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Letture per il cammino di Quaresima. Ascoltiamo il grido degli oppressi

Mercoledì della seconda settimana di Quaresima

Geremia 18,18-20 Si rende forse male per bene?

Salmo 30,5-6.14-16
5 Mi trarrai fuor dal laccio, che nascostamente m’han teso, perché tu sei il mio protettore. 6 Nelle tue mani raccomando lo spirito mio; tu mi libererai, o Signore, Dio di verità. 14 Poichè sento lo sparlar di molti che mi stanno intorno; mentre insieme si radunan contro di me, di toglier la mia vita congiurano. 15 Ma io spero in te, o Signore. Dico: «Il mio Dio se’ tu!». 16 Nelle tue mani son le mie sorti; liberami dalla mano de’ miei nemici e da’ miei persecutori.

Matteo 20,17-28 Noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato.

ASCOLTARE IL GRIDO DEGLI OPPRESSI

Parola di Dio
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i Dodici e lungo la via disse loro: “Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà.” (Mt 20,17-19)

Riflessione
Nel mondo ci sono persone che il mercato emargina e le strutture ingiuste che presiedono al governo della ricchezza nel mondo cercano di far tacere. Sono spesso interi popoli e grosse porzioni di popoli che finiscono per essere oppressi e messe a tacere. I poveri, gli oppressi, i disorientati non sono un’astrazione, portano un nome, hanno un volto, sono i due terzi dell’umanità ingaggiati nella lotta per la sopravvivenza, poveri di tutto, perfino del Vangelo, perché ancora non conoscono Cristo.

Papa Francesco: Chiesa al fianco degli oppressi
Papa Francesco: Chiesa al fianco degli oppressi

Quando sarò veramente piccolo allora sarò grande come Dio.

È molto conosciuta la scena dei discepoli di Gesù che litigavano per contendersi i primi posti. È quanto avviene spesso tra gli uomini, ancora oggi.

Gesù, prendendo fra le braccia un bambino, disse: “Se non diventerete come questo bambino, non entrerete nel regno dei cieli”.

L’insegnamento è molto chiaro. La vita nuova esige che si sia come “bambini” ossia che si pratichi la via della “infanzia spirituale”. Gesù aveva anche detto che è più facile che- un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli. Il messaggio sulla “piccolezza” è difficile ma indispensabile se si vuole mirare alla “conformità” a Cristo. È un messaggio di grande coerenza: colui che è disceso dal cielo, facendosi piccolo, potrà accogliere nel suo regno soltanto coloro che si sono fatti piccoli. In cielo, nel regno della grande sapienza e felicità, non contano né le ricchezze, né i titoli, né le benemerenze.

Vogliamo interrogarci sulla “piccolezza” o sulla “infanzia spirituale”.

Piccolezza non è assolutamente infantilismo né svenevolezza. Piccolezza è una grande conquista dello spirito umano. Quando si è consapevoli di quello che si è, si comprende che per raggiungere la “statura del Cristo” occorre farsi piccoli, occorre “svuotarsi”. Dio si è fatto piccolo per potere offrire a tutti la possibilità di stare con lui.

Non è facile farsi piccoli. Anche il bambino sogna il momento della sua crescita. Ma nella scienza evangelica è pur sempre vero che “è necessario che egli cresca ma che io diminuisca” (Gv 3, 10).

Aiutami, o Signore, a sbarazzarmi di tutte le mie pretese di grandezza e di importanza. Insegnami la sublimità della via dell’infanzia per raggiungere te che sei l’immenso.

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