I militanti jihadisti rilanciano le minacce verso l’occidente, esortando alla conquista di Roma, proprio mentre il presidente Barack Obama, al termine di una riunione del suo ‘Consiglio di guerra’ al Pentagono, sottolinea che lo Stato islamico può essere sconfitto, e lo sarà. Finora, ha sottolineato il Commander in Chief, sono stati ottenuti significativi risultati, ma ci vorrà dell’altro tempo. Quella contro l’Isis, ha detto, “non sarà una campagna rapida”, anzi “sarà molto lunga”. E al tempo, stesso, è necessario “continuare ad essere vigili” contro la minaccia del terrorismo, sia dei cosiddetti ‘lupi solitari’, che delle cellule jihadiste.
Quasi in contemporanea è peraltro comparsa sul web una nuova iniziativa della propaganda jihadista: un e-book che sollecita i combattenti islamici in occidente a formare bande per far avanzare la jihad col “fine ultimo di conquistare Roma, Italia”, come riferisce il sito web Site. Il presunto e-book, intitolato “Muslim gangs”, sarebbe apparentemente il primo di una serie, “Musulmani in Occidente”, nel sottotitolo recita “come sopravvivere in Occidente”. In copertina la foto di un corteo di giovani che sfilano con le bandiere nere dell’Isis.
Sulla scia di una serie di polemiche sulla sua gestione della guerra anto-Isis, il presidente Obama ha oggi tenuto nel cuore del Dipartimento della Difesa una lunga riunione: erano presenti oltre venti tra i più importanti comandanti militari americani, responsabili di vari settori geografici, i suoi più stretti consiglieri per la sicurezza nazionale, il capo della Cia, diversi responsabili dell’antiterrorismo, oltre ad alcuni dirigenti del Dipartimento di Stato. “Abbiamo eliminato migliaia di combattenti dell’Isis, tra cui comandanti di alto livello”, ha poi detto il presidente davanti ai giornalisti.
Lo Stato islamico, ha sottolineato, “ha perso oltre un quarto delle aree popolate che aveva catturato in Iraq” e anche in Siria ha subito diverse sconfitte. E l’offensiva procede. “I nostri raid aerei continueranno a prendere di mira impianti per il petrolio e per il gas che forniscono importanti fondi alle operazioni” dei miliziani dell’Isis, e allo stesso tempo “lavoriamo per fermare il flusso di combattenti stranieri verso la Siria e L’Iraq”, mentre “acceleriamo la consegna di equipaggiamento di importanza critica, tra cui missili anti-carro, alle forze irachene”. Parole che seguono una evidente accelerazione delle operazioni della coalizione. Ma anche i jihadisti dell’Isis sono passati di nuovo all’offensiva, prendendo in particolare il controllo della città irachena di Ramadi. Nel frattempo, Obama ha disposto l’invio in Iraq di altri 450 soldati Usa, con il compito di addestrare e consigliare le forze irachene, portando cosi’ a 3.550 il numero dei soldati americani dislocati nella regione. Il presidente ha inoltre dato luce verde alla realizzazione di un centro di addestramento per i soldati iracheni nella base militare irachena di al Taqqadum, nella provincia sunnita di al Anbar, a poca distanza dalla ‘prima linea’.
Obama ha però per ora escluso l’invio di nuove forze in zona di operazioni. Allo stesso tempo, numerosi stretti collaboratori del califfo al Baghdadi, sia in Siria che in Iraq, sono stati eliminati con razzi sparati da droni Usa, mentre la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti ha intensificato i suoi raid aerei, iniziati ornai 11 mesi fa. Solo ieri ne sono stati condotti 44, di cui 18 in Siria e 26 in Iraq. Ma “non c’è forza militare che metterà fine al terrore dell’Isis senza essere bilanciata da uno sforzo più ampio di carattere politico ed economico”, ha sottolineato Obama, aggiungendo che “le ideologie si sconfiggono con idee migliori, con una visione più avvincente e più attraente”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Ansa