Nella domenica della festa della Santissima Trinità, è opportuno riflettere sulla figura di Giovanni Paolo II, un papa che ha incarnato profondamente il significato della Trinità nella sua vita e nel suo pontificato.
Giovanni Paolo II ha vissuto una profonda connessione con la Trinità, riconoscendo l’amore e l’unità tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Nella sua vita e nel suo ministero, ha cercato di trasmettere questo amore trinitario a tutti gli esseri umani, invitandoli a vivere in comunione con Dio e tra di loro.
Come papa, Giovanni Paolo II ha promosso il dialogo ecumenico, cercando di superare le divisioni tra le diverse confessioni cristiane e di riconciliare le differenze attraverso l’amore trinitario. Ha sottolineato l’importanza della fraternità universale e dell’unità nella diversità, ispirandosi al mistero della Trinità come modello di comunione.
Giovanni Paolo II ha anche incoraggiato una profonda spiritualità trinitaria tra i fedeli, invitandoli a riflettere sulla relazione d’amore tra le persone divine e a vivere in armonia con la volontà di Dio. Ha sottolineato l’importanza della preghiera e dell’adorazione come strumenti per entrare in comunione con la Trinità e per testimoniare l’amore di Dio al mondo.
Nella domenica della festa della Santissima Trinità, possiamo quindi riflettere sulla vita di Giovanni Paolo II come un esempio di come vivere il mistero della Trinità nella nostra esistenza quotidiana. Possiamo imparare da lui a coltivare l’amore, l’unità e la comunione con Dio e con gli altri, riconoscendo che siamo chiamati a vivere come figli di un Dio trino.
Che la riflessione sulla figura di Giovanni Paolo II ci ispiri a coltivare la nostra relazione con la Trinità e a testimoniare l’amore divino nella nostra vita di ogni giorno. Possiamo imparare da lui a vivere come autentici ‘trinitari’, riconciliando le differenze, cercando l’unità e diffondendo l’amore trinitario nel mondo.
Oggi, festa della Santissima Trinità, recita la preghiera di lode di Giovanni Paolo II
Era il 14 giugno 1981, da pochi giorni Giovanni Paolo II si era ripreso dall’attentato in piazza san Pietro, e la voce rivela una grande debolezza. L’anno dopo, sempre in occasione della festa della Trinità, il 6 giugno 1982 il Papa mariano per eccellenza darà una lettura nuova e quasi inedita di questo mistero…
(prosegue dopo il video)
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Rileggiamo il Nome della Trinità, cioè della realtà del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, nel Mistero dell’Incarnazione, ossia dell’Annunciazione. Rileggiamo questa realtà ineffabile, la realtà del Dio Vivente, nel suo massimo avvicinamento all’uomo: a questo unico essere umano, il cui nome è Maria di Nazaret e insieme a tutti gli uomini: a ciascuno!
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili, e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore: il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine.
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Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita… e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti.
La nostra preghiera dell’Angelus diventi oggi una particolare professione di fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo: nel Dio Trino ed Uno, che si è avvicinato sempre più verso l’uomo nel mistero dell’Incarnazione. (Laura De Luca – Vatican News)
Gloria e onore alla Santissima Trinità!
Innalziamo insieme
il nostro canto di lode e di ringraziamento
alla Santissima Trinità.
Adoriamo il mistero
dell’arcana presenza di Dio fra noi,
contemplando in silenzio
i suoi disegni di salvezza:
«Gloria e lode a Dio
che è, che era e che viene». Amen.
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