Si svolgerà, da Gerusalemme a Betlemme, durante il pellegrinaggio diocesano e nazionale dell’Opera romana pellegrinaggi. Monsignor Andreatta: «Meno parole, più gesti concreti di amore e solidarietà»
Otto giorni di pellegrinaggio, preghiera e solidarietà in Terra Santa. In occasione dell’80mo anniversario di fondazione dell’Opera romana pellegrinaggi, dal 17 al 24 novembre, il cardinale vicario Agostino Vallini guiderà la delegazione di fedeli dalla Galilea al Lago di Tiberiade, da Betlemme a Gerusalemme. Cuore pulsante del pellegrinaggio, sarà il Cammino internazionale di Pace “Giovanni Paolo II” realizzato in collaborazione con l’Ufficio nazionale israeliano del turismo, in programma il 20 novembre. L’iniziativa, nata dall’esperienza della Maratona della Pace, è «figura del pellegrinaggio – si legge nel comunicato dell’Opera romana -: consente di approfondire la ricerca della risposta alla domanda di senso, contemplando la natura con la quale si viene a contatto».
«Nella Bibbia il popolo di Dio in cammino – si legge ancora nel comunicato – è la Chiesa. In tal senso il nostro camminare insieme verso Gerusalemme è un peregrinare orante verso la città di Dio, la Gerusalemme celeste, verso quella che possiamo chiamare tutti la “nostra terra”. In modo particolare questo cammino fatto nei luoghi della Bibbia aiuterà i partecipanti e la comunità internazionale a porre ulteriore attenzione al tema delle fede nell’unico Dio e, sarà occasione per testimoniare con un gesto concreto il grande valore della pace».
«Abbiamo scelto la Terra Santa per il nostro gesto profetico di quest’anno viste le vicissitudini degli ultimi mesi – spiega monsignor Liberio Andreatta, vice presidente e amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi, che nel dicembre del 2013 si è recato in pellegrinaggio ad Ur, terra di Abramo, con una delegazione di sacerdoti e giornalisti.- Al Cammino seguirà, come completamento, un breve pellegrinaggio a Gaza proprio per andare in aiuto di quelle popolazioni martoriate dai conflitti e che, ho potuto constatare personalmente, vivono un dramma davvero disumano: non servono le parole, occorrono gesti concreti di amore e solidarietà». (RomaSette)