Lettera da Aleppo. «Il nostro quinto Natale sotto le bombe, senz’acqua né elettricità»

«Cari amici, e con questo sono cinque anni che celebriamo la festa del Natale sotto le bombe». Inizia così la lettera inviata dall’arcivescovo di Aleppo, monsignor Jean-Clément Jeanbart, ad Aide à l’Égklise en détresse per ringraziare l’organizzazione degli aiuti inviati alla Chiesa locale. Nella seconda città più importante della Siria, divisa in due e assediata da milizie jihadiste, manca tutto.

SENZ’ACQUA.

«Non so se molti di voi hanno mai vissuto un’esperienza così triste e deprimente», scrive l’arcivescovo, «ma vi assicuro che è davvero penoso passare questi giorni così belli, così attesi durante tutto l’anno, negli stenti e nell’insicurezza, senz’acqua né elettricità e per giunta separati dal resto dal mondo da un rigido boicottaggio».

«PROVA INFERNALE». Riferendosi alla strage di Parigi monsignor Jeanbart chiede «al Signore di risparmiare all’Europa questa prova infernale, l’esperienza che noi viviamo a casa nostra, a causa dei terroristi, è terribile per non dire insopportabile. Noi non la auguriamo a nessuno, neanche ai nostri nemici».

CONTROMISURE. Nonostante «la miseria in cui viviamo», la Chiesa di Aleppo fa di tutto per «alleviare le sofferenze della popolazione e dare coraggio. Grazie agli aiuti inviati da Aed, spiega Jeanbart, «offriamo a migliaia di persone borse di studio, cure mediche, pacchi alimentari, prestiti. Da quest’anno abbiamo installato 300 cisterne da 500 litri per avere una riserva d’acqua, portata agli anziani a domicilio da un gruppo di giovani. Abbiamo anche lanciato un centro di formazione professionale per il mestiere di muratore per riparare tante case danneggiate dai bombardamenti».

GLI AUGURI. Ringraziando per la «generosità dei nostri benefattori, che ci hanno permesso di fare tutto questo per alleviare le sofferenze di migliaia di cristiani presi in ostaggio a casa loro», l’arcivescovo di Aleppo conclude: «In questi giorni benedetti, penseremo a voi. Vi auguriamo di cuore un Natale gioioso pieno di santità e gioia».

Redazione Papaboys (Fonte www.tempi.it)

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