Il miracolo è avvenuto a Santarém, in Portogallo, nel 1247, quando una giovane donna, gelosa del marito, andò da una fattucchiera sperando di ricevere una pozione d’amore. La fattucchiera disse alla giovane di procurarsi un’ostia consacrata in una chiesa cattolica. La ragazza seguì le istruzioni e nascose l’ostia in un telo di lino.
Poco dopo averla nascosta, l’ostia iniziò a sanguinare. La giovane fu terrorizzata da quello che vide, e chiuse rapidamente l’ostia in un cassetto nella sua camera da letto. Di notte, dei raggi di luce brillanti si sprigionarono dal cassetto, e fu costretta a raccontare tutto al marito.
Il giorno dopo portò l’ostia miracolosa al parroco, che la chiuse in un reliquiario. Da allora è rimasta lì, e nel 1340 e nel 1612 sono state svolte delle indagini canoniche al riguardo. In entrambe le occasioni, il miracolo è stato considerato autentico.
Tra il 1266 e il 1247 una giovane sposa, tormentata dall’infedeltà del marito e nell’estremo tentativo di riconquistare l’amore di lui, si rivolse a una fattucchiera. Questa le disse di essere in grado di elaborare un potente filtro d’amore che avrebbe ridato al marito la fedeltà e passione originaria; ingrediente indispensabile per una tale prodigiosa pozione era però una particola consacrata che la sposa stessa doveva procurare.
La giovane donna, pur consapevole del sacrilegio, assecondò la richiesta e recatasi nella sua parrocchia, la Chiesa di Santo Stefano, dopo aver ricevuto l’Eucaristia la nascose furtivamente nell’angolo del fazzoletto che portava sul capo. Una volta uscita si diresse velocemente verso casa, ma alcune persone la fermarono chiedendole se si fosse ferita perché vistose gocce di sangue segnavano il suo cammino. La donna capì all’istante da dove venisse il sangue e col fiato in gola corse a casa, nascondendo rapidamente la particola – avvolta in un panno – dentro a un baule di cedro.
La donna parve acquietarsi, venne la sera, il marito rincasò e, dopo aver cenato si coricarono come al solito. Improvvisamente però, nel cuore della notte, furono svegliati da un bagliore di luce che palpitava dentro la stanza e proveniva dal baule della donna. Questa fu allora, costretta a raccontare ogni cosa al marito che rimase attonito a guardare l’ostia luminosa e sanguinante.
I due passarono il resto della notte in silenziosa e commossa adorazione godendo anche – almeno così si tramanda – una visione di angeli adoranti il prodigio.
Non appena fu mattina corsero ad avvertire il parroco, la voce del miracolo si sparse e molta gente si recò nell’abitazione per prostrarsi in adorazione e pregare. L’ostia fu riportata in Chiesa con una solenne processione, il parroco la ripose in un reliquiario di cera d’api e la sanguinazione continuò ininterrottamente per tre giorni.
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