“Cara Noemi, cercavi l’amore, hai trovato la morte ma Dio ti ridona la vita”. Con queste parole monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento ha chiuso nella chiesa parrocchiale di Specchia gremita di persone, l’omelia alla cerimonia funebre della sedicenne uccisa dal suo fidanzato il 3 settembre scorso.
Il vescovo si è rivolto, tra l’altro ai genitori e famigliari della giovane esprimendo comprensione per il loro dolore e per la difficoltà, di “tenere a freno rancore e amarezza, nutrendo sentimenti di astio e risentimento nei riguardi di chi ha portato via troppo presto vostra figlia”. La bara bianca di Noemi è stata stata trasportata a spalla tra due ali di folla e accompagnata da un lungo applauso commosso. Alla cerimonia funebre hanno partecipato tantissime persone, molte delle quali non sono riuscite ad entrare e sono rimaste sul sagrato.
Le «lesioni multiple» rilevate durante l’autopsia compiuta sul collo e sulla testa di Noemi Durini sono state «indotte da mezzi diversi». Quali siano questi mezzi, al momento non è certo perché il corpo è fortemente interessato dall’azione demolitiva delle larve degli insetti. Saranno quindi necessari esami istologici sui tessuti. Sul corpo della 16 enne di Specchia, uccisa dal fidanzato, non sono presenti segni di colpi di pietra. I medici legali sono riusciti a ricostruire quanto è avvenuto il 3 settembre scorso, giorno della scomparsa e dell’uccisione della giovane. Sulla ricostruzione dei fatti, la procura di Lecce ha imposto il riserbo. Durante l’autopsia sono stati anche eseguiti tamponi che saranno inviati al Ris di Roma.
L’accertamento è stato disposto al fine di procedere a confronti con il dna di persone che potrebbero aver avuto un contatto con la vittima o anche solo con il suo cadavere. Materiale per procedere a questo confronto sarebbe già in possesso degli investigatori. Per questo motivo la famiglia di Noemi, oltre al medico legale di fiducia che ha partecipato all’autopsia (Francesco Introna) ha nominato consulente la genetista forense romana Marina Baldi. Su eventuali complici che possano aver aiutato Lucio, il fidanzato 17enne e assassino reo-confesso della ragazza, la Procura ha indagato formalmente per sequestro di persona e occultamento di cadavere il padre di Lucio a casa del quale, nei giorni scorsi, i Ris hanno compiuto una minuziosa perquisizione.