L’omaggio della nazionale ‘azzurra’ a Papa Francesco. E lui: ‘con una palla di stracci si fanno miracoli!’
.Stamattina, prima della Messa per le canonizzazioni, Papa Francesco ha ricevuto la Nazionale italiana di calcio che ieri sera ha giocato all’Olimpico di Roma contro la Grecia
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Forti della qualificazione a Euro 2020, conquistata ieri sera battendo all’Olimpico di Roma la Grecia per 2 a 0, i campioni della Nazionale di calcio italiana sono stati ricevuti stamani alle 9 da Papa Francesco nell’auletta adiacente l’Aula Paolo VI. Pronunciando un breve discorso, riferisce un comunicato della Sala Stampa Vaticana, il Pontefice ha ringraziato i giocatori per la visita, giovedì scorso, all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù.
Dal gioco viene la felicità
Il Papa ha sottolineato poi il valore della “tenerezza, che tutti abbiamo, ma tante volte nascondiamo” e della felicità che viene dal gioco, da un pallone, perché “anche con una palla di stracci si fanno dei miracoli”. Ad accompagnare la Nazionale di calcio e i dirigenti della Federazione Italiana Giuoco Calcio c’era anche la Presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, Mariella Enoch. Proprio alla struttura, è stata donata un’apparecchiatura per la quantificazione delle cellule tumorali. Il capitano della squadra Leonardo Bonucci ha consegnato al Papa una pergamena che attesta il regalo della Nazionale. Il commissario tecnico Roberto Mancini, che ieri sera ha dedicato la vittoria ai piccoli pazienti del Bambino Gesù, ha dato poi a Francesco la maglia verde – come quella utilizzata ieri dai calciatori – col numero 10, personalizzata “Bergoglio” e firmata da tutti i giocatori.
Testimoni di valori
Prima ancora, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, aveva ripercorso alcune iniziative della Nazionale nate grazie alla sinergia con l’Ospedale Bambino Gesù e in occasione del 150.mo anniversario di fondazione di questa istituzione. Ricordata anche la visita da parte dell’intera squadra, giovedì scorso, ai reparti della struttura. Gravina aveva pure menzionato l’impegno a fare della Nazionale “un’eccellenza dal punto di vista tecnico, ma anche una perpetua testimonianza di valori”.
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