Liberati in Camerum i 79 studenti rapiti: in ostaggio ancora la preside e un docente
Erano stati sequestrati all’alba di lunedì dalla scuola presbiteriana vicino a Bamenda, capitale della dilaniata regione anglofona
I ragazzi rapiti dai presunti Amba boys, sono stati liberati dopo tre giorni di prigionia. Lo ha riferito il ministro dell’Informazione alla France Press, Issa Bakary Tchiroma, senza fornire alcun dettaglio sull’operazione. Non si sa ancora nulla dell’identità dei rapitori. Non c’è nulla di certo. Il portavoce dei separatisti ha negato il coinvolgimento del gruppo, mentre un ministro della Chiesa presbiteriana è certo che sono stati loro.
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Prof. Maurice Kamto arrested, later released and kept under house arrest with tight security. He however refused entering his home until he sees a warrant of home arrest and secondly, his Co. Liberated. pic.twitter.com/d5NIXKRWTQ
— Tim’s Blog (@TimsBlog237) 6 novembre 2018
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I rapitori subito dopo il sequestro avevano fatto girare in Rete un video, confermato dai genitori dei ragazzi, che ritraeva gli studenti a terra costretti a pronunciare i loro nomi e quelli dei genitori. Gli Amba boys sono i miliziani sostenitori della rivendicazione secessionista delle regioni anglofone del nord-ovest e sud-ovest, ai confini con la Nigeria. Regioni massacrate da un conflitto civile che va avanti da oltre tre anni e che ha mietuto finora almeno 400 vittime civili, stado ai numeri di Amnesty Inernational, e 240mila sfollati.
La minoranza anglofona del Paese dell’Africa occidentale – scrive su Repubblica on line Raffaella Scuderi – lamenta la discriminazione totale dalla gestione del Paese, a guida francofona e capeggiata dall’86enne presidente Paul Biya, e omicidi indiscriminati e brutali giustificati dalle minacce e dagli attentati del gruppo terrorista islamico Boko Haram: chiunque venga sospettato di far parte dei jihadisti, viene ucciso o arrestato.
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La violenta risposta governativa verso i presunti spalleggiatori del gruppo jihadista e verso i secessionisti, è stata denunciata a più riprese dalla Chiesa, dalle Ong e da Amnesty International. Intanto i separatisti, nell’ottobre del 2017, hanno formato uno Stato autoproclamatosi indipendente: l’Ambazonia, dotato di un presidente, Siseku Ayuk Tabe (in esilio in Nigeria prima e una volta estradato, ora a processo in Camerun), un inno nazionale e la bandiera