La questione dell’emigrazione resta la prima questione che si pongono molti giovani e genitori… Cosa rispondere? Chi osa dar consigli? Chi ha abbastanza informazioni per poter decidere? Nessuno, nessuno… Restare quando si ha paura, quando si è disoccupati, quando si è perso un genitore, quando l’orizzonte sembra buio e soprattutto quando pesa sui cuori una minaccia … O partire, per dove , come, perché ? Partire per vivere all’estero, lasciando alle spalle la propria terra , la propria cultura , le proprie radici… Milioni di persone hanno lasciato il Paese… Si parla del più grande disastro umanitario nel mondo… Tutto questo ha ricadute su tutti e in particolare sui bambini: Nel suo rapporto sulla situazione dei bambini in Siria , dal titolo ” In uno stato di assedio – Tre anni di devastante conflitto per i bambini in Siria “, l’UNICEF condanna i notevoli danni causati a 5,5 milioni di bambini oggi colpiti dal conflitto e chiede l’immediata cessazione delle violenze e un aumento del sostegno per questi bambini colpiti. L’UNICEF stima che il numero di bambini che hanno bisogno di aiuto o trattamento psicologico sia 2 milioni. “Per i bambini in Siria, gli ultimi tre anni sono stati i più lunghi della loro vita . Devono subire un altro anno di sofferenza? “
chiede il direttore esecutivo dell’UNICEF, Anthony Lake. Il rapporto avverte che il futuro dei 5,5 milioni di bambini che si trovano in Siria o che vivono come rifugiati nei Paesi limitrofi è in gioco, mentre la violenza, il collasso dei sistemi sanitari e di istruzione, lo stress psicologico intenso e l’impatto del deterioramento dell’economia sulle famiglie si combinano, devastando un’intera generazione. Se questo quadro appare troppo oscuro , è che dimentica che ci sono dei punti luminosi… I Maristi continuano a credere, contro ogni previsione, che l’educazione è lo strumento principale per la costruzione dell’uomo e per fare di lui un attore di pace…(…).Nel mondo arabo, la festa della mamma coincide con l’inizio della primavera. Una parola che ha perso il suo colore e la sua speranza e che risuona così nel cuore di milioni di persone: guerra, disoccupazione, distruzione, morte, sangue, destabilizzazione… Noi abbiamo scelto di utilizzare l’inizio della primavera per ancorare la nostra scelta di pace e di reciproco rispetto delle diverse culture. Questo è un valore essenziale…. Il Fratello Emili Turu, Superiore Generale, mi ha chiesto di condividere questa esperienza con voi… Porte aperte , andare incontro all’altro , invitarlo a casa, stare intorno allo stesso tavolo, ascoltare, parlare con lui, condividere insieme i nostri valori comuni, accettare che la nostra fede in Dio è un percorso che ci unisce e non che ci separa, condividere lo stesso impegno a costruire un mondo più giusto, creare le basi per una pace che non esclude l’altro, creazione di reti di costruttori di pace… (…). Per i maristi F. Georges Sabe (…)*.
La chiesa armeno-cattolica della Santissima Trinità ad Aleppo è stata colpita da un razzo mentre all’interno i fedeli partecipavano alla messa quotidiana. L’attacco ha danneggiato la cupola e infranto le vetrate, ma non ha provocato danni a persone. Lo conferma all’Agenzia Fides il sacerdote armeno cattolico Joseph Bazuzu, parroco della chiesa colpita. “Lunedì pomeriggio” racconta padre Joseph, “numerosi missili sono caduti sul quartiere di al-Meydan. Uno ha colpito e danneggiato la cupola della nostra chiesa, mentre all’interno era in corso la liturgia eucaristica. Grazie a Dio nessuno si è fatto male. E il giorno dopo, a messa, i fedeli presenti erano ancora più numerosi. Dopo tanti anni di violenze, la paura, è diventata un sentimento che accompagna ogni giornata. Le persone convivono con la paura”. Il lancio di missili ha devastato alcune case nell’area circostante la chiesa, abitata quasi esclusivamente da armeni. “Prima dell’inizio del conflitto” riferisce all’Agenzia Fides padre Joseph, “le famiglie armene cattoliche di Aleppo erano circa 250. Ma le liturgie in lingua armena erano frequentate anche dagli armeni ortodossi, per un totale di ottocento famiglie. Adesso almeno trecento di loro hanno dovuto abbandonare le proprie case, soprattutto quelle che abitavano le zone al limite con le aree occupate dalle milizie degli insorti”. All’alba di venerdì 21 marzo la città a maggioranza armena di Kessab, al confine con la Turchia, è stata occupata dalle milizie anti-Assad nel corso dell’offensiva da loro avviata per raggiungere la città costiera di Latakia. Centinaia di famiglie armene sono state costrette a fuggire. Secondo fonti armene, le tre chiese di Kessab sarebbero state profanate da miliziani islamisti di al-Nusra. a cura di Francis Marrash **
* La lettera completa puoi trovarla qui: http://oraprosiria.blogspot.it/2014/03/lettere-da-aleppo-in-agonia.html?spref=fb
** La fonte dell’articolo è tratta da: Agenzia Fides e Ora pro Siria
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