Finalmente libere le suore di Maaloula. Erano state sequestrate dagli estremisti islamici, durante k’attacco terroristico all’antico villaggio cristiano della Siria. Il rapimento ha da subito avuto un’inconfondibile risvolto politico-religioso. A Maalolua, si parla ancora la lingua di Gesù, l’aramaico. Per i gruppi islamici, questi avamposti della cristianità, sono luoghi da sopprimere, perchè rappresentano un’ostacolo nell’affermazione dell’islam radicale. Papa Francesco aveva chiesto a voce alta la liberazione delle religiose, chiedendo ai fedeli di “pregare per le monache del monastero greco-ortodosso di santa Tecla a Maalula, in Siria, portate via con la forza da uomini armati”. “Preghiamo – ha detto il Pontefice – per queste monache, per queste sorelle e per tutte le persone sequestrate a causa del conflitto in corso. Continuiamo a pregare – ha concluso con tono lento e cadenzato – e a operare insieme per la pace. Affidiamoci alla Madonna”. Ora i numerosi appelli sono stati esauditi. La preghiera è stata ascoltata.
Sono state liberate le 13 suore rapite in Siria lo scorso dicembre dai ribelli siriani. Le monache erano state sequestrate nel convento ortodosso di Santa Tecla a Maalula, a nord di Damasco, assieme a tre cameriere e trasferite nella vicina città di Yabrud, roccaforte dei ribelli, assediata dall’esercito siriano. L’emittente Al Arabya aveva dato l’annuncio delle liberazione delle suore stamattina con un tweet, notizia che non aveva inizialmente trovato conferma. Poi arriva l’annuncio della liberazione e di un accordo raggiunto con i ribelli, riferisce Al Arabya. Notizia confermata anche dall’emittente libanese al Mayadeen. Le suore, rilasciate nei pressi di Jdaydet Yabouss, in Siria, si trovano ora ad Aarsal, in Libano. Sarebbero state liberate in cambio della scarcerazione di 153 donne detenute in carceri della Siria, riferiscono i media libanesi Maalula, cittadina a maggioranza cristina a nord di damasco, nei mesi scorsi era stato teatro di violenti scontri fra l’esercito e i ribelli. In tre mesi le suore sono comparse in due video trasmessi da Al Jazeera, uno diffuso a dicembre, uno a febbraio. di Francis Marrash