Il Papa affida al Nunzio in Siria Mario Zenari, elevato alla porpora cardinalizia proprio in segno di affetto per l’amato popolo siriano, la lettera per il presidente. Nel testo, come riferisce la Sala stampa vaticana, un appello a Bashar al Assad e alla comunità internazionale per la “fine della violenza” e per una “soluzione pacifica delle ostilità”. Ma anche la “condanna di tutte le forme di estremismo e terrorismo da qualsiasi parte esse provengano” e l’esortazione al Presidente ad “assicurare che il diritto umanitario internazionale sia pienamente rispettato con riguardo alla protezione dei civili e all’accesso agli aiuti umanitari”. Di una visita di cortesia, dopo il conferimento della porpora, parla ai nostri microfoni lo stesso Nunzio il cardinale Mario Zenari riferendo dell’incontro con il presidente siriano:
R. – Sono stato ricevuto questa mattina dal presidente per una visita di cortesia, visto che tornavo come cardinale ed era qualcosa di unico, e lo hanno capito tutti – dal governo ai cittadini – che era un gesto del Papa di vicinanza alla sofferenza dei siriani. In occasione di questa visita, con il clima di questa nomina, ho consegnato una lettera del Papa. Non è difficile arguire che cosa ci sia scritto in questa lettera. E’ chiaro che è tutto quello che il Papa ha sempre detto riguardo al conflitto siriano e quindi anche questa sottolineatura all’aspetto umanitario, in primis.
D. – Lei ha avuto l’impressione che il presidente la prendesse con impegno?
R. – L’impressione che ho avuto è che ha ricevuto questa lettera del Papa – direi – con molta riconoscenza. L’ha letta, l’ha apprezzata: questo sì lo posso dire…
D. – E’ sicuramente un passo forte e importante e dato che quetso è un momento particolarmente delicato per la Siria, forse le speranze possono crescere?
R. – E’ quello che vogliamo tutti: che si apra qualche spiraglio, che ci sia qualche schiarita di soluzione. Certo è che la via non è facile! Bisogna continuare su questa strada della cessazione della violenza, dell’accesso degli aiuti umanitari e della riconciliazione, soprattutto in questo momento ad Aleppo è la popolazione civile quella che paga le conseguenze più nefaste di questo conflitto. Come fedeli, come cristiani preghiamo…
L’appello del Papa arriva quando Aleppo è per il 96% nelle mani ormai dei lealisti sorretti dai russi e dall’Iran. I ribelli dei quartieri orientali, dopo l’evacuazione di centinaia di migliaia di civili in oltre un mese, restano in poco più di 8 km quadrati. Le cifre sono della Difesa russa che indica anche la situazione attuale di Palmira. Lì l’Is è arrivato alla periferia della città, facendosi strada anche con autobomba. Un’offensiva che Mosca attribuisce allo stop ai combattimenti degli statunitensi a Raqqa e alle numerose tregue ad Aleppo che avrebbero consentito un rafforzamento dei miliziani jihadisti nelle cui file stanno convergendo anche combattenti in fuga dall’Iraq.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)