Categorie: Pax et Justitia

L’Isis distrugge la Chiesa Verde di Tikrit

L’Isis ha “distrutto completamente” la Chiesa Verde di Tikrit in Iraq. Lo riferisce l’agenzia Mena citando fonti della sicurezza irachena. Anche se abbandonata da secoli, era un simbolo più che millenario delle antiche radici cristiane in Medio Oriente.

Incalzati dall’avanzata dell’esercito iracheno, i jihadisti hanno piazzato l’esplosivo all’interno del sito, e poi fatto brillare le cariche.

La Chiesa Verde, assiro-orientale, fu edificato attorno all’anno 700 e si trova nel complesso presidenziale nel centro della città. Tikrit

era infatti la città dell’ex dittatore Saddam Hussein.

«Vogliono cancellare una lunga storia di convivenza»
“I terroristi dell’Isis vogliono eliminare qualsiasi traccia cristiana dal Medio Oriente, e anche ogni simbolo di una lunga storia di convivenza tra Islam e cristianesimo”. Lo ha detto padre Mtanious Hadad, delegato patriarcale a Roma delle comunità cristiane d’Oriente, commentando la notizia della distruzione della Chiesa Verde. “Ogni chiesa è importante per noi – ha spiegato -. Quella in particolare ricordava come a Tikrit cristiani e musulmani avessero convissuto per secoli”. “I terroristi dell’Isis vogliono far credere che la regione mediorientale appartenga solo all’Islam. Ma noi cristiani non siamo ospiti, siamo arrivati sette secoli prima di loro e quella terra è anche nostra – ha aggiunto -. Per questo si accaniscono contro di noi e i nostri luoghi sacri, i simboli della convivenza. È chiaro che vogliono la nostra eliminazione totale”.

Furia iconoclasta anche contro le tombe islamiche
La furia iconoclasta dei miliziati dell’Isis si è scagliata anche contro la storica moschea di Arbaeen Wali, sempre a Tikrit. Lo riferisce l’emittente al-Arabiya, precisando che l’edificio, raso al suolo, ospitava le tombe di 40 “martiri”. Secondo i jihadisti, il culto dei martiri incoraggia l’idolatria.

La moschea era situata lungo la strada che collega Tikrit con la capitale Baghdad e la seconda città più importante del paese, Mosul. “All’inizio era una madrasa come al-Mustansariya a Baghdad, al-Mamilya al Cairo e Sabina nell’Asia centrale”, spiega un accademico iracheno. All’interno di Arabeen Wali sono state trovate scritte risalenti al XIII secolo.

In precedenza la furia dell’Isis aveva distrutto le tombe dei profeti a Mosul, sempre nell’Iraq settentrionale. L’Isis aveva fatto saltare in aria la moschea dove sorgeva la tomba del profeta Seth, risalente al 1057, e in precedenza quelle dei profeti Giona e Daniele.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire

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  • Tutto questo è frutto dell'imperialismo di Israele che ruba terreni con la forza e butta benzina sul fuoco, dall'altra parte certamente manca un Ghandi e si usa la legge del taglione, a turno bisogna assistere a scena dove i poveri ne fanno le spese. Il Medio Oriente è intriso di sangue e vendetta gratuita, basterà l'intervento di Papa Francesco a far si che la pace regni su qiesta terra? Anche frate Francescoai suopi tempi riuscì a pacificare. Questo è il grande miracolo che si attende.

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