a se stessa. Lui si prenderà cura, la poterà. Taglierà i tralci che non producono. Veglierà sempre su di essa perché non si smarrisca nella sua verità. Il discepolo di Gesù non è vite, è tralcio. Se è tralcio, deve sempre rimanere attaccato alla vite, se vuole produrre frutti di verità, giustizia, carità, santità. Lui attinge la linfa da Cristo e la trasforma in un frutto di grande amore. Qualora dovesse staccarsi da Cristo Gesù, lui deve sapere che secca per il fuoco.
Fonte lachiesa.it
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