“Chi attacca usando la violenza ha sempre torto. L’Ucraina si sta riparando dagli schiaffi che gli sta dando la Russia “ma da Stato” piccolino è diventato grande” perché è stato “aiutato dagli amici, combatte, si difende per la libertà”. Così il premier Draghi alla scuola media ‘Dante Alighieri’ di Sommacampagna.
“Si deve cercare la pace, far in modo che i due smettano di sparare e comincino a parlare”, ha continuato. Poi: il futuro è un’opportunità, bisogna andargli incontro con ottimismo: “Spero anno prossimo non ci sia bisogno mascherine”
Il piano di pace italiano, presentato mercoledì dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un bilaterale con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, (e riportato ieri da Repubblica), trova sponde a Parigi.
«C’è un coordinamento tra Francia e Italia per arrivare ad un cessate il fuoco, i due Paesi sono in contatto continuo», hanno fatto sapere fonti della presidenza francese dell’Ue a Bruxelles, in linea fra l’altro con il cosiddetto Trattato del Quirinale che vincola Italia e Francia a un patto di consultazione in casi come questi.
Dal Cremlino, invece, si fa sapere di non essere a conoscenza del piano italiano in quattro tappe per arrivare prima possibile a un cessate il fuoco in Ucraina e, poi, aprire il negoziato per la pace. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. «Purtroppo, fino a questo momento non abbiamo notizia dei dettagli di questo piano. Non so se sia stato trasmesso tramite canali diplomatici. Ne abbiamo appreso l’esistenza dai media», ha detto Peskov in un incontro con la stampa.
Ma la sua non è una chiusura: «La partecipazione di chiunque possa aiutare a raggiungere un accordo è benvenuta. Nessuno sta rifiutando ogni sorta di sforzo sincero», ha aggiunto.
1 Cessate il fuoco
La precondizione per poter avviare il piano predisposto dall’Italia è anche la più difficile: arrivare a un cessate il fuoco fra le parti. È un passo impegnativo perché va negoziato mentre sono ancora in corso i combattimenti. Una semplice tregua temporanea non può essere considerata una condizione sufficiente. Questo cessate il fuoco andrebbe accompagnato, secondo il documento presentato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio al segretario Guterres, da alcuni definiti meccanismi di supervisione e da una smilitarizzazione pressoché totale della linea del fronte. Solo in questo modo si può pensare di impostare una discussione su tutti i nodi che dividono le due parti.
2 Neutralità e Unione europea
Il secondo punto riguarda un negoziato multilaterale da avviare sul futuro status internazionale dell’Ucraina. Secondo il ministro Di Maio, sarebbe auspicabile una neutralità di Kiev supportata da una sorta di “garanzia” politica internazionale. L’accordo, che potrebbe essere sancito da una conferenza di pace, dovrebbe essere vincolante, oltre ad includere la condizione che lo status neutrale sia compatibile però con l’ingresso del Paese nell’Ue. Un passaggio, questo, ritenuto delicato quanto importante perché aiuterebbe a “gestire” gli impegni e le clausole di questa adesione che, per la sua eccezionalità, potrebbe incontrare altrimenti rallentamenti e intoppi.
3 Autonomia delle zone contese
Nel patto dovranno essere risolte soprattutto le controversie sui confini internazionalmente riconosciuti e sui territori contesi, in particolare Crimea e Donbass. Bisognerà porre particolare attenzione al nodo della sovranità, al controllo dei territori, alle disposizioni costituzionali e legislative di queste aree oltre che alle eventuali misure di autogoverno. Inoltre, dovranno essere regolati i diritti linguistici della popolazione e la conservazione del patrimonio storico-culturale. Si potrebbe ipotizzare, quindi, un’autonomia delle aree contese che non contrasti con la sovranità di Kiev su tutto il territorio nazionale.
4 Garanzia sulla sicurezza in Europa
Di particolare importanza sarà, infine, la definizione di un nuovo accordo multilaterale sulla pace e la sicurezza in Europa, così da riorganizzare anche i rapporti tra l’intera Unione Europea e la Russia. Oltre alla stabilità strategica, al controllo degli armamenti e alle misure per la prevenzione dei conflitti, sarà necessario concordare alcuni aspetti come il ritiro delle truppe russe dai territori occupati in Ucraina. L’obiettivo finale è quello di tornare ad uno status simile a quello precedente al 24 febbraio 2022, data dell’inizio del conflitto. Successivamente, si dovrà pensare a un progressivo allentamento delle sanzioni contro Mosca.
Articolo pubblicato su Avvenire
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