L’ incontro tra Davide, un ragazzo con sindrome di Down e i sacramenti. Un incontro che gli cambia completamente la vita. A raccontarlo è lui stesso in “Io atipica-mente down” (edizioni Il Messaggero Padova) di Davide Rossanese. Una sorta di diario scritto con l’aiuto della pedagogista e amica Lisa, che lo conosce dal 2000.
Davide si presenta così: «Mi chiamo Davide, ho quasi trenta anni, la sindrome di Down e alcuni tratti autistici, comunico a computer e con la voce posso dire pochissimo. Ho un carattere difficile, con momenti di caparbietà difficili da tollerare, ma nonostante tutto vedo la mia cara pedagogista sempre fiduciosa e sorridente, mai si arrende, mi sprona e mi sostiene con convinzione, mi doma quando imbizzarrisco in terrore autistico, mi riporta a credere in me stesso quando mi perdo».
“La scrittura alleggerisce il mio cuore”
Il giovane ha una passione innata per la scrittura. Per lui è più di una valvola di sfogo, come scrive sul giornalino del quartiere in occasione della festa di sant’Antonio. «Scrivere alleggerisce mio cuore, libera mia mente da catene di mio corpo, mi permette di essere attiva-mente presente a me stesso e alla relazione, di fornire lenti per guardare a me oltre pregiudizi ed etichette».
Non solo la scrittura. Anche la fede arriverà a rappresentare nel tempo un appiglio sostanziale per Davide. «Mi sono avvicinato alla fede con suo amorevole supporto – evidenzia – a ventotto anni mi sono riconciliato a Dio e da poco ho fatto la prima comunione, sempre con la sua presenza con rispetto e mai con giudizio. Lei mi ha fatto capire che Dio è amore e che posso essere felice anche con le mie caratteristiche. Mi ha testimoniato la fede e condotto a Dio come una guida amorevole e piena di fiducia e io ora voglio testimoniare la mia esperienza molto per creare consapevolezza sulla condizione di ragazzi come me.
Quell’incontro così inatteso
Il momento più difficile per Davide giunge nel 2006, dopo la morte del padre. Il lutto lo segna profondamente. Vanno male anche gli studi: si iscrive all’università ma i primi tempi non sono per niente facili.
Quando tutto sembrava perduto, un incontro segna il cammino di Davide: don Adriano. Il ragazzo è piuttosto deluso dalla fede. O meglio indifferente.
«Tormentato ero da molto tempo a causa di mia esclusione da parrocchia – racconta lui stesso – quando ero bambino. Poi la morte di mio papà e l’investimento che ha messo mia mamma in un letto di ospedale mi avevano messo in forte crisi, volevo parlare con chi poteva darmi risposte e conforto, un prete. Io ricordo una giornata di sole caldo, i profumi del giardino di casa di Lisa, mia cara pedagogista, dove ho potuto incontrare don Antonio, parroco amico di Lisa».
La tensione di Davide
Ricorda Davide: «Io ero tremante, agitato e mi aspettavo un dialogo di conoscenza, ipotizzavo con poco aiuto ricavato. Arrivato ricordo mi mordevo il labbro e scrutavo il giovane don. Ho trovato in lui non solo risposte attese da una vita ma anche calore umano, comprensione senza pregiudizio. Potermi riconciliare con Dio per prima volta mi ha fatto sentire amato in modo indescrivibile, sono tornato a casa con gioia nel cuore. Il passo successivo nel mio cammino cristiano è stato verso mio parroco. Timore di nuovo rifiuto».
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“Tra noi complice ironia”
Il sacerdote è stato più di una sorpresa. «Non avrei mai pensato possibile trovare don Adriano così attento e disponibile. Ho avuto con lui gioiosi momenti di complice ironia, dialoghi, qualche meritata predica, abbracci commoventi, riconciliazioni illuminanti e un anno fa la mia prima comunione il giovedì santo»..
La prima comunione
L’avvicinamento al sacramento è stato quindi un momento decisivo per “svoltare”. Don Adriano – appena Davide gli viene presentato da Lisa – si mostra subito molto aperto nell’accompagnare il giovane alla prima comunione. Gli dice di dare la lieta novella alla madre, gli trasmette un entusiasmo nuovo!
«Mi metti a mio agio vero spirito santo parla attraverso te mi sento accolto e compreso grazie», le parole di Davide, che inizia ad intravedere una luce laddove non sembrava esserci.
Suor Michela e Lisa
Don Adriano spiega a Davide che si potrà preparare assieme ad una religiosa, suor Michela, anche leggendo del materiale che loro gli faranno avere e che avranno dei colloqui. Poi chiede la disponibilità di Lisa nell’affiancare questo percorso di preparazione.
Messa e preghiera
Lisa è felicissima. «Il tuo cammino di preparazione alla prima comunione» sarà davvero «pieno di momenti di grande commozione e gioia». Don Adriano intanto gli ricorda l’importanza della preghiera quotidiana e della messa domenicale. Davide comincia il percorso verso la prima comunione nel segno di un bel feeling con suor Michela e Lisa.
Lasciarsi amare da Dio
Loro lo ascoltano, gli offrono dei consigli, lo consolano. In uno degli incontri Davide dice di non sentirsi un buon cristiano. Suor Michela lo rassicura: «Caro Davide credo che non esista un buon, bravo cristiano. Essere cristiani significa lasciarsi amare da Dio così come siamo».
Il divorzio
Il giovane chiede se esistono peccati imperdonabili perché non riesce a pensare al perdono per una persona che aveva investito la madre. Suor Michela risponde riferendosi al perdono come un cammino, a volte difficile e lungo. Spiega a Davide il valore della riconciliazione. «Mi hai tolto un peso non mi riuscivo a mettere tranquillo. Ma se un marito non rispetta la moglie lei deve solo subire e pregare o può divorziare?».
“Sono stato troppo duro con mia madre”
Suor Michela spiega a Davide che nel matrimonio il perdono è un dono reciproco. Quando manca rispetto, o la vita matrimoniale risulta impossibile, la separazione diviene una scelta sofferta e necessaria e dice che in questi momenti più che mai la chiesa cerca di stare vicina a chi soffre.
«Mi fa pensare e capire mia mamma quando l’ho incolpata per anni per separazione, troppo duro sono stato con mia mamma».
Davide capisce l’importanza del perdono e afferma: «Dio vuole nostra felicità e perdona e io ho avuto presunzione di non perdonare te e papà ti chiedo scusa».
Fuori dal tunnel
Un altro momento toccante nel cammino verso la prima comunione è il “salto di Davide”, che passa da incontri singoli con Lisa e la suora ad incontri collettivi con gli altri giovani impegnati nel cammino.
Il giovane non disdegna il confronto su temi “caldi” come la morte. In un colloquio Don Adriano, il sacerdote gli dice: «Credo non serva a niente star
lì a fermarsi sulla morte, nel senso che diventa quasi un alimentare la sofferenza con un ricordo nostalgico. Crediamo che i nostri cari sono vivi in Dio e andiamo verso un incontro con loro, questa è la cosa bella».
«Mi ha aiutato molto Lisa in questo – confessa Davide – dico ho superato momenti di grande sconforto e rabbia, ora tempi mi aiutano a essere maturo trentenne che molto lontana tiene la depressione che per me era la morte dentro al cuore».
Davide ha ricevuto la prima comunione il 5 aprile 2013.
Fonte it.aleteia.org
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