Da giovane sposa ha accolto Cristo con gioia e senza riserve, è vissuta nella fedeltà e nella perseveranza alla sua chiamata di moglie e madre cristiana, è morta con la sua Bibbia sotto il braccio, a pochi passi dal marito, mentre si recava dai fratelli della comunità di cui faceva parte, per preparare la liturgia della Parola settimanale in parrocchia.
Con questi pochi tratti si può riassumere la semplice, ma toccante vicenda personale di Lina Balestrieri, morta a 59 anni, durante il terremoto del 21 agosto che ha colpito il Comune di Casamicciola ad Ischia.
Come ha ricordato mons. Pietro Lagnese, vescovo di Ischia, “la signora Lina era membro del Consiglio pastorale diocesano, aveva accolto nella sua famiglia numerosa figli diversamente abili.
Una donna che si donava continuamente per il bene della nostra gente.
Sentiva forte il desiderio di spendersi per i più deboli e i fragili. È morta mentre stava andando a preparare un incontro di preghiera”.
Conoscevo personalmente Lina, abbiamo vissuto insieme diversi ritiri e incontri interregionali con le comunità neocatecumenali e sono stato varie volte a pranzo a casa sua, assieme alla sua numerosa e allegra famiglia. Nell’ultimo di questi pranzi, eravamo tre sacerdoti ospiti a casa sua, Lina ci raccontò la sua personale esperienza di fede. Ci descrisse la grande crisi che attraversò nei primi anni di matrimonio, lei che era sempre stata di carattere molto forte, indipendente e franca nel parlare, trovandosi ad affrontare una relazione a due, in cui si sentiva costretta a rinunciare alla sua autonomia, alla sua pretesa di comandare e a dover usare pazienza, umiltà e carità. Cose tutte che scoprì di non avere. Ebbe l’impressione di essere finita in una gabbia soffocante che non era minimamente disposta ad accettare. Si rivolse così al parroco della sua parrocchia, al quale parlò quasi con tono di sfida, dicendogli che il matrimonio così come lo concepiva la Chiesa non era per lei. E fu proprio in quell’occasione che il saggio sacerdote, don Luigi Trofa, al quale Lina restò sempre affezionata e grata, invece di contestare polemicamente le sue posizioni, la invitò semplicemente ad iniziare un cammino di approfondimento della fede, per cercare di trovare in un più profondo rapporto con il Signore, la risposta ai suoi tanti dubbi e perplessità. Lina ci disse che iniziò così il suo cammino di riscoperta della fede all’interno del Cammino Neocatecumenale, insieme ad alcune altre coppie, diversi giovani e alcuni anziani della parrocchia. Lina ci disse che dopo una fase iniziale di scetticismo, alla fine si “arrese” alla verità che vedeva manifestarsi sempre più chiaramente nella persona e nelle parole vive di Gesù Cristo che andava conoscendo e accogliendo sempre più in profondità. Ci disse che cominciò ad avvertire in lei un cambiamento profondo, di mentalità, di atteggiamento, di cuore. Il Signore sciolse poco a poco la sua durezza interiore e il suo risentimento nei confronti della vita e così anche il matrimonio, che prima percepiva come una “gabbia”, cominciò ad apparirle come il luogo più appropriato per vivere la profonda chiamata ad amare e donare la sua vita che lei sentì sgorgare sempre più prepotentemente nel suo cuore. Rilesse con gli occhi della fede tutta la sua infanzia travagliata, lei che a soli 3 anni era stata costretta a diventare grande a causa della perdita improvvisa della mamma, ma, ci diceva, “ho scoperto che il Signore mi ha donato una seconda madre e con lei la gioia di tanti altri fratelli”.
Così nel suo cuore andò nascendo il suo desiderio più grande, quello di avere una famiglia numerosa formata soprattutto di bambini che avevano attraversato le sue stesse sofferenze.
Ecco come nacque la “Lina” che molti abbiamo conosciuto. Generosa nell’aprirsi alla vita, accogliendo i 4 figli nati dalla sua unione con Antonio, suo marito, e desiderando di adottarne altri due disabili, che con immensa dedizione aveva accolto nella sua famiglia per donare loro, ci diceva, “un po’ di felicità e calore che altrimenti non avrebbero mai potuto ricevere nella vita e che a nessun bambino dovrebbero mai mancare”. Dalla sua personale, autentica e sincera “conversione” e dalla sua iniziale sofferta esperienza coniugale era nata la sua grande dedizione alle famiglie giovani, soprattutto a quelle in difficoltà, da lì la sua illimitata generosità nel mettersi al servizio dell’evangelizzazione e della catechesi in varie parrocchie dell’isola. Dall’esperienza quotidiana dell’amore di Dio e dalla sua intensa vita di preghiera nasceva la sua contagiosa allegria e il suo buonumore che tutti ricordano come tratto distintivo della sua persona. Sempre di buon animo, sempre accogliente.
La sua abitazione, se pur di modeste dimensioni, era sempre affollata, soprattutto di domenica, quando lei ospitava regolarmente i suoi fratelli con relative famiglie e qualche altro ospite “di passaggio”, facendo sentire tutti “a casa propria”.
Ottima cuoca e grande conoscitrice delle tradizioni culinarie, culturali, folkoristiche e religiose di Ischia, sapeva trasmettere, con le sue proverbiali e irresistibili spiegazioni in dialetto ischitano, la gioia di vivere e di stare insieme che non erano semplicemente frutto di un buon carattere quanto piuttosto della carità cristiana che abitava nel suo cuore e del suo desiderio di creare sempre attorno a lei un clima “di famiglia”.
Così la ricordano i fratelli della sua comunità: “Lina è sempre stata carica di energia e generosità, nonostante i pochi mezzi materiali, sempre pronta e disponibile al servizio e all’obbedienza al Signore, sempre vicina agli orfani, ai disabili, ai più deboli, sempre un sorriso, una carezza, una parola per tutti, continuamente immersa nella preghiera, nell’ascolto della parola di Dio, all’annuncio del Vangelo, desiderosa di comunicare a tutti la paternità di Dio che avevamo sperimentato, la dedizione alla famiglia preoccupandosi delle necessità di tutti noi senza curarsi mai di se stessa. Non ha mai chiesto niente, ha sempre donato tutto, non ha mai pronunciato la parola NO, non ha mai detto a nessuno MI DISPIACE NON POSSO, pare insomma che lo Spirito Santo l’abbia toccata con tutti i suoi doni: sapienza, intelligenza, consiglio, fortezza, conoscenza, pietà, timor di Dio”.
Questa la toccante testimonianza del marito Antonio: “Non è stato facile vivere accanto ad una santa senza essere santo, soprattutto in una santità perfezionata dal martirio. La rivoluzione totale avvenne il giorno in cui accogliemmo le reliquie dei Santi coniugi Martin, la conoscenza della loro storia illuminò i nostri volti facendo maggiore chiarezza sul nostro cammino. Il chicco di grano ha prodotto il cento. Il 21 agosto il treno del nostro matrimonio si è fermato in un punto preciso della storia dove Cristo, via, verità e vita, ci chiamava a stare. Finito di recitare il Santo Rosario con la Parola di Dio in mano eravamo pronti per andare a preparare una nuova celebrazione della Parola a casa dei fratelli. All’improvviso la terra ha tremato, una parete della Chiesa è crollata e ho sperimentato drammaticamente le parole del Vangelo ‘uno sarà preso, un altro sarà lasciato’. In pochi istanti mi sono trovato a vivere la scena del calvario tenendo tra le mani il corpo di Lina martoriato e il suo volto pieno di sangue. Ho visto il volto sofferente di Cristo, mi sono sentito come Giovanni ai piedi della croce insieme alla Madonna, ho sentito con l’orecchio del cuore le parole di Cristo rivolte ai miei figli: ‘Ecco tua madre!’, ma Cristo ha vinto la morte! Il treno della nostra vita riparte carico di doni e destinazioni con un passeggero in meno ma con una guida sicura dal cielo. L’ultimo vagone di questo treno lo avevamo lasciato ancora vuoto per riempirlo di nuovi progetti di Dio, tra cui realizzare una casa famiglia per accogliere bambini disabili… In questi momenti torna a galla la domanda: Che cosa è la verità? …Preferirei rispondere con lo stesso silenzio di Gesù, ma davanti a tutti quelli che dicono ‘Dov’è il tuo Dio?’, a quanti bussano e chiedono ancora che cos’è la verità, la risposta è una soltanto: ‘Lina ha scelto la parte migliore che non le sarà mai tolta!’. Questa è la verità! Piuttosto, un’altra è la domanda: ‘O morte dov’è la tua vittoria?’ e dov’è infatti la vittoria della morte in una donna che ha sempre annunciato con forza le parole di San Paolo: ‘Per me vivere è Cristo e il morire un guadagno’?”.
Ricordiamo Lina con affetto. Per lei la nostra preghiera, per suo marito Antonio, per i suoi figli e per tutte le migliaia di persone, soprattutto le giovani famiglie, che grazie a lei sono state toccate dalla grazia di Cristo, che sempre ci raggiunge attraverso la mediazione di anime generose che l’hanno accolta e se ne sono fatte annunciatrici e testimoni.
(*) Dicastero per i laici, la famiglia e la vita
Fonte agensir.it
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