Adriana Masotti – Città del Vaticano
In questa bella occasione, rallegrata dalla vicinanza al santo Natale, il nostro pensiero e la nostra preghiera non possono dimenticare le persone che quest’anno sono rimaste vittime di fenomeni calamitosi, così come sentiamo il desiderio di ricordare quei soccorritori che – anche recentemente – hanno dato la propria vita per salvare quella degli altri.
Sono le parole che Papa Francesco ha rivolto, all’inizio del suo discorso, alle componenti e alle strutture operative che costituiscono il Servizio Nazionale della Protezione Civile, ricevute questa mattina nell’Aula Paolo VI in Vaticano.
Circa 6000 le persone presenti all’udienza. Rappresentano le organizzazioni di volontariato, la comunità scientifica, i Vigili del Fuoco, le Forze di Polizia e le Forze Armate, le Istituzioni locali, regionali, statali, le Aziende di servizio. Sono insieme soccorritori e persone salvate, persone e famiglie che hanno vissuto momenti drammatici a causa di terremoti, crolli, alluvioni. E che oggi, prima dell’ingresso di Francesco, hanno condiviso con commozione ricordi di salvataggi, dolori e sentimenti di gratitudine. Una gratitudine verso tutti gli uomini e le donne della Protezione civile espressa anche dal presidente dei vescovi italiani, il card. Gualtiero Bassetti che racconta a tutti la sua esperienza a contatto con la gente terremotata a Norcia.
E’ il Capo del Dipartimento nazionale, Angelo Borrelli, che accoglie l’arrivo del Papa sul palco, offrendogli un dono concreto a nome di tutta l’organizzazione: un’ Unità chirurgica traumatologica mobile da destinare a un Paese disagiato. Francesco definisce la Protezione civile “un sistema che costituisce la più complessa e articolata forma di solidarietà pubblica a tutela della sicurezza individuale e collettiva”. Un sistema importante per un territorio come quello dell’Italia caratterizzato da tanta bellezza ma anche da tanta vulnerabilità. Per far fronte a possibili rischi, osserva Papa Francesco, è necessaria un’attenzione costante all’ambiente:
Così, la Protezione Civile italiana non smette mai di ricordarci che la difesa della vita umana e la salvaguardia del territorio e delle infrastrutture non avvengono solo nelle emergenze, ma anche e soprattutto nelle attività di previsione e prevenzione e nella successiva fase di ritorno alla normalità che, malgrado l’impegno di tutti, a volte è più lunga e complessa di quanto si possa immaginare.
Non bastano dunque interventi parziali e dettati solo da dall’urgenza. E citando la Laudato sì il Papa osserva:
Servono invece ‘uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e anche una spiritualità’, perché ‘cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella realtà sono connesse, e nascondere i veri e più profondi problemi del sistema mondiale’.
Per questo il Papa sottolinea l’impegno educativo verso la popolazione, specie verso i ragazzi nelle scuole, come la dimensione più importante della missione della Protezione civile e a cui anche lui tiene molto:
Ai giovani dico sempre di impegnarsi per amare e proteggere la natura e per diffondere il valore della convivenza, per fare in modo che dall’impegno quotidiano di ciascuno si possa vivere in un mondo più solidale e quindi più sicuro.
Il Papa richiama poi le Istituzioni, a tutti i livelli, ad operare per la predisposizione di piani per il corretto uso del territorio e per gli interventi di prevenzione e di risposta alle emergenze. Infine sottolinea il principio di sussidiarietà alla base dell’organizzazione della Protezione civile, come “una peculiarità che potrebbe ispirare altri settori della vita pubblica”. Vicini alle situazioni quotidiane, è più facile, conclude Francesco, “mantenere davanti agli occhi non solo i problemi, ma anche e soprattutto le persone, avvertendo la propria missione come un servizio qualificato e qualificante per l’intera comunità”.
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L’incontro di oggi tra la Protezione civile e Francesco si doveva tenere già nel settembre del 2016, anno del Giubileo straordinario della Misericordia, ma venne annullato a causa del sisma del Centro Italia. Le opere di prevenzione e di soccorso, le numerose attività svolte emergono nell’Aula in attesa dell’arrivo del Papa. Testimonianze, video che ripropongono le tante emergenze che hanno interessato il territorio italiano fino alle alluvioni dell’ottobre e novembre scorsi. Oltre 3.500 i volontari e volontarie presenti, 350 funzionari del Dipartimento della Protezione Civile, più di 1.500 rappresentanti del Comitato operativo allargato di Protezione Civile, tra Vigili del Fuoco, Carabinieri, unità dell’Aeronautica, Esercito, Marina Militare e Capitaneria di Porto, e poi 350 rappresentanti delle Forze di Polizia tra Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Polizia di Stato e non manca la presenza della comunità scientifica. Infine hanno partecipato i circa 140 sindaci dei Comuni coinvolti nel terremoto del 2016 nel Centro Italia e di quello che ha colpito Ischia nel 2017.
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