Creare, nella Bibbia, è porre qualcosa e qualcuno come diversi da Dio e come reali e veri in se stessi. Per questo tra Dio e uomo è possibile una relazione reale, anzi addirittura il rapporto di paternità e di filiazione. La creazione ha un suo statuto ontologico che le dà dignità propria e autonomia rispetto a Dio. Per questo è possibile e doverosa la laicità, la separazione tra stato e chiesa e, naturalmente, ogni forma d’arte. Raffigurare Cristo o I mangiatori di patate di Van Gogh o il toro alato di una divinità mesopotamica è lo stesso linguaggio, il medesimo spartito del bello.
Tra i 99 nomi di Dio del Corano non vi è il nome di essere. Alcuni termini arabi vengono tradotti come “esistente” che, appunto, è un’altra cosa, ben diversa, da essere.
Il mussulmano, quando legge la creazione, intende un cosa del tutto diversa da quanto intende un cristiano o un ebreo. Per lui Dio fa in ogni istante esistere una realtà che non ha mai essere per se stessa. Per fare un esempio, è la stessa differenza che c’è tra una parola pronunciata che smette d’esistere quando la bocca di chi parla tace, o una parola scritta, registrata, scalpellata. Per la creazione come intesa in occidente, Dio regala alle cose l’essere che diventa loro proprio. Reale. Allah invece fa continuamente esistere una realtà che non ha mai essere in se medesima.
Il credente ebraico e il credente cristiano hanno un rapporto con il loro Dio, perché esistono. Prima di credere o di non credere, esistono. Esistono e quindi, se lo vogliono, possono anche adorare Dio, amarlo, oppure odiarlo, combatterlo. Ignorarlo. E possono mettere tutto ciò nella loro arte. Il credente mussulmano esiste, come uomo, solo se adora Allah, e se tale adorazione è una sottomissione.
È compito del mondo mussulmano operare ora delle distinzioni. Dirci se l’Isis rappresenta, come tutti i fondamentalismi, una degenerazione dell’Islam, oppure se ne è una manifestazione veridica.
L’uomo sa che ciascuno di noi senza memoria non può esistere, perché da essa nascono identità e speranza. Lo stesso avviene per la civiltà, che non può esistere senza storia. Questo è il motivo per cui l’Isis distrugge la storia di tutto l’uomo, dell’assiro come del cristiano. Questo è il motivo per cui resistere all’Isis è sapere chi siamo e da dove veniamo.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da L’Huffington Post
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