“L’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazareth” (Lc 1,26). E’ il gran pregio ed il gran segreto per intraprendere e perseverare nella vita spirituale: dare agli eventi la stessa importanza di Colui che ha detto: «Io sono la Via, la Verità e la Vita».
Considera infatti, o anima mia, come l’Emmanuele, la Sapienza per essenza, venendo in terra si dona tutto amientandosi nel grembo di Maria e per Lei a Giuseppe.
Affidarsi a Loro vuol dire sottrarre all’uso profano la nostra vita, il nostro lavoro, la nostra sofferenza: Loro tutto feconderanno per la tua santificazione e per la massima gloria di Dio. Come il Verbo si è fatto carne nel grembo immacolato di Maria ed è vissuto nell’ambito della Sacra Famiglia, così tu entra nel cuore dell’Immacolata, rinasci a vita nuova in questa divina Famiglia e vivi in essa il tuo esilio terreno fmo alla terra promessa!
Sacro Cuore di Gesù, Cuore Immacolato di Maria, e Cuore Castissimo di San Giuseppe, io vi consacro in questo giorno, la mia mente, le mie parole, il mio corpo, il mio cuore e la mia anima perché la vostra volontà sia fatta attraverso di me in questo giorno. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Approfondimento
San Carlo da Sezze contemplando il mistero della Trinità della terra così immagina la vita celeste che conduceva in questo esilio: “Nel tempo rimanente che la Santa Famiglia dimorava a Nazareth, attendeva alla preghiera e a giovarsi di quell’oggetto di Dio e uomo del Bambino Gesù, ristretto in pochi panni e posto nella culla”.
La Santa Famiglia non era osservata né considerata per nulla, era tutta nascosta e ben poco si parla di quel prezioso tempo in cui Gesù visse a Nazareth nella sua Famiglia.
Gesù faceva tutto secondo la sua età: prima parlava e operava da bambino, poi da fanciullo, poi da giovane e operava con ordine e a tempo debito. Lavorava, pregava, riposava, si ricreava, tutto a tempo debito. Ecco dove sta la perfezione: nell’operare non già secondo la nostra volontà e le nostre inclinazioni, ma come l’obbedienza ci impone. Così tutte le nostre azioni, anche le più umili e ordinarie, diventano meritorie e si possono dire una continua preghiera. Gesù, Maria e Giuseppe saranno dunque i nostri modelli nelle opere esteriori e in tutto, con tali modelli, la vita ci diventerà facile e cara, e la santità sarà certa.
Per onorare la Sacra Famiglia bisogna invocarla spesso in vita e in morte
Sant’Andrea Avellino pensando spesso alla morte, si sforzava di mantenersi preparato con una vita illibata. Devotissimo di Gesù, Giuseppe e Maria, aveva di continuo i loro nomi sulle labbra e nel cuore. Giunto all’età di ottantotto anni, mentre stava celebrando la Santa Messa, fu colpito da un colpo apoplettico.
Sopravvisse alcune ore e fu visto tremare, contorcersi e piangere: era Satana che, in atteggiamento orribile, lo minacciava di volergli portare via l’anima. Le persone che lo circondavano invocarono con gran fede i nomi di Gesù, Maria e Giuseppe e subito quell’anima benedetta si calmò e spirò tranquillamente.
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