Domenica 1 ottobre, al suo arrivo a Bologna dopo aver visitato Cesena, Papa Francesco incontrerà i mille migranti ospiti del centro di accoglienza regionale di Via Mattei. il direttore dell’Hub, Giacomo Rossi, racconta cosa i migranti vorranno dire al Santo Padre:
R. – Gli trasmetteranno sicuramente le sofferenze del loro viaggio e dei vissuti difficili che ciascuno ha ma anche, sicuramente, la speranza che ripongono nel suo arrivo, in questa visita, perché ai loro occhi rappresenta l’essere visti in modo diverso. E anche di avere maggiori opportunità nella loro vita.
D. – Francesco si è detto preoccupato per i segni di intolleranza e xenofobia che si vedono in Europa. Bologna come reagisce alla presenza di questi migranti?
R. – Bologna è una città che negli ultimi anni ha fatto sicuramente tanto per l’accoglienza. E’ una città che oggi mi sentirei di definire accogliente anche se è chiaro che l’arrivo del Papa e il messaggio che questo porta è molto positivo per contrastare quello che è effettivamente una tendenza che si rischia ovunque e quindi anche a Bologna. La speranza di chi vive a Bologna e di chi è impegnato nell’accoglienza è che il messaggio che il Papa porta possa essere recepito e possa rappresentare un effettivo contrasto a pensieri e a derive di questo tipo.
D. – L’integrazione dei migranti è una priorità per il Papa e anche per il governo italiano. E’ da centri come il vostro che bisogna cominciare?
R. – Sicuramente l’integrazione parte anche dalla prima accoglienza che deve garantire il rispetto dei diritti e una prima sistemazione decorosa. Per questo, infatti, il nostro centro garantisce una serie di funzioni e alcune operazioni che vengono svolte e che devono essere svolte nella fase di prima accoglienza: un backup sanitario, le procedure di identificazione e l’avvio della procedura di esame della domanda di asilo. Questo va fatto avendo cura di prestare le dovute attenzioni alle particolari esigenze, quindi supportando i più vulnerabili e tutelando l’unità familiare. Questo va garantito anche quando eventualmente le condizioni sono emergenziali. Queste cose sono fondamentali per dare il corretto benvenuto alle persone che arrivano fuggendo da situazioni di grande rischio e che hanno bisogno di tutela. Questo chiedono e devono avere garantiti i diritti e questo tipo di servizi perché l’accoglienza parta nel modo corretto e siano veramente garantite le opportunità di integrazione nel nuovo contesto in cui si trovano.
Fonte it.radiovaticana.va/di Alessando Di Bussolo
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