L’Italia è ferma tra le vicende dei suoi due Re: Giorgio e Silvio

ROMA – Pensavamo di essere in una Repubblica normale (almeno sui banchi della scuola elementare), invece crescendo ci rendiamo conto della realtà. Oggi l’Italia è ferma a causa dei suoi 2 Re, neanche uno! Da un lato Re Giorgio (il Presidente), simbolo della purezza politica, del candore immacolato, Lui ovviamente delle cooperative rosse, del monte dei Paschi e soci vari non ne poteva sapere niente e dall’altra parte il Condannato della Libertà, Re Silvio, che si difende con le unghie fino all’ultimo momento urlando ad una condanna ingiusta ed ‘armando’ tutti i suoi a libro paga. Dove sta la verità? Non lo sapremo mai, non illudiamoci!

Nel frattempo è stato  Rinviato il voto in Giunta sul caso Berlusconi e la riunione è stata aggiornata a domani (ore 15), quando ogni senatore avrà a disposizione 20 minuti per il proprio intervento, più altri 60 per tutto il gruppo. oggi l’ufficio di presidenza della Giunta è tornato a riunirsi per decidere il calendario dei lavori senza trovare un accordo sui tempi del voto. A decidere, infatti, sarà domani il plenum della Giunta dove, come ha detto il presidente Dario Stefano, si tenterà di individuare una soluzione il più possibile condivisa ”in modo da arrivare al voto alla metà della prossima settimana”. Tesa la riunione e divisa tra chi vorrebbe arrivare al più presto a un pronunciamento sulla relazione di Andrea Augello e chi invece tenderebbe ad utilizzare tutto il tempo disponibile, almeno sulla carta. Il Movimento 5 Stelle, secondo quanto si è appreso, ha proposto che la giunta lavori ad oltranza, mentre il Pdl, con Giacomo Caliendo, ha rilanciato una scadenza a 14 giorni. In mezzo, una proposta di mediazione di Scelta civica per poter chiudere entro martedì prossimo, mentre il Pd ha avanzato l’ipotesi di una seduta domani e un’altra venerdì con voto finale.

Domani la discussione generale a Palazzo Madama ruoterà intorno alla proposta avanzata ieri dal relatore Andrea Augello: Silvio Berlusconi non deve decadere. Le pregiudiziali presentate lunedì diventano questioni preliminari. E la Giunta dovrà esprimersi con un voto unico. ”Non c’è nessun intento dilatorio”, assicura il relatore Augello che rilancia la necessità di sottoporre alla Corte di Lussemburgo l’applicabilità della legge Severino sul nodo della decadenza. ”Non abbiamo pensato di prendere tempo, perché sin dall’inizio, da quando ho dato lettura della relazione -ribadisce il senatore pidiellino all’Adnkronos- abbiamo chiesto alla presidenza e alla giunta di costruire una procedura che ci consentisse di arrivare al risultato ottenuto”. ”Ieri -spiega Augello- è stata varata, una procedura nuova che consente di includere le pregiudiziali di costituzionalità e di rinvio pregiudiziale alla Corte di Lussemburgo come argomenti preliminari e interni alla relazione. In questo modo, ogni gruppo politico dovrà dichiarare il proprio voto, argomento per argomento.

E’ un risultato molto importante, perché vogliamo che ciascuno si assuma la responsabilità di dire con chiarezza perché non si vuole affidare, come prevede la legge, a un giudice comunitario il compito di decidere se la legge Severino sia o meno compatibile con i diritti comunitari e perché non si debba affidare alla Corte costituzionale il compito di verificare la materia della retroattività”. Augello si rivolge al Pd per porre fine al muro contro muro di questi giorni e scongiurare lo scontro finale in Giunta con inevitabili rischi per la tenuta delle larghe intese: ”Invito il Pd a tener ben presente quali sono gli argomenti reali sul tappeto e a leggere con attenzione in particolare il rinvio pregiudiziale alla Corte di Lussemburgo che ci consentirebbe in otto settimane di avere un parere di reiezione o ammissibilità consegnando a un giudice terzo, come prevede la legge e il Trattato di Lisbona, il compito di dirimere una questione che nessun giurista serio può negare che esista, almeno sottoforma di ragionevole dubbio”.

La seconda seduta della Giunta, per i pentastellati (scrivono in un post sul blog di Beppe Grillo) “è stata la solita melina berlusconiana per salvare un condannato a 4 anni”. Mentre opinione di Nichi Vendola (Sel) è che “il pronunciamento della Giunta delle elezioni è già scritta nelle cose ed è la decadenza di Silvio Berlusconi. Servirebbe un atto di decenza: che il senatore Silvio Berlusconi si dimettesse prima del pronunciamento”.

E nel frattempo l’Italia è ferma! In attesa delle decisioni dei suoi 2 RE!

Ornella Felici / Redazione Papaboys

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