Sarà il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a rappresentare la Nazione alle celebrazioni in onore di San Francesco Patrono d’Italia che si terranno il 4 ottobre ad Assisi dalle ore 10.00. Dopo la Santa Messa e l’accensione della Lampada Votiva al Santo, il Presidente parlerà alla Nazione dalla loggia del Sacro Convento.
Ogni anno una regione a turno riaccende la lampada di San Francesco e quest’anno sarà la Campania con i suoi 551 comuni e i circa 10mila pellegrini provenienti da tutta Italia. A presiedere la celebrazione eucaristica del 4 ottobre, nella Basilica Superiore di San Francesco, sarà l’Arcivescovo Metropolita di Napoli, Cardinale Crescenzio Sepe, con tutti i Vescovi campani. L’evento verrà trasmesso in diretta su RAI1.
Papa Giovanni Paolo II, in un suo discorso, ha definito la vergine di Fontebranda “messaggera di pace”. Essa cercò di riportare la pace in seno alle famiglie ed alle città: fu intermediaria di pace a Pisa ed a Lucca, fra il Papato e la città di Firenze, e a Volterra riuscì a sedare gli odi fra due famiglie, una guelfa e una ghibellina. Inviata ad Avignone come ambasciatrice dei fiorentini per una non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI, dà al Pontefice la spinta per il ritorno a Roma, nel 1377.
Sempre Giovanni Paolo II ha detto di Santa Caterina che fu una “mistica della politica”. Nelle lettere ai politici suoi contemporanei essa ricorda che il potere di governare la città è un “potere prestato” da Dio. La politica, per la Santa Senese, è la buona amministrazione della cosa pubblica finalizzata ad ottenere il bene comune e non l’interesse personale (parole che consiglierei di rileggere a tutti i nostri leader politici, di ogni colore e provenienza). Per far questo il buon amministratore deve ispirarsi direttamente a Gesù Cristo che rappresenta l’esempio più alto di giustizia. La giustizia infatti, nella dottrina politica di Santa Caterina, assume un ruolo fondamentale; senza giustizia non c’è pace e se manca la pace viene meno il presupposto che sta alla base della crescita sociale e morale di uno stato.
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Non avendo studiato, dettava le sue lettere, che sono numerose, e i suoi trattati, in particolare la sua opera principale il “Dialogo della Divina Provvidenza”, terminato nel 1378, due anni prima della morte. Essa, infatti, non aveva frequentato nessuna scuola e la sua cultura si formò piuttosto ecletticamente. Toccò tutti i punti della teologia: la Trinità, Gesù Cristo, la Chiesa, i sacramenti, il sacerdozio, i religiosi, la famiglia, la vita spirituale.
Caterina muore a soli 33 anni, consumata dal suo amore per la Chiesa: un ‘curriculum vitae’ tanto breve quanto intenso. Sarà canonizzata nel 1461 dal papa senese Pio II.
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E’ interessante sottolineare l’esistenza di una legge italiana di cui davvero in pochi sono a conoscenza, ovvero la n.24 del 10 Febbraio 2005. Scrive il legislatore: “Riconoscimento del 4 ottobre quale solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse in onore dei patroni speciali d’Italia San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena” (primo comma). Cioè nel giorno della festa religiosa di San Francesco lo Stato italiano ha la sua solennità civile di tutti e due i santi patroni. Al secondo comma precisa: “In occasione di questa solennità civile sono organizzate cerimonie, iniziative, incontri, in particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, dedicati ai valori universali indicati al primo comma di cui i santi patroni speciali d’Italia sono espressione”.
Pace, fraternità e dialogo tra le religioni, tre valori universali che i due Santi ci hanno lasciato in eredità ma che troppo abbiamo trascurato.
di Mario Scelzo
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