Vi raccontiamo la storia di Luca Cardillo, affetto da un tumore maligno alla gamba. Ora in USA per tentare nuove cure. PREGHIAMO PER TE!
Nel corso della prima visita negli USA, è stato spieA Luca Cardillo, nel corso della prima visita negli USA, è stato spiegato che “la situazione resta grave” e che non può sperare in una guarigione totale. Il team medico in questi giorni valuterà se esistono altre terapie, di tipo sperimentale, da adottare nel suo caso. In altre parole, se il suo corpo è in grado di sopportarle.
Luca Cardillo, il 23enne affetto da osteosarcoma alla gamba destra e da metastasi polmonari, è stato visitato all’MD Anderson Cancer Center di Houston in Texas dove ad attenderlo c’era un team di medici. Partito dall’Aeroporto di Catania a bordo di un’aeroambulanza, come Fanpage.it ha documentato in esclusiva, è giunto a destinazione dopo circa 13 ore di volo e due scali tecnici.
Un viaggio della speranza per Luca Cardillo che ha voluto giocare la sua ultima carta, quella di mettersi nelle mani di uno dei centri più importanti al mondo. Di mattina, dunque, è stato visitato da un team “internazionale” che lo dovrà preparare all’incontro più importante, fissato per lunedì, con un team di specialisti in sarcomi che, di fatto, dovrà valutare il suo caso e decidere come e se intervenire. Non c’è più tempo da perdere.
Luca: “Meglio una gamba amputata che la morte”
A Luca Cardillo, nel corso della prima visita, è stato spiegato che “la situazione resta grave”. Non può sperare in una guarigione totale, come ci spiegano i suoi familiari. Viene sottoposto ad esami e anche a una trasfusione, a causa dei livelli di emoglobina troppo bassi. Il team medico sta studiando il suo caso e, dunque, sta valutando se esistono altre terapie, di naturale sperimentale, da adottare nel suo delicatissimo caso. In altre parole, se il suo corpo è in grado di sopportarle, di reggerle.
Luca Cardillo, intanto, rimane ricoverato nell’ospedale dell’MD Anderson Cancer Center di House in Texas fino a lunedì. Dopodiché, visti anche i costi elevati della degenza ospedaliera negli USA, si potrebbe adottare un regime di day hospital o, nella peggiore dei casi, un rientro in Italia qualora negli USA non si potessero eseguire terapie più avanzate rispetto a quelle già effettuate nel nostro Paese.
Luca:”Aiutatemi, l’ultima speranza è andare a New York”
Luca ha spiegato a fanpage.it che lo ha accompagnato a bordo del volo privato decollato da Catania, è pieno di speranze ma anche timori. Rimane consapevole che la sua situazione è grave e che nessuno può fare miracoli.
Ma, come ci spiegano i familiari, finché c’è vita, c’è speranza e Luca – nel pieno della sua giovinezza – non lascerà nulla di intentato.
Fonte www.fanpage.it/Fabio Giuffrida