L’incoraggiamento da Medjugorje di Suor Emmanuel: ‘Il Natale è passato, ma il bambino rimane!’
Medjugorje: “Il Natale è passato ma Gesù è con noi”
Suor Emmanuel, da Medjugorje, ci invita a vivere sempre nel nostro cuore la gioia e la grazia del Bambino Gesù…
La riflessione:
Natale passa, il Bambino rimane! Abbiamo davvero capito che Gesù Bambino ci appartiene?
Sì, ci appartiene sul serio, perché il Padre Celeste ce lo ha donato tramite Maria. Spesso non comprendiamo veramente fino a che punto Dio si dona a noi: Egli si dona nell’Eucarestia, nella quale possiamo disporre di Lui a nostro piacimento. Certo, bisogna accoglierlo, metterci a sua disposizione, cercare di adottare il suo punto di vista sulle cose…
Prendiamo un bell’episodio della vita di santa Teresa d’Avila: una notte, mentre saliva le scale del monastero dell’Incarnazione, vide un bambino di una bellezza straordinaria in cima ai gradini e pensò: ‘Come è riuscito ad entrare qui?’ Il bambino le chiese:
“Chi sei?”
“Sono Teresa di Gesù. E tu, come ti chiami, figliolo?”
“Se tu sei Teresa di Gesù, io sono Gesù di Teresa!”
Questo dialogo magnifico potrebbe farci invidiare ciò che Dio dona ai santi. Ma quello che è stato concesso a Teresa d’Avila, viene offerto anche ad ognuno di noi! Se appartengo a Gesù, Gesù mi appartiene. Se mi consacro al suo Cuore, il suo Cuore mi appartiene! Anche il profeta Isaia proclamava: “E’ nato per noi un bambino; un figlio ci è stato donato…” Donato a chi? A chi si riferisce questo ‘noi’? A Giuseppe e Maria? Sì, certo, ma questo Bimbo appartiene anche a te, a me, a ciascuno di noi. E’ Gesù di… te!
La nascita di un bambino cambia tutto in una famiglia. Il neonato diventa il centro della nostra attenzione, perché, nella sua vulnerabilità, dipende in tutto da noi, proprio come il Bambino Gesù dipendeva in tutto dai suoi genitori. Il bambino che arriva nelle nostre case non è una cosa inerte, una statua, ma un essere vivente che ha sete di amore. L’arrivo di un neonato trasforma la vita, a maggior ragione se si tratta di Gesù Bambino! Come tutti i bimbi, Gesù desidera essere accolto, amato, stretto al nostro cuore e, soprattutto, adorato.
Ogni Natale, Maria ce lo dona di nuovo affinché resti con noi. “Cari figli,” ci dice “che la tenerezza del mio piccolo Gesù vi accompagni sempre!”. Ciò che Maria dà, non lo riprende. Lei desidera che Gesù nasca nei nostri cuori e che ci porti la pace. “Figlioli, senza la pace, non avete né futuro né benedizione, perciò ritornate alla preghiera…”
Molti sono i santi che hanno vissuto delle belle esperienze con Gesù Bambino. Per citarli tutti ci vorrebbe una pagina intera e per raccontare le loro esperienze ci vorrebbero libri su libri! (Conosco personalmente delle persone che, nella prima infanzia, giocavano con Gesù Bambino e che, nella loro innocenza, trovavano la cosa normale).
La venerabile Margherita del Santissimo Sacramento (Francia, Carmelo di Beaune, 1619-1648), ha vissuto una relazione del tutto speciale con Gesù Bambino e Lui la chiamava “la sposa della mia Infanzia”. Il titolo da lei ricevuto è: “Piccola sposa di Gesù Bambino nel Presepe, in cui Egli trova le sue delizie”. Gesù ha voluto che partecipasse in maniera unica al mistero della sua infanzia, tanto che persino la crescita fisica di Margherita si fermò a 12 anni. Le fece vivere tutte le virtù della Sua Infanzia e la rese partecipe della Potenza della Sua Infanzia : “Non rifiuterò nulla alle tue preghiere”.
Margherita fu una delle prime a dire che “le preghiere offerte per i meriti dell’Infanzia di Gesù vengono sempre esaudite”.
Un giorno, un religioso le chiese come far sì che il Bambino Gesù venisse a vivere nel suo cuore e lo formasse attraverso la sua presenza. La carmelitana rispose: “Deve vivere imitando Gesù Bambino non secondo la nostra natura e senza voler vedere né sentire nient’altro che Lui, come se ci foste solo lei e Gesù Bambino. Deve abbandonarsi pienamente alle sue mani divine affinché Egli possa disporre di lei durante la sua vita e nell’ora della morte. Deve darGli tutto ciò che è e tutto ciò che la riguarda, nel tempo e nell’eternità…”
Melania, un esempio poco conosciuto: la pastorella francese de La Salette, Melania Calvat (1831-1904) ha avuto il privilegio di un incontro straordinario con Gesù Bambino, mentre si trovava in una situazione drammatica. Sua madre non sopportava più i suoi silenzi e la sua attrazione per Gesù; voleva una figlia mondana, ma la piccola resisteva. E così successe una cosa incredibile: la madre aprì la porta di casa e, gridando il suo odio, la cacciò via!
“Vattene via di qui, vai a vivere con le volpi e i lupi e non tornare più!” A quell’epoca Melania aveva solo 3 anni! Piangeva, piangeva… e andò a sedersi sotto una quercia. Pianse a lungo, gridando che voleva una mamma. Poi si addormentò. In sogno, vide un bambino bellissimo, vestito di bianco, che aveva 3 anni come lei e che la consolava. Giocava con lei come fanno i bambini. Poi si svegliò e cominciò a piangere di nuovo… Per farla breve, questo “fratellino” venne realmente da lei (non più in sogno). Rimase con lei e crebbe con lei. Ma solo più tardi Melania, ormai adulta, comprese che si trattava del Bambino Gesù. Era Lui che la istruiva. Poi le presentò la sua Mamma del Cielo e, nel 1846 cominciarono le apparizioni di Maria a La Salette… Questa è la storia di una bambina martire e di un’anima eletta. Melania, stigmatizzata, divenne terziaria domenicana e prese il nome di Maria della Croce, quella croce che aveva sposato con determinazione fin dalla più tenera infanzia, guidata dal “fanciullo”.
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