Mentre nuovi bombardamenti hanno colpito Kiev e il governo centrale afferma che la città di Volnovakha non esiste più, il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha annunciato che “migliaia” di volontari ceceni sono diretti in Ucraina.
Il commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, ipotizza per la Russia sanzioni anche in campo energetico ma da Mosca intanto arriva l’annuncio che sono stati pagati gli “interessi delle obbligazioni”. Se confermato lo spettro del default verrebbe allontanato.
La Francia deve potenziare il suo esercito per essere pronta a rispondere ad “una guerra di alta intensità che può tornare sul nostro continente”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, presentando ai Docks di Aubervilliers, alle porte di Parigi, il suo programma elettorale in vista delle elezioni presidenziali del 10 e del 24 aprile.
Anche se il governo italiano ha approvato un decreto legge per autorizzare l’invio di armi, mezzi ed equipaggiamenti militari all’esercito di Kiev, per aiutare le truppe a difendersi dagli attacchi della Russia, l’Italia oggi non è in guerra.
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Il nostro paese aderisce non da oggi alla Nato, l’alleanza militare nord-atlantica tra molti paesi europei e gli Stati Uniti nata nel 1949, in contrapposizione all’Urss, per rafforzare le difese degli alleati e garantire che chiunque avrebbe ricevuto l’aiuto degli altri in caso di attacco. Due concetti assodati e fattuali, a prescindere dal credo politico di ciascuno, tanto per sgombrare subito il campo da eventuali equivoci.
Proprio per questo la lettera inviata nei giorni scorsi dallo Stato maggiore dell’esercito (Sme) ai vari comandi di vertice in cui sono articolate le forze armate italiane, può (e secondo noi deve) essere definita scontata, visto quanto sta succedendo in Ucraina, a pochi chilometri dai confini europei. Eppure ha suscitato scalpore e allarme, oltre alle immancabili polemiche.
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky parlerà in videoconferenza con la Camera e il Senato a Montecitorio il 22 marzo alle ore 11. Lo si apprende dalla riunione dei capigruppo della Camera.
“Se l’Ucraina dovesse continuare la sua escalation contro la Bielorussia, Minsk non la lascerà senza risposta”.
Lo ha detto il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko, citato dalla Tass, aggiungendo che se il presidente ucraino Volodymyr Zelensky rifiuta di firmare un accordo con Putin, poi sarà costretto a firmare un atto di capitolazione.
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