A margine della manifestazione per difendere la famiglia naturale a Roma organizzata da Manif Pour Tous Italia, sono iniziati gli attacchi da parte degli estremisti gay. Non abbiamo il diritto di manifestare. Dobbiamo tacere. Tutti quelli che aderiscono al dissenso, sono intimiditi. A Firenze, hanno chiesto al sindaco Renzi di non concedere il permesso alla manifestazione. Ecco, come hanno giudicato il diritto a manifestare contro le loro posizioni: I primi commenti giunti sul web: “L’evento delle merde”; “Sono pronto a spaccare qualche culo omofobo”; “Segnalate la pagina per odio e discriminazione”. Eccolo qui il rispetto e la tolleranza –commenta la pagina FB di Manif Pour Tous Italia-, degli amici delle associazioni gay sul loro gruppo, -come potete veder dalla foto qui sotto-, mentre organizzano la loro contro-manifestazione di protesta per la nostra libertà d’opinione. Domenica 19 manifesteranno a Firenze due paradigmi di libertà d’opinione e due paradigmi di rispetto. A voi il giudizio. Tutto ciò ci fortifica. Fate girare per far sapere come stanno le cose, e per far capire che cosa intendono realmente quando parlano di “omofobia”. Non capisco. Non è più possibile pensare con la propria testa? E’ arrivato il tempo di avere paura perché alcuni ritengono che sia giusta solo la loro posizione? Perché le lobby gay possono manifestare e gli altri no? Le Sentinelle in Piedi, rivolgono a Scalfarotto, alcune domande che hanno ricevuto da un ragazzo gay: 1.
Se la legge dovesse passare, da gay, sarei punibile se dicessi pubblicamente che ho repulsione per gli eterosessuali e del loro stile di vita? E se lo dicessi degli omosessuali? E se fossi etero cambierebbe la mia punibilità nei due casi? 2. Se io, da gay non approvassi l’omosessualità e dicessi pubblicamente che l’omosessualità è sbagliata, che sono contrario ai matrimoni e alle adozioni gay e distribuissi dei volantini per diffondere la mia idea, la legge mi punirebbe? E se lo facessi contro l’eterosessualità, verrei trattato diversamente? E se fossi etero? Come si comporterebbe la legge nei due casi?Intanto continua la discriminazione mediatica. Gianfranco Amato per la Bussola quotidiana, traccia un bilancio molto preoccupante. In Italia non esiste più il diritto all’informazione. I media trasmettono solo notizie filtrate, creando una visone della realtà diametralmente opposta a ciò che accade veramente: Leggendo i quotidiani nazionali di domenica 12 gennaio 2014 si scopre in realtà che la notizia del giorno relativa alla Capitale è proprio la marcia in memoria dell’omosessuale assassinato. Il Corriere della Sera titola: “«Ciao Daniele» Corteo, lacrime e applausi per gay ucciso”. Non è da meno La Repubblica: “Magliana, fiaccolata per Daniele il gay ucciso in via Pescaglia”. Il giornale di Largo Fochetti precisa che «il corteo, scortato da polizia e carabinieri, è stato molto partecipato», e che «un lungo applauso è risuonato in strada quando i manifestanti hanno incrociato via Pieve Fosciana, dove abitava il giovane parrucchiere che nelle ore libere faceva volontariato al Gay Center, assistendo le vittime di aggressioni omofobe». La notizia viene riportata da tutti i giornali, compresi ovviamente quelli di centrodestra. Libero, infatti, così titola il pezzo dedicato alla marcia dei trecento: “Roma: omicidio gay, alla Magliana manifestazione in ricordo vittima”.
Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro riportava anche stralci di dichiarazioni rilasciate da Maurizio Veloccia, presidente del Municipio Roma XI e partecipante alla manifestazione: «Di fronte ad episodi come questi deve essere ancora più grande l’impegno di tutti, istituzioni in primis, per contrastare i fenomeni di emarginazione e stringere, ancora di più, le maglie del tessuto sociale del territorio, mettendo in campo iniziative ed azioni concrete; è nostra intenzione intitolare a Daniele il nuovo Parco che sta nascendo a Magliana, sulla Golena del Tevere, per mantenere vivo il suo ricordo».Potremmo andare avanti elencando quasi tutte le principali testate italiane. Ora, quello che davvero appare inquietante è che della manifestazione di Piazza Santi Apostoli non vi sia traccia mediatica. Ad onor del vero, una eccezione va segnalata. Oltre ad Avvenire, che gli ha dedicato un articolo a pagina 10, si tratta del quotidiano Il Tempo, che ha avuto il coraggio di riportare la notizia titolando: “Quattromila a Santi Apostoli in difesa della famiglia naturale”. C’è qualcosa di inquietante nelle scelte editoriali di domenica 12 gennaio 2014, pe r cui si è dato un ampio risalto ai trecento del corteo della Magliana contro l’omofobia, e si è mantenuto un silenzio assoluto sui quattromila manifestanti di Piazza Santi Apostoli. Ma forse un motivo per questo strano atteggiamento giornalistico esiste ed è alquanto evidente. A Piazza Santi Apostoli, infatti, si è parlato liberamente di «famiglia tradizionale», di «adozioni gay», della «sterilità» fisiologica delle coppie omosessuali, di «famiglia naturale», e così via. Si tratta di espressioni tutte tassativamente vietate dalle famigerate Linee guida per una comunicazione rispettosa delle persone LGBT emanate dall’U.N.A.R., il nuovo MinCulPop repubblicano del XXI secolo. L’idea di infrangere tali disposizioni, ed il rischio di un eventuale deferimento all’Ordine dei giornalisti, ha evidentemente fatto desistere i numerosi professionisti della comunicazione presenti alla manifestazione. Meglio ignorare l’evento. Così apprendiamo che le linee guida sono già pienamente operative, non foss’altro che per l’indubbio effetto di moral suasion nei confronti di giornalisti che tengono famiglia.
Quale disegno oscuro si nasconde dietro a tanta disinformazione? Come mai nessuna voce autorevole condanna simili discriminazioni? La stampa avversa cerca di costruire un modello di società diametralmente opposto a quello naturale. Gli interessi economici prevalgono sul buon senso: “Noi (Manif Pour Tous Italia), crediamo che sia sbagliato svincolare l’istituto matrimoniale dal requisito dell’eterosessualità dei coniugi NON per un qualche motivo ostativo nei confronti dell’omosessualità in sé o delle persone con orientamenti omosessuali, ma, semplicemente, perché crediamo che sia ancora giusto e pienamente valido mantenere distinto dagli altri un istituto che riconosce quella peculiare forma di unione di per sé aperta alla procreazione di nuova vita. Non è una questione di maggiore o minore dignità delle persone, delle loro scelte di vita o delle loro affettività, ma è una questione di rilevanza sociale del nucleo. Nessun nucleo, a parità di dignità, potrà mai avere nella società il ruolo che ha la famiglia, essenzialmente deputata all’accoglienza e alla crescita delle generazioni future”. DonSa
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mi spiegate per quale motivo dovrei avere rispetto di chi, senza nemmeno conoscermi, pretende il diritto di poter insultare la minoranza cui appartendo pensando di esprimere un'opinione? Io rispetto chi mi rispetta.