Era in barella, non camminava da tempo, la paralisi alla gamba sinistra (a causa di una lombosciatalgia paralizzante) era totalmente invalidante. Si è immersa nella piscina di Lourdes e il giorno dopo, quando durante la processione eucaristica l’ostia consacrata le è passata vicino, ha avvertito la voglia di alzarsi in piedi e ha percorso la via Crucis camminando sulle sue gambe.
Parliamo della incredibile vicenda accaduta a suor Luigina Traverso, 68esima miracolata di Lourdes ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa cattolica. E’ tornata sui quotidiani recentemente grazie ad un’intervista al dott. Franco Balzaretti, direttore del Day Surgery dell’Asl di Vercelli e specialista in chirurgia vascolare e chirurgia d’urgenza, membro del Comitato Medico Internazionale di Lourdes e colui che ha seguito proprio il caso di suor Luigina.
Siamo nel 1965, la religiosa era affetta da lombatosciatica paralizzante in meningocele, le carte mediche realizzate poco prima la partenza per Lourdes parlano di «paziente in condizioni generali sofferenti, pallida, ipotesa: cicatrice chirurgica fresca ed asciutta, dolente alla pressione… rigidità e contrattura del tratto lombo-sacrale della colonna. Mobilità del piede ridotta per paresi dei muscoli tibiale anteriore, estensore dell’alluce, estensore comune delle dita. Ipoefficienza del tricipite surale e del tibiale posteriore. Peroni inerti, decubito prono obbligato». «Aveva già subito diversi interventi chirurgici», ha spiegato il dott. Balzaretti, «i medici le avevano sconsigliato il pellegrinaggio, non pensavano neppure che potesse arrivare viva a Lourdes».
Suor Luigina si reca comunque a Lourdes in barella, si immerge nella piscina del santuario e il 23 luglio 1965 assiste alla processione eucaristica, al momento del passaggio del celebrante con l’ostia consacrata, le accompagnatrici infermiere che le sono accanto testimoniano l’avvertimento di «un forte calore penetrare nel suo corpo e la voglia di mettersi in piedi». La suora si sente meglio e nota «l’improvvisa ripresa della motilità del piede e la scomparsa del dolore». Riportata nella propria camera, alla presenza del dottor Danilo Cebrelli e del delegato vescovile monsignor Lorenzo Ferrarazzo, si mette seduta sul letto. «La religiosa chiede di poter ricevere la benedizione da parte di mons. Ferrarazzo, che replica in modo esplicito: “Suor Luigina, se vuol ricevere la benedizione, si alzi e venga mettersi in ginocchio a pregare”. Suor Luigina prontamente ubbidisce, scende dal letto e si inginocchia».
Al ritorno del pellegrinaggio, il 27 luglio la suora si reca dal prof. Claudio Rinaldi, il quale attesta: «Buone condizioni generali, rachide in asse, indolente, cicatrice chirurgica indolente, assenza di contrattura muscolare e rigidità segmentaria. Arti inferiori completamente mobili con forza pari e simmetrica, anche i fini movimenti di estensione separata dell’alluce delle dita erano possibili. Lasègue negativo, riflessi patellari pronti, achilleo dx pronto, sx assente. Sensibilità normale». Nell’agosto 1965 ricompare anche il riflesso achilleo sinistro. Da allora suor Luigina non ha più accusato alcuna manifestazione della patologia che l’aveva resa invalida.
La vicenda è stata studiata fino al 2010, con tre riunioni all’Ufficio delle constatazioni mediche (nel 1966, 1984 e 2010) e nuovi esami medici, in attesa di verificare e certificare la guarigione permanente. Il 19 novembre 2011 il Comitato Medico Internazionale di Lourdes (C.M.I.L.), composto da venti luminari della scienza medica, ha confermato il carattere scientificamente inspiegabile della guarigione, l’11 ottobre 2012 il vescovo di Casale Monferrato, mons. Alceste Catella, lo ha dichiarato ufficialmente “miracolo”.
Si può guarire completamente da un giorno all’altro di gravissima lombatosciatica paralizzante? No, non è possibile, eppure è accadutoproprio a Lourdes, evento certificato da diversi ed autorevoli medici. Lo scettico non ha più possibilità di essere tale, se vuole rimanerlo deve prima confutare il dossier medico-scientifico di suor Luigina. Non serve nascondersi dietro al “su mille paralizzati soltanto uno”, perché quell’uno è guarito perché fosse segno per tutti, come i pochi miracolati da Gesù (che invece poteva, se avesse voluto, guarire tutti quanti). I cristiani non rimproverano al mondo di essere materialista, ma di non esserlo abbastanza. Non rimproverano al mondo di negare Dio, ma di negare la realtà. “Se non volete credere a me, credete almeno alle opere” (Gv 10,38).
Redazione Papaboys (Fonte www.uccronline.it)
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