“Abbiamo valutato che il Covid-19 può essere definito come una pandemia”. Lo ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Nel frattempo, come reso noto dall’ambasciata cinese in Italia, il presidente Xi Jinping ha scritto una lettera al presidente Mattarella: “Il governo e il popolo cinese sostengono fermamente gli sforzi dell’Italia – si legge -, fornendo collaborazione per combattere l’epidemia”.
“Ci vogliono 15 giorni di lotta ma si può fare. E’ dura, molto dura, ma si può fare”. Così Andrea Lozzi, medico di famiglia di Codogno, posta su Facebook la sua esperienza di lotta al coronavirus. E spiega che “non è tanto importante dal punto di vista della salute sapere se sei positivo o no, se hai febbre considerati positivo e mettiti in quarantena. E’ importante sapere se hai una polmonite”. e a Codogno “oggi nessuna nuova diagnosi di sospetta polmonite da Covid-19”.
L’etimologia greca della parola sta a significare “tutto il popolo” (pan-demos), e come specificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una pandemia “è la diffusione mondiale di una nuova malattia”, per la quale le persone non hanno immunità. Questa malattia infettiva deve inoltre essere molto contagiosa e avere un’elevata mortalità. In Italia, nel momento in cui stiamo scrivendo, il tasso di mortalità si attesta al 3,84 percento, in base agli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile.
È dunque sensibilmente superiore a quello di una comune influenza. Nella definizione classica, a differenza dell’epidemia la pandemia “è un’epidemia che si verifica in tutto il mondo o su un’area molto ampia, attraversando i confini internazionali e di solito colpendo un gran numero di persone”, ma come specificato sulle pagine dell’OMS dall’epidemiologo australiano Heath Kelly, essa “non include nulla sull’immunità della popolazione, la virologia o la gravità della malattia”.
Sulla base di questa definizione, spiega lo specialista, ogni anno ci sarebbero pandemie di influenza, ma com’è noto ci si riferisce alla diffusione dei virus influenzali come epidemie, proprio perché la popolazione ha una protezione immunologica (non è una nuova malattia) e il tasso di mortalità è basso. “Una vera pandemia di influenza si verifica quando la trasmissione quasi simultanea avviene in tutto il mondo. Le epidemie stagionali non sono considerate pandemie”, aggiunge l’epidemiologo.
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