Almeno 82 delle 276 studentesse della scuola di Chibok, in Nigeria, rapite dal gruppo jihadista di Boko Haram, sono state liberate al termine di negoziati tra i loro sequestratori e il governo
Almeno 82 delle 276 studentesse della scuola di Chibok, in Nigeria, rapite dal gruppo jihadista nigeriano di Boko Haram, sono state liberate al termine di negoziati tra i loro sequestratori e il governo federale di Abuja. Lo hanno riferito nella tarda serata di sabato fonti governative e dei servizi di sicurezza.
Le ragazze, riferisce il sito Sahara Report, si trovano al momento nella città di Banki sempre nello stato nord-orientale di Borno, roccaforte di Boko Haram. Saranno trasferite in un luogo sicuro e interrogate dalla polizia prima di essere riconsegnate alle loro famiglie.
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Quando avvenne il rapimento delle studentesse nigeriane a Chibok?
Il sequestro avvenne il 14 aprile 2014 e per mesi attirò l’attenzione di tutto il mondo salvo poi scomparire quasi del tutto dai principali riflettori: venne lanciata una campagna a lungo virale su twitter, #bringbackourgirls. La loro operazione provocò una campagna politica e militare a livello internazionale destinata a ritrovare le giovani vittime il prima possibile.
«Fuori dalla Nigeria, le ragazze di Chibok si sono trasformate nel simbolo del conflitto in corso contro Boko Haram – aveva spiegato ad Avvenire Sola Tayo, membro dell’istituto di ricerca londinese, Chatham House –. La rabbia globale generata dal sequestro ha aumentato il valore che esse rappresentano per i ribelli». Durante la prigionia, le ragazze sono state costrette a sostenere l’insurrezione, sposandosi con dei miliziani o commettendo attentati, spesso suicidi, contro le autorità locali e la popolazione.
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L’ultimo rilascio era stato a ottobre 2016: sedici di loro erano state liberate, ma circa 195 delle studentesse erano ancora nelle mani di Boko Haram lo scorso 12 gennaio 2017 quando il presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, era intervenuto alla commemorazione dei mille giorni dal sequestro di massa di Chibok, località nel remoto nord-est della Nigeria.
Nello stesso giorno della liberazione Boldrini a Benin City
La notizia è arrivata nello stesso in cui la presidente della Camera, Laura Boldrini era in visita a Benin City in Nigeria. Boldrini ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione del centro di formazione professionale gestito dalla Missione Salesiana con finanziamenti dall’Italia e dall’Unione Europea e ha fatto visita al centro del Naptip, un’agenzia federale che si occupa di assistenza e recupero delle ragazze vittime della tratta.
«Nessuno si permetta di criticare le ragazze che sono le prime vittime: abbiamo tutti il dovere morale, politico e istituzionale di aiutarle». «Bisogna conoscere le dinamiche interne dei Paesi africani; è la scarsa conoscenza dei problemi che genera il sospetto e il timore», ha affermato la presidente della Camera.
Fonte: Avvenire On line
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