Durante la visita al Memoriale di Madre Teresa a Skopje, il Papa ha elevato una Preghiera in onore della Santa, chiedendo al Signore di poter “essere anche noi segno di amore” per rendere testimonianza credibile alla Chiesa che ha il dovere di predicare il Vangelo ai poveri.
A seguire, il toccante incontro con 100 poveri assistiti dalle Suore Missionarie della Carità e la benedizione della prima pietra per quello che sarà il Santuario di Madre Teresa
Debora Donnini – Città del Vaticano
Uno dei momenti clou di questa tappa di un giorno nella Macedonia del Nord, è proprio la visita al Memoriale di Madre Teresa, a Skopje, città natale della Santa, figura di riferimento, assieme a San Giovanni XXIII, di questo 29.mo viaggio apostolico. Si tratta di una costruzione moderna, inaugurata nel 2009, che ospita un piccolo museo con foto, oggetti e alcune reliquie di Madre Teresa. La prima parte di questa tappa è scandita dalla preghiera: prima in silenzio davanti alla statua della Santa, poi nella cappella della struttura, dove sono riuniti i leader delle comunità religiose del Paese e due cugini di Madre Teresa, oltre alla Madre Superiora e alle tre suore, il Papa rivolge la sua Preghiera in onore di Madre Teresa .
Sull’altare sono esposte una reliquia della Santa, alcuni suoi oggetti personali e cinque candele a rappresentare proprio le confessioni religiose. Gli esponenti religiosi che partecipano all’evento sono: per la Chiesa ortodossa macedone locale il metropolita di Skopje Stefano, per la comunità islamica l’ulema Sulejman Rexhepi, per la Chiesa evangelica metodista, il pastore Michail Cekov, per la comunità ebraica, Berta Romano Nikolic, secondo informazioni della Chiesa locale. E non è probabilmente un caso che questa visita avvenga alla presenza dei leader religiosi: questa piccola donna, che si è chinata verso gli ultimi fra gli ultimi, è stata amata da persone anche di diverse fedi, culture, tradizioni.
Nella Preghiera in onore di Madre Teresa, canonizzata da lui nel 2016, il Papa ringrazia il Signore per il dono della sua vita e del suo carisma, per la sua testimonianza dell’amore di Dio fra i più poveri dell’India e del mondo. Lei ha riconosciuto in ogni uomo e donna “il volto del tuo Figlio”, dice il Papa, ed è diventata “la voce orante dei poveri e di tutti coloro che hanno fame e sete di giustizia”: “Accogliendo il grido di Gesù dalla croce, «Ho sete», Madre Teresa ha dissetato la sete di Gesù sulla croce, compiendo le opere dell’amore misericordioso”.
Sul luogo dove oggi sorge questa casa-memoriale, vi era prima la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, distrutta da un terremoto nel 1963. Qui venne battezzata Madre Teresa e vi era solita andare a pregare. Qui sentì anche la chiamata di Gesù a seguirlo come religiosa nelle missioni, ricorda ancora Papa Francesco nella Preghiera. Proprio da qui, dunque, il Papa leva la sua invocazione perché Santa Madre Teresa interceda presso Gesù “affinché anche noi otteniamo la grazia di essere vigili e attenti al grido dei poveri, di coloro che sono privati dai loro diritti, degli ammalati, degli emarginati, degli ultimi”. La sua preghiera è di poter vedere Gesù negli occhi di ha bisogno di noi e avere un cuore per riconoscerlo “in coloro che sono afflitti da sofferenze e ingiustizie”.
Ci conceda la grazia di essere anche noi segno di amore e di speranza nel nostro tempo, che vede tanti bisognosi, abbandonati, emarginati ed emigranti. Faccia sì che il nostro amore non sia solo a parole, ma sia efficace e vero, perché possiamo rendere una testimonianza credibile alla Chiesa che ha il dovere di predicare il Vangelo ai poveri, la liberazione ai prigionieri, la gioia agli afflitti, la grazia della salvezza a tutti.
“Santa Madre Teresa prega per questa città – conclude il Papa – per questo popolo, per la sua Chiesa e per tutti coloro che vogliono seguire Cristo come discepoli di lui, Buon Pastore”, compiendo opere d’amore e di servizio, “come lui che è venuto non per essere servito, ma per servire e donare la vita per tanti”.
Al termine, nel cortile, il Papa incontra circa 100 poveri assistiti dalle Suore Missionarie della Carità, Ordine fondato da Madre Teresa. La Superiora della comunità locale, suor Tecla, gli rivolge un saluto: “siamo fra i più poveri dei poveri” e, ricorda, “come diceva Madre Teresa di Calcutta: ‘i poveri sono grandi persone’”; “siamo diversi l’uno dall’altro” per nazionalità, lingua, religione, con esperienze dolorose e sconvolgenti ma uniti nella speranza. Molto toccante è anche la testimonianza di Sonja, una donna assistita dalle suore, che parla davanti al Papa tenendo per mano la sua bimba. Ragazza madre, sperava in una famiglia ma, assieme a sua figlia di tre anni, si è ritrovata letteralmente buttata sulla strada. Dalla sua esperienza traspare il dolore ma anche la sua riconoscenza per aver incontrato quelle suore che – racconta – non hanno guardato alla diversità dell’appartenenza, poiché lei è cristiana della Chiesa ortodossa, e hanno accolto lei e la figlia. “Quando ho dovuto decidere se dare alla luce mia figlia o abortire”, afferma, “io ho scelto la vita perché sentivo, sapevo che il Signore è qui con noi, che Lui non ci lascerà mai”. Parole toccanti perché rendono visibile il frutto decisivo di tante vite donate per amore così come emerge anche dagli sguardi dei poveri presenti all’incontro, che il Papa, alla fine, si ferma a salutare.
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