Si sono fatti esplodere i quattro terroristi asserragliati da questa mattina dentro l’hotel corinthia di tripoli dopo aver fatto scoppiare un’autobomba davanti al parcheggio. Nove le vittime dell’attentato, tre guardie della sicurezza e cinque stranieri mentre un altro libico, preso in ostaggio dai terroristi, è morto quando questi si sono fatti saltare in aria azionando i giubbetti esplosivi che nascondevano sotto i vestiti. tre donne filippine sono rimaste ferite. uno degli attentatori è stato arrestato dalla polizia. Secondo fonti maltesi, vicine ai proprietari dell’albergo, obiettivo dell’attacco era il premier del governo parallelo libico auto proclamatosi, omar al hassi, che vive nell’albergo e che è riuscito però a scampare all’agguato. L’attentato dell’isis tutto è inziato questa mattina quando il commando ha fatto saltare prima un’autobomba nel parcheggio e poi si è fatto strada nell’albergo aprendo il fuoco e prendendo ostaggi. Gli ostaggi, poi liberati, sarebbero stati tutti filippini. circondati dalle forze di sicurezza i terroristi si sono fatti esplodere. la rivendicazione della costola dell’isis l’attacco all’albergo frequentato dai diplomatici sarebbe stato rivendicato dalla costola locale dell’isis, il cosiddetto califfato di derna e sarebbe la vendetta per la morte in carcere negli stati uniti, il 2 gennaio scorso, di abu anas al-libi, la mente degli attentati in kenya e tanzania nel 1998, in cui vennero uccise 200 persone. è stato il primo attacco attribuito ad al qaeda. Gentiloni: “l’attacco mira a boicottare i negoziati” “l’attentato all’hotel di tripoli è un tentativo di boicottare, danneggiare e influenzare negativamente gli sforzi in corso a ginevra per riconciliare le parti in conflitto in libia”. sono le parole del ministro degli esteri italiano paolo gentiloni. “la comunità internazionale deve dire con forza che questi tentativi di intimidazione del dialogo non passeranno e la mediazione non sarà ostacolata dal terrorismo”. a ginevra sono in corso i colloqui sotto egida onu tra islamisti e i delegati del governo internazionalmente riconosciuto.