Carissimi Giovani,
Scrivo a voi convinto che siete il presente di questa società; lo siete nella prospettiva concreta dell’oggi anche quando tutti vi dicono che rappresentate il futuro. Ma quale futuro ci potrebbe essere senza un presente? E visto che troppe volte come adulti sbagliamo, tocca proprio a voi prenderci per mano e prendere in braccio il mondo secondo le vostre possibilità. Non solo, però, siete “il” presente cronologico, ma siete pure “un” presente con quel significato di “dono” che si usa ormai poco, ma è di grande effetto e valore. Essere dono può diventare uno stile alternativo, un abito elegante da indossare, un modello originale da mostrare a chi al contrario mette al centro della vita l’attaccamento alle cose e il qualunquismo.
Da piccoli ci dicevano e vi abbiamo detto che a Natale si deve essere più buoni, ma non credo ci si possa accontentare di un giorno l’anno. Jovanotti cantava “o è Natale tutti i giorni o non è Natale mai” ed in fondo chi non vorrebbe essere più buono sereno sempre piuttosto che solo in un periodo? Il Natale, se non vogliamo essere ipocriti, ha un festeggiato preciso e chiaro, con un nome ed una storia non da poco: Gesù Cristo! Certo possiamo non crederci, ma questi giorni li festeggiamo (e ci godiamo qualche giorno di vacanza) per un evento ben preciso, per quell’incontro tra Dio e l’uomo, unico nel tempo.
Non ci crediamo? Cogliamo almeno i valori, quelli sì che possiamo condividerli e viverli in quella dimensione del dono, del presente. È chiaro che non potranno sempre esserci luci colorate, alberi addobbati, esposizioni di presepi, giocate e regali, ma nel quotidiano perché non tentare di essere ciascuno una luce per illuminare la tristezza di chi ci sta accanto, un albero forte per aiutare chi soffre, figure stabili come i personaggi del presepe per sostenere gli amici, l’asso nella manica delle nostre famiglie, un bel regalo per il mondo?
Carissimi Giovani, non cercate l’alternativa al Natale, ma cercate di realizzare un Natale alternativo in cui lo stare insieme ai coetanei non sia “branco” ma “compagnia”, in cui il tempo non sia rincorso o sprecato ma valorizzato e donato, in cui cresciate non “contro” bensì “per” e “con”. Vivete con gioia ciò che fate, scoprite la bellezza anche dove non si vede, aiutateci ad essere credibili e adulti significativi quando perdiamo di vista l’essenziale. Io e tanti altri adulti – ve lo assicuro – siamo pronti a farvi credito ed a puntare tutto su di voi anche quando ci saranno i problemi e le difficoltà, gli scontri generazionali e le incomprensioni.
Del resto non c’è scommessa senza rischio, così come non c’è un sogno privo di un minimo di realtà, né una vita piena che non nasca dalla sofferenza, né amore che si realizzi senza fatica. Il resto è tutto nelle vostre mani, anche di chi pensa di non avere niente da dare, come in quella storia natalizia in cui il pastorello privo di doni, giungendo alla grotta di Betlemme, dinanzi a Maria allarga le mani desolato come per dire “non ho portato nulla” e in quelle stesse mani vuote riceve straordinariamente dalla madre il bambino Gesù.
(Donboscoland)- autore: Marco Pappalardo
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